====== La Sinistra Storica ====== [{{ :storia:crispi_ritratto.jpg?direct&250|Francesco Crispi}}] Francesco Crispi salì al Governo nel 1887. Con Crispi si ha una vera e propria "dittatura" della **Sinistra Storica**: Acuì le riforme economiche protezionistiche di Depretis, accentrò il potere del Governo anche a discapito del Parlamento, ebbe una politica estera di potenza (colonialismo aggressivo). Pur cresciuto in un contesto ideologicamente imbevuto degli ideali garibaldini, Crispi crede in uno stato forte e accentrato, che deve fare valere la propria autorità contro ogni movimento sovversivo tramite le forze di polizia. Crispi permette a tutti i cittadini maschi che sanno leggere e scrivere di votare (escludendo tuttavia una significativa fetta della popolazione, specie al meridione) e abbassa a 5 lire il requisito di censo, estendendo ulteriormente l'elettorato passivo. Rende elettiva la carica di sindaco((Nel periodo fascista torna nominata dal partito e viene ricoperta dalla figura del podestà)), e nel 1889 introduce il codice Zanardelli((Zanardelli era una personalità molto importante nella sinistra storica italiana e in seguito tra i liberali: sosteneva fosse ingiusta la pena di morte e prende in considerazione i diritti dei lavoratori)); viene così cancellato il reato di sciopero, che tuttavia viene successivamente reintrodotto //de facto// dallo stesso Crispi. Nella politica doganale, Crispi effettua una guerra doganale con la Francia per le merci pregiate e, nel caso della Sicilia, per lo zolfo((v. Verga)). A causa del rialzo delle tariffe doganali a soffrire maggiormente è l'Italia, non tanto lo Stato quanto le industrie. Nel 1892 nasce il Partito Socialista Italiano a Genova, che ha come principale sostenitore Andrea Costa. La maggior parte degli aderenti al movimento sono i riformisti, che fanno capo a Filippo Turati: sono coloro che rimandano la rivoluzione proletaria, anticipandola con riforme volte a migliorare le condizioni per il popolo. I massimalisti, ala ben minore, spingono invece per effettuare al più presto possibile la rivoluzione. Bernstein, invece sostiene la posizione del revisionismo, che non ha particolari riscontri in Italia: secondo i revisionisti, visto il mancato crollo del sistema capitalista, si palesa la non realizzabilità delle idee di Marx in molti degli Stati, dove invece sarà necessario procedere a oltranza con riforme. È in questo periodo che si materializzano anche i primi sindacati, finalizzati a tutelare i diritti del lavoratore e a sostenere la mediazione inter-classe. Alla morte di Pio IX, questi viene succeduto da Leone XIII, un Papa particolarmente "dialogante"; nel 1891 pubblica l'enciclica //De Rerum Novarum//, sui movimenti "ufficiosi" che partono dal basso del cattolicesimo per supportare i meno abbienti in ambito cristiano (es. [[https://youtu.be/CuRbyjIeNZQ|Don Bosco]]). Inizia così una grande istituzione chiamata Opera dei Congressi --- direzione unitaria di tutto l'associazionismo cristiano-cattolico. Con il meridione in sofferenza economica, le condizioni dei lavoratori al più basso livello si deteriorano significativamente. Nascono così negli anni 1890 i Fasci dei Lavoratori((Come faranno i Fasci di Mussolini, riprendono l'immagine dall'iconografia romana secondo cui il fascio di spighe, dall'unione, diventan più forte)), in opposizione al protezionismo di Crispi. Questi hanno il loro punto di riunione nelle camere del lavoro, avendo impostazione ideologica a sinistra. Organizzarono scioperi e manifestazioni di tipo sindacale, fomentando l'ira di Crispi che autorizzò l'intervento della polizia. Molti furono privati del diritto di voto e fu sciolto temporaneamente il partito socialista. Con il fallimento delle riforme di Crispi, dovuto al tentativo della campagna in Etiopia, si ha un breve intermezzo della Destra Storica con vari governi polizieschi (di Rudinì, Pelloux) che privano spesso i cittadini di molte loro libertà individuali e politiche e riedificano i provvedimenti di Crispi contro i fasci. Con il regime protezionistico della sinistra proseguito sotto i suoi successori si era alzato significativamente il prezzo del pane, portando così allo scoppio di rivolte: i moti del pane, soppressi violentemente (vi furono numerosi morti). In questo periodo nasce l'//ostruzionismo// con cui gli oppositori del governo riescono a bloccare la delibera di leggi tramite lunghi discorsi che impediscono la prosecuzione dei dibattiti e l'abbandono repentino del Parlamento in corrispondenza della votazione, impedendo l'arrivo al //quorum//. A creare ulteriore caos fu l'uccisione di Re Umberto I di Savoia ad opera dell'anarchico Gaetano Bresci. Vittorio Emanuele III fu il successore. L'Italia torna nelle mani della Sinistra storica con Giolitti. Questi non fu sempre presidente del consiglio, ma ebbe sempre una forte influenza sull'intero indirizzo politico nella prima metà del Novecento e anche dopo la prima guerra mondiale. ===== La Politica Coloniale dell'Italia nell'Ottocento ===== [{{ :storia:la-battaglia-di-adua-raffigurata-in-un-celebre-dipinto-etiope_ddbbb7bd_700x610.jpg?direct&250|La battaglia di Adua in un dipinto Etiope}}] Alla fine dell'Ottocento, tutte le potenze mondiali erano in possesso di un loro impero coloniale. La motivazione economica di trovare sbocchi in cui vendere le proprie merci prodotte non è la sola: il principale motore del colonialismo, come lo è nel caso dell'**Italia**, è quello della politica di potenza. Approfittando dell'apertura del canale di Suez (1869), l'Italia inizia la propria politica coloniale in Somalia, giungendo alla Baia di Assab in Eritrea. A occupare questa baia è la compagnia commerciale Rubattino((Coinvolta anche nel trasporto su linea ferrata)). L'Italia occupa anche il Porto di Massaua, andando tuttavia a incontrare uno dei pochi stati forti dell'Africa: l'Etiopia, che era strutturata come impero ed era capeggiata dal //negus//, Menelik. Capendo le intenzioni dell'Italia, nel 1887 ci fu un'imboscata a Dogali dove le truppe italiane furono annientate. Nel 1889 l'Italia siglò con Menelik il Trattato di Uccialli, in cui vengono ufficialmente aperti i rapporti commerciali tra Etiopia e Italia. Menelik tuttavia non apprezza il modo in cui l'Italia interpreta il trattato, e lo denuncia alla comunità internazionale, rompendolo. L'esercito etiope e quello italiano iniziano pertanto a guerreggiare tra loro. Nel 1896 l'esercito italiano viene nuovamente sconfitto ad Adua. La successiva conquista di Giolitti fu la Libia, che tuttavia venne vista come un <> per lo scarso valore del territorio.