Decadentismo

Il decadentismo fu un movimento letterario contemporaneo al verismo, che tuttavia durerà più a lungo e si svilupperà in più direzioni (ha vari campi di sperimentazione); esso investe sia la prosa che la poesia. Nel 1883, su Le Chat Noir, venne pubblicato Languore, poesia di Verlaine, testimoniando uno stato d'animo di stanchezza, negatività ed estenuazione spirituale paragonabile all'ultimo periodo di esistenza dell'Impero Romano (la sua decadenza, da cui prende nome il movimento). Verlaine si avvale della musicalità delle parole per creare sensazioni.

I decadentisti ostentano atteggiamenti del tutto affini al movimento bohémien e sono ispirati da Baudelaire. «Decadentismo» deriva dalla critica data al movimento e diventerà nel 1886, con il periodico “Le Decadent” che fissa le regole del movimento, il nome dato dagli autori decadenti stessi. I “poeti maledetti”, termine coniato da Verlaine nel 1883, sono i portavoce del movimento. I principali sono:

Il movimento inizia come fenomeno letterario, e assume una grande proporzione sovranazionale (ad esempio in Inghilterra è espresso da Oscar Wilde), e nelle altre nazioni e gli altri ambiti assume nomi differenti: in arte è chiamato Simbolismo; nella letteratura inglese è l'Estetismo. Il linguaggio abbraccia tutte le arti e i sensi, ed è caratterizzato da un grande uso della sinestesia (realizzando quello che si erano proposti gli scapigliati). L'intellettuale è sconvolto dalla realtà che vive, riconosce i limiti della scienza, ammette la realtà in quanto mistero e riconosce l'esistenza di misteri inspiegabili mediante la razionalità: l'ignoto si può raggiungere solo con l'irrazionale e si ha una crisi del positivismo.

Non tutti possiedono le doti irrazionali, e viene ricreato il ruolo di guida dell'intellettuale. La realtà è colta per analogia1). Ciò lascia al lettore più interpretazioni, e quella corretta è quella fornita direttamente dal letterato – la realtà non è univoca, la poesia è individuale è suggestiva, non vuole inviare un messaggio ma evocare sensazioni. La lettura della poesia è fondata sull'ignoto individuale, non vi è un messaggio univoco, e ciò riflette il modo in cui la nostra esperienza e i traumi vissuti ecc. influiscono sui nostri comportamenti, in concordanza al pensiero contemporaneo di Sigmund Freud. A volte il poeta sperimenta il panismo, cioè si addentra così tanto nell'essenza delle cose da identificarsi con queste. La Pioggia nel pineto di D'Annunzio è un classico esempio di panismo.

Pascoli e D'Annunzio, per quanto diametralmente opposti per stile e visione della condizione dell'uomo, afferiscono entrambi alla matrice decadentista.

La realtà è rappresentata con l'epifania: l'assunzione da parte di un oggetto ordinario di un significato, varco per comprendere la realtà.

Thomas Mann, autore tedesco di romanzi, scrive opere ambientate in sanatorio, i cui personaggi sono malati, descrivendo una decadenza di tipo fisico. Gli stati alterati della coscienza ricevono particolare attenzione dai decadenti.

Baudelaire pubblica a metà dell'ottocento, e risulta un modello per scapigliati e anche decadenti. La sua raccolta poetica si intitola I fiori del male e continua a lavorarci per anni: egli in essa vuole fare emergere la bellezza da ciò che la società giudica malvagio e inutile; tutto ciò che è moderno è negativo e decadente. Esprime un sentimento di squallore per la vita cittadina quotidiana, e un senso di malinconia, disagio psicologico individuale a metà tra ansia/pessimismo e noia, che prende il nome di spleen.

L'elemento chiave del decadentismo è il simbolo, che viene individuato negli oggetti e vi individua un altro messaggio. L'allegoria invece rimanda a qualcos'altro che proviene dal nostro personale bagaglio culturale. Mentre con l'allegoria si ripesca nella cultura, con il simbolo si ripesca nella logica.

Il romanzo decadente è soggettivo, manca un criterio morale univoco e la ricerca della bellezza ne prende il posto.

1)
salto logico diverso dalla similitudine, più complesso, che richiede di creare un collegamento logico