Il periodo aureo di Klimt è il suo periodo di massimo splendore, che va dal 1901 al 1909. Esso vede la realizzazione delle due versioni della Giuditta, nonché del Fregio di Beethoven.
Il fregio di Beethoven fu composto da Gustav Klimt nel 1902 per la 14° esposizione dei Secessionisti viennesi, ed interpreta in modo allegorico tutto l’Inno alla Gioia. Il fregio ha una lunghezza complessiva di 34 metri, e suscitò grandi critiche dal pubblico per via delle Gorgoni e delle continue allusioni sessuali nel fregio. Una delle sezioni più importanti è quella del bacio, dove il cavaliere (con i tratti somatici di Mahler, compositore austriaco) abbraccia una donna, che simboleggia la poesia. Con questo gesto l’artista rappresenta il raggiungimento della felicità allo stato puro.
Anticipato dal Fregio di Beethoven che contiene la medesima scena, Il Bacio è un’opera di Klimt realizzata nel 1908. In questa nuova tela sono rappresentati un uomo e una donna che si baciano abbracciandosi. Sono raffigurati sul bilico di un vuoto dorato e sono circondati da un’aura d’oro a girali che si mischia a fiori azzurri, gialli e viola. L’opera, bidimensionale, mostra i due personaggi in modo abbastanza dettagliato, ma in posizioni del tutto antinaturalistiche. Le due figure sono state dipinte in modo diverso: l’uomo, proteso verso la donna, ha una veste che lo copre interamente trattata con un ornamento a rettangoli dorati alternati ad altri scuri; la donna, invece, che si lascia andare nell’abbraccio socchiudendo gli occhi, è coperta da un trattamento d’oro a onde parallele con ovali di colore ed ornamenti ad anelli. Il centro dell’attenzione è l’abbraccio, in cui viene simbolizzato uno stato primordiale in cui nulla esiste se non l’amore e il caos.