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Bergson
Bergson vive a lungo, e pubblica numerose opere. Vive lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, assieme alla Prima.
Le opere principali sono:
- Saggio sui dati immediati della coscienza
- Materia e memoria
- L'evoluzione creatrice
- Il riso
- Pensiero e movimento
- Le due fonti della morale e della religione
Bergson ha una concezione del tempo che ha come riferimento Sant'Agostino: questi riteneva esistesse solo per l'uomo ma non per Dio, ritenendola «distensio animi» (distensione dell'animo) e un tratto esclusivo degli uomini. Bergson medita su questo principio e lo espande. Egli divide il tempo, la conoscenza e il vissuto in due grandi reami:
- Tempo della scienza
- Tempo della coscienza (anche detto «tempo della vita» o «tempo della durata»)
Il tempo della scienza è assolutamente lineare, quantificabile, che avviene in maniera ordinata ed è visto come una sorta di pellicola fotografica che si svolge fotogramma dopo fotogramma. È connotato quantitativamente ed è omogeneo.
Il tempo della coscienza è circolare/a spirale, si raggomitola su di sé, in quanto noi viviamo ogni momento avendone coscienza, con il riaffiorare di tutto il nostro passato e le nostre aspettative per il futuro. È connotato qualitativamente ed è eterogeneo: ogni istante, nella propria coscienza ha una durata diversa, e la misurazione del tempo è un'illusione. Il tempo della vita coincide con il fluire auto-creativo della coscienza.
Bergson appare come un «concorrente» di Freud nello studio della coscienza, in quanto opera in modo filosofico (razionale), dove Freud si avvale invece della psicanalisi.
Bergson osserva la teoria della relatività di Einstein, e prende in esame la simultaneità, giungendo a una differente risoluzione che espone in Durata e simultaneità: dal punto di vista di uno psicologo, anziché quello di uno scienziato. Il concetto di durata di un evento è relativo alla coscienza che si ha di tale evento.