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filosofia:fichte [2021/10/25 16:20] – alex2003super | filosofia:fichte [2021/10/26 21:26] (versione attuale) – alex2003super |
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Tutti e tre gli idealisti sono convinti che la filosofia abbia questo ritmo. Con la sintesi (che per l'io divisibile sta nell'azione), si ha un superamento dell'opposizione data dal non-io, che dà all'uomo un maggior grado di libertà, sia a livello soggettivo/etico che a livello collettivo. | Tutti e tre gli idealisti sono convinti che la filosofia abbia questo ritmo. Con la sintesi (che per l'io divisibile sta nell'azione), si ha un superamento dell'opposizione data dal non-io, che dà all'uomo un maggior grado di libertà, sia a livello soggettivo/etico che a livello collettivo. |
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Il processo di creazione dell'Io può essere riassunto nelle seguenti proposizioni: | Il processo di creazione dell'Io è esposto dalle tre proposizioni dell'Io della Scienza: |
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- L'Io pone sé stesso | - Tesi: l'Io pone sé stesso (l'Io esiste come agente e soggetto dell'azione, ovvero è <color green>//**Tathandlung**//</color>) |
- L'Io pone il non-io | - Antitesi: l'Io pone il non-io |
- All'interno del grande non-Io ha creato tanti piccoli Io (le nostre coscienze) | - Sintesi: all'interno del grande non-io ha creato tanti piccoli Io (le nostre coscienze) e tanti piccoli non-io (il non-io è parcellizzato negli oggetti materiali) |
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Fichte chiama l'Empirismo <<dogmatismo>>: mentre l'Idealismo parte dall'Io, l'Empirismo ha una prospettiva che parte dall'oggetto. L'Idealismo è una dottrina che permette all'Io di capire che nulla di esistente in questo universo è inaccessibile ad egli, e pertanto promuove la libertà dell'individuo; al contempo l'Empirismo porta all'idealizzazione e alla venerazione del non-io, che è quindi ridotto a dogmi e percepiti come entità estranee. | Fichte chiama l'Empirismo <<dogmatismo>>: mentre l'Idealismo parte dall'Io, l'Empirismo ha una prospettiva che parte dall'oggetto. L'Idealismo è una dottrina che permette all'Io di capire che nulla di esistente in questo universo è inaccessibile ad egli, e pertanto promuove la libertà dell'individuo; al contempo l'Empirismo porta all'idealizzazione e alla venerazione del non-io, che è quindi ridotto a dogmi e percepito come un insieme come entità estranee. |
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Anche se noi la analizziamo in passaggi logici, la produzione del non-io da parte dell'Io è contestuale e automatica, e non è cronologicamente scindibile. La Produzione dell'Io infinito è inconscia, e avviene nel momento in cui l'io si pone come mente infinita, che possiede l'//immaginazione produttiva//. Nell'auto-porsi, compie attività mentale, la quale dà luogo alla realtà. Il processo conoscitivo diventa pertanto un processo non solo di auto-consapevolezza, ma anche di appropriazione del significato profondo della propria esistenza. | Anche se noi la analizziamo in passaggi logici, la produzione del non-io da parte dell'Io è contestuale e automatica, e non è cronologicamente scindibile. La Produzione dell'Io infinito è inconscia, e avviene nel momento in cui l'io si pone come mente infinita, che possiede l'//immaginazione produttiva//. Nell'auto-porsi, compie attività mentale, la quale dà luogo alla realtà. Il processo conoscitivo diventa pertanto un processo non solo di auto-consapevolezza, ma anche di appropriazione del significato profondo della propria esistenza. |
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Nella *Dottrina Morale*, Fichte riprende da Kant il primato della Ragion Pratica e volge quest'idea in senso idealistico. Nel suo sistema a sintesi aperta, l'Io continua a esistere, e pertanto gli Io finiti compieranno questo sforzo per tendere all'Io infinito; tale sforzo, che richiede una continua attività, si configura nel primato della Ragion Pratica sulla Ragion Pura (ossia dell'azione sulla mera contemplazione). La soddisfazione intellettuale((Ossia pensare di "avere capito")) non è ammessa, perché nella tensione sta l'attività, e nell'attività sta la libertà. L'uomo deve costantemente sforzarsi di tendere verso l'Io infinito, di conoscere e comprendere come gli oggetti attorno a noi non siano altro che un nostro prodotto (e non -- invece -- qualcosa di estraneo). Lo possono fare al meglio non come singoli individui, ma come membri di un ente plurimo: l'umanità; è dunque imperativo cooperare con gli altri uomini per comprendere che il non-io è una nostra produzione, e liberarci dalle "catene" della materia. Il dotto è colui che ha capito in maniera più compiuta la produzione dell'Io, e a lui spetta guidare gli altri uomini. Chi non esplicita questo compito non sta dando un reale significato alla sua esistenza. | Nella Dottrina Morale, Fichte riprende da Kant il primato della Ragion Pratica e volge quest'idea in senso idealistico. Nel suo sistema a sintesi aperta, l'Io continua a esistere, e pertanto gli Io finiti compieranno questo sforzo per tendere all'Io infinito; tale sforzo, che richiede una continua attività, si configura nel primato della Ragion Pratica sulla Ragion Pura (ossia dell'azione sulla mera contemplazione). La soddisfazione intellettuale((Ossia pensare di "avere capito")) non è ammessa, perché nella tensione sta l'attività, e nell'attività sta la libertà. L'uomo deve costantemente sforzarsi di tendere verso l'Io infinito, di conoscere e comprendere come gli oggetti attorno a noi non siano altro che un nostro prodotto (e non -- invece -- qualcosa di estraneo). Il corpo è visto come la prigione dello spirito, da cui gli uomini devono compiere una fuga; lo possono fare al meglio non come singoli individui, ma come membri di un ente plurimo: l'umanità; è dunque imperativo cooperare con gli altri uomini per comprendere che il non-io è una nostra produzione, e liberarci dalle "catene" della materia. Il dotto è colui che ha capito in maniera più compiuta la produzione dell'Io, e a lui spetta guidare gli altri uomini. Chi non esplicita questo compito non sta dando un reale significato alla sua esistenza. Il costante sforzo dell'uomo prende in tedesco il nome di <color green>//**Streben**//</color>. **Il processo conoscitivo non porta solo all'auto-consapevolezza ma all'appropriazione del significato profondo della propria esistenza**, che avviene in modo progressivo e per fasi: |
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| * Sensazione |
| * Intuizione |
| * Intelletto |
| * Giudizio |
| * Ragione |
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Se le condizioni politiche sono avverse, scoprire che il mondo è un nostro prodotto diventa molto difficile. Fichte vede lo Stato ideale come un'autarchia, totalmente chiusa, priva di contatti con l'estero e interessata a produrre al meglio, un'entità che impone regole che facciano sentire l'uomo al sicuro. Fichte resta comunque nella tradizione contrattualista, riconoscendo agli uomini diritti naturali quali la vita, la proprietà e la conservazione. Lo Stato è solo un mezzo attraverso cui l'umanità si può realizzare, pertanto deve preservare i diritti naturali e riconoscere l'importanza degli uomini. A differenza di [[Hegel]], Fichte sostiene che lo stato non abbia un'importanza strutturale. | Se le condizioni politiche sono avverse, scoprire che il mondo è un nostro prodotto diventa molto difficile. Fichte vede lo Stato ideale come un'autarchia, totalmente chiusa, priva di contatti con l'estero e interessata a produrre al meglio, un'entità che impone regole che facciano sentire l'uomo al sicuro. Fichte resta comunque nella tradizione contrattualista, riconoscendo agli uomini diritti naturali quali la vita, la proprietà e la conservazione. Lo Stato è solo un mezzo attraverso cui l'umanità si può realizzare, pertanto deve preservare i diritti naturali e riconoscere l'importanza degli uomini. A differenza di [[Hegel]], Fichte sostiene che lo stato non abbia un'importanza strutturale. |
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Nei //Discorsi alla Nazione Tedesca//, Fichte dà vita a una nuova tradizione orale che si svilupperà in modo non strutturato e getterà le basi per le ideologie che sostengono la supremazia del popolo tedesco su tutte le altre razze. Secondo Fichte, per permettere agli uomini di riappropriarsi del mondo esterno è importante che vi sia una pedagogia capace di insegnare le cose fondamentali; non tutti i popoli capiscono che il non-io è prodotto dell'Io, e quello che lo capisce al meglio è il popolo tedesco, che mostra ancora una cultura e delle tradizioni originali, non essendosi mischiato mai con altre etnie. I tedeschi sono gli unici a poter parlare di "patria" (//heimat//) a pieno titolo. La Germania è la "nazione eletta", il luogo in cui nascono le ideologie e le teorie che in futuro verranno adottate e sviluppate anche dagli altri popoli nelle altre nazioni d'Europa. La Nazione Tedesca, così come i dotti dovranno guidare gli uomini, dovrà guidare l'Europa nell'acquisizione della consapevolezza che le cose sono emanazione del non-Io.((Questo scritto verrà fortemente citato nell'edificazione dell'ideologia nazista da Adolf Hitler, nel suo Mein Kampf --- <<I miei campi>>.)) | Nei //Discorsi alla Nazione Tedesca//, Fichte dà vita a una nuova tradizione orale che si svilupperà in modo non strutturato e getterà le basi per le ideologie che sostengono la supremazia del popolo tedesco su tutte le altre razze. Secondo Fichte, per permettere agli uomini di riappropriarsi del mondo esterno è importante che vi sia una pedagogia capace di insegnare le cose fondamentali; non tutti i popoli capiscono che il non-io è prodotto dell'Io, e quello che lo capisce al meglio è il popolo tedesco, che mostra ancora una cultura e delle tradizioni originali, non essendosi mischiato mai con altre etnie. I tedeschi sono gli unici a poter parlare di "patria" (//heimat//) a pieno titolo. La Germania è la "nazione eletta", il luogo in cui nascono le ideologie e le teorie che in futuro verranno adottate e sviluppate anche dagli altri popoli nelle altre nazioni d'Europa. La Nazione Tedesca, così come i dotti dovranno guidare gli uomini, dovrà guidare l'Europa nell'acquisizione della consapevolezza che le cose sono emanazione del non-Io. |