====== D'Annunzio ====== **Gabriele D'Annunzio** fu uno dei poeti vate dell'Italia nonché uno dei principali esponenti italiani del [[italiano:decadentismo|Decadentismo]], scrivendo sia in prosa sia in versi. Fu anche uno degli ispiratori del [[storia:fascismo|Fascismo]]. Così come [[italiano:pirandello|Pirandello]], egli compose una serie di novelle in cui il verismo era ancora presente. ===== Vita ===== D'Annunzio nasce a Pescara da una famiglia ricca, è molto prolifico sin da giovane e a 16 anni pubblica già in latino. Collabora con alcuni giornali, frequenta Lettere all’università, e transita per ambienti come salotti, bar e per i caffè più in voga, diventando una figura centrale di quella alta società: egli fa cronaca di avvenimenti mondani, di pettegolezzi, diventando uomo di cronaca della Roma elegante. Si rifà all'estetismo decadente e al mito del superuomo di [[filosofia:nietzsche|Nietzsche]]((che non comprende a fondo, interpretandolo come l'idea di una figura imponente capace di attrarre a sé l'ammirazione della folla)). Coerentemente con le sue idee vive una vita di eccessi all'insegna del piacere, portando al massimo compimento l'ideale che della propria vita bisogni fare un'opera d'arte. Disprezza la Borghesia e il suo attaccamento al denaro, tuttavia si mantiene ipocritamente con i soldi ricavati dalla vendita delle sue opere ai borghesi. Nel 1897 diventa deputato di estrema destra, puntando alla restaurazione della gloria di Roma. Compì molte imprese (inutili), tra cui il sorvolo di Vienna e la famosa impresa di Fiume((o Rjeka)). Secondo D'Annunzio l'intellettuale deve guidare politicamente le masse (non ci può quindi essere democrazia). Nel corso delle sue imprese e in particolare a Fiume il vate conia vari slogan, come "mare nostrum" e "eja eja alalà" che saranno poi ripresi da Mussolini, il quale dopo averlo imitato relegherà il poeta al Vittoriale. D'Annunzio si dedica alla poesia e parallelamente alla prosa: * //Canto Novo// -> raccolta di poesie che riprende le odi barbare di Carducci (Carducci lo adorerà) * //Novelle della Pescara//, pubblicata a 23 anni Nel 1883 sposa una contessa, Maria Hardouin. Nel **1890** si ha la prima pubblicazione de //Il Piacere//: con quest'opera egli entra in una fase che corrisponde alla fase dell'estetismo inglese. //Il Piacere// nasce dalle sue letture di libri europei che erano già indirizzati nel filone decadente; è la sintesi di Oscar Wilde e Thomas Mann. D’Annunzio rappresenta sé stesso e i suoi protagonisti come coloro che inseguono la vita bella: il bello costituisce pertanto l'unico criterio sui cui si basano le scelte esistenziali. Il bello è inoltre l'unico aspetto dell'estetismo che D'Annunzio decide di cogliere, escludendo gli aspetti misteriosi. D'Annunzio si lega a una donna, Eleonora Duse, che costituirà la sua reale musa: i due si influenzeranno mutualmente. La relazione è descritta in //Il Fuoco// mediante l'ausilio di pseudonimi e nel contesto di Venezia, città in totale decadimento che esemplifica un'epoca in cui i valori sono rovesciati e non vi è più alcuna certezza. Viene sottoposto a processo per adulterio, accumula una serie di debiti e quanto guadagna dalle sue opere non è sufficiente per coprire le ingenti spese. ===== Fasi letterarie ===== La letteratura di D'Annunzio è divisa in: - fase estetizzante -> ricerca del piacere (deve essere nutrita con ulteriori produzioni); v. //Il Piacere// (1890) - fase della "bontà" -> una fase di passaggio; v. //Poema paradisiaco// - fase del superuomo (legge Nietzsche) -> il suo personaggio cerca di esprimere le sue doti eccezionali per le quali ha il diritto di ergersi sopra agli altri; il ciclo di romanzi appartiene a questo periodo ==== Fase estetizzante ==== La fase estetizzante della vita di D'Annunzio coincide con //Il Piacere// (1890), grande successo che lo porterà a fare autopromozione commerciale di sé, creando il mito di un uomo sopra le righe dalle capacità eccezionali. La fase estetizzante termina con la saturazione dell'interesse dei lettori per un continuo riferimento alla bellezza. L'esteta, come figura, non viene del tutto abbandonato, ma viene integrato creando il personaggio del superuomo. Il Piacere anticipa il romanzo psicologico, in cui non esiste una vera e propria trama. Il protagonista del romanzo, Andrea Sperelli, è un alter ego dell'autore che vuole fare della vita un'opera d'arte. Andrea è diviso tra Elena Muti, la femme fatale tipica del Decadentismo, e Maria Ferres, una donna pura. Elena non ricambia Andrea e "gioca" con lui, che si tradisce con Maria chiamandola Elena. In questo modo il protagonista perde entrambe le donne ed è sconfitto. ==== Il trionfo della morte ==== Il romanzo "Il trionfo della morte" è una transizione tra fase estetica e fase superomistica. Il protagonista Giorgio Aurispa rinfaccia alla compagna di non avere sufficiente spirito Dionisiaco e di limitarlo (tema ricorrente in D'Annunzio) e alla fine si suicida. ==== Fase del superuomo ==== La fase del superuomo, per D'Annunzio, è il frutto di una lettura di Nietzsche, il quale propone una sua visione del superuomo (un individuo dalle doti innate, capacità ed energia superiori); tale lettura è volta in una nuova chiave di lettura con l'uomo che da semplice esteta interessato a cogliere il bello, diventa una figura che mediante le proprie imprese eroiche si erige sopra la folla diventandone idolo. D'Annunzio, così come aveva fatto Carducci, cura sé stesso come poeta vate: sacerdote che fa premonizioni e profetizza le glorie. Questa fase vede la realizzazione di un ciclo di romanzi con protagonisti tutti funzionalmente equivalenti l'un l'altro: essi cercano tutti la propria realizzazione nel volersi dimostrare superiori agli altri, caratterizzati sempre dall'amore del bello ma anche dal desiderio di fare cose eccezionali. È questo il periodo in cui viene coniata l'espressione "Vivere inimitabile". Il superuomo esprime sé stesso mediante il disprezzo della normalità, del denaro e dell'attenzione della borghesia per esso: il borghese è contrapposto alla figura dell'artista, e avendo perso il proprio senso del bello necessità di un intellettuale che lo guidi. D'Annunzio, in verità, disprezza il denaro solo apparentemente come attributo delle classi borghesi, tuttavia è strettamente legato al medesimo denaro con cui i borghesi acquistano i suoi libri: non vi è un //vero// disprezzo della classe borghese da cui D'Annunzio -- di fatto -- è dipendente. In questo periodo D'Annunzio tenta l'avventura politica e diventa deputato dell’estrema destra, puntando a una restaurazione del potere a Roma, immaginando l'Italia che in quanto figlia di Roma potesse diventare Impero. L'intellettuale non è solo il sacerdote, ma la guida politica, che sa interpretare i segni del mondo, e non ha solo una missione letteraria, ma al contrario ha la missione di governare sulle folle, non solo quelle nazionali ma anche quelle coloniali. La missione del superuomo è governare gli italiani e spingerli a governare gli altri paesi. Contemporaneamente [[italiano:pascoli|Pascoli]] dichiara quasi lo stesso: i libici non sarebbero in grado di governarsi in quanto inferiori; gli italiani hanno diritto, da popolo forte, di recarsi in Libia e governarli. L'artista, che prima era il bohemien, ora è il sacerdote delle folle, capace di spiegare la realtà. D'Annunzio nega l'uguaglianza, la democrazia ecc., ma si vuole porre a capo di una nazione vincitrice, poiché è suo diritto in quanto la razza è superiore. ==== I romanzi ==== "Le vergini delle rocce" (1895) costituisce il manifesto politico di D'Annunzio: il protagonista Claudio Cantelmo è alla ricerca di una donna in grado di dargli un erede geneticamente degno di dominare il mondo. L'Eroe non riesce a scegliere tra tre principesse borboniche: Anatolia ha sufficiente spirito Dionisiaco ma deve occuparsi della famiglia mentre Violante è la tipica femme fatale. "Il fuoco" (1900) è il manifesto artistico-letterario di D'Annunzio. Il protagonista Stelio Effrena vuole comporre un'opera simile a quelle di Wagner ma si innamora di un'attrice, che lo lascia per non frenarlo. Egli però non riesce comunque a realizzare il suo progetto. "Forse che sì forse che no" (1910) è l'unico romanzo positivo. Il protagonista Paolo Tarsis risolve il proprio superuomo interiore nel volo. ==== Teatro ==== Così come Pirandello, D'Annunzio si contrappone al teatro borghese. Il poeta trova che la tragedia greca e i suoi eroi esprimano al meglio la propria poetica. Tra le tragedie principali annoveriamo Fedra, La città morta e La nave. Quest'ultima è un dramma storico ambientato a Venezia all'epoca della repubblica marinara ed esalta il colonialismo italiano. ==== La lirica ==== Le Laudi si pongono l'obiettivo di realizzare una "celebrazione universale. Prendono nome dalle stelle della costellazione delle Pleiadi. In Maia (1903) il poeta tenta di integrare il Bello con la nuova realtà industriale. Si tratta di un lungo poema in verso libero. Elettra (1903) è una raccolta particolarmente vicina al Decadentismo. L'argomento principale è la celebrazione dell'Italia. Alcyone (1903) è un viaggio nella natura italiana, contiene 88 poesie. È caratterizzata dal panismo, che essendo riservato al poeta lo rende un superuomo. Contiene la Pioggia nel pineto, rivolta alla donna Hermione((per richiamare la bellezza della donna D'Annunziole da il nome della figlia di Elena di Troia (Elena sarebbe stato troppo banale)). Le prime tre raccolte sono pubblicate a distanza breve, le altre richiedono più tempo. Merope viene pubblicata nel 1912 e celebra l'impresa di Libia. Asterope celebra la prima guerra mondiale. ==== Stile e ultimo d'Annunzio ==== D'Annunzio usa molto la sinestesia e la paratassi, spesso usa "j" al posto di "i" per impreziosire stilisticamente le parole e farle. La poesia dell'anzianità si fa più breve e frammentaria, più lirica e meno declamatoria (anche se mantiene l'atteggiamento superomistico in pubblico) e più sincera. Nel 1921 pubblica il Notturno, che contiene poesie scritte in un periodo di cecità, in cui risaltano sensi diversi dalla vista. Nel 1935 pubblica Il libro segreto.