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 È errata la contrapposizione materialismo storico <-> scientifico: il materialismo scientifico è una spiegazione con nuovi strumenti del materialismo storico. Vengono dimostrate le tesi del materialismo con formule matematiche; sulla tomba dell'amico Marx, Engels disse: È errata la contrapposizione materialismo storico <-> scientifico: il materialismo scientifico è una spiegazione con nuovi strumenti del materialismo storico. Vengono dimostrate le tesi del materialismo con formule matematiche; sulla tomba dell'amico Marx, Engels disse:
  
->Guai a chi vuole ricordare Marx come uno scienziato; egli fu prima di ogni cosa un rivoluzionario.+>Guai a chi vuole ricordare Marx come uno scienziato; egli fu prima di ogni cosa un rivoluzionario.((Commento //Franco//: Ma infatti penso che nessuno lo consideri uno scienziato, quindi ci è riuscito. Tutti lo considerano come "uno che ha inventato il comunismo"))
  
 La caratteristica fondamentale di Marx è quella di anteporre alla teoria la prassi: le teorie devono portare ad agire, e non è una filosofia <<speculativa>>((Tutto ciò che è astratto e non prevede un'azione sulla realtà è speculativo)). La caratteristica fondamentale di Marx è quella di anteporre alla teoria la prassi: le teorie devono portare ad agire, e non è una filosofia <<speculativa>>((Tutto ciò che è astratto e non prevede un'azione sulla realtà è speculativo)).
  
-Marx, invece, non ha intenzione di fare solo speculazione; la sua filosofia pertanto prende il nome di <<Filosofia della Prassi>>. <<Prassi>> viene da //praxis// -- pratica. Anche Aristotele parlava di discipline pratiche((in contrapposizione a quelle teoretiche)): esse miravano a migliorare l'uomo e la società. Si giunge dunque ad un passaggio fondamentale -- la società; se c'è un merito che Marx riconosce ad Hegel, è aver saputo isolare la società, primo luogo non strutturato in cui ci si relaziona con l'altro in una moltitudine di confronti, dallo Stato. Marx individua subito che ciò che decreta l'andamento dei rapporti nella società è la loro capacità di rispondere ai bisogni dell'individuo e ai bisogni sociali a seconda del periodo storico((riprende il sistema dei bisogni di Platone)). In un periodo storico primitivo la società ha determinate esigenze che nel tempo cambieranno, e il sistema sociale stesso deve rispondere ed esaudire questi bisogni. La prima cosa che enuclea sono i bisogni di tipo pratico, i primi di cui l'uomo fa presente di aver bisogno, tutto ciò che segue è un <<di più>>. Il primo bisogno ha carattere materiale/economico: Marx è soprattutto attratto dallo scoprire in quali modi nel tempo è stata data una risposta all'individuo e alla società nei propri bisogni economici. I punti cardine del marxismo sono:+Marx, invece, non ha intenzione di fare solo speculazione; la sua filosofia pertanto prende il nome di <<Filosofia della Prassi>>. <<Prassi>> viene da //praxis// -- pratica. Anche Aristotele parlava di discipline pratiche((in contrapposizione a quelle teoretiche)): esse miravano a migliorare l'uomo e la società. Si giunge dunque ad un passaggio fondamentale -- la società; se c'è un merito che Marx riconosce ad Hegel, è aver saputo isolare la società, primo luogo non strutturato in cui ci si relaziona con l'altro in una moltitudine di confronti, dallo Stato: la società è il primo luogo dove l'uomo si relaziona al di fuori della famiglia. Marx individua subito che ciò che decreta l'andamento dei rapporti nella società è la loro capacità di rispondere ai bisogni dell'individuo e ai bisogni sociali a seconda del periodo storico((riprende il sistema dei bisogni di Platone)). In un periodo storico primitivo la società ha determinate esigenze che nel tempo cambieranno, e il sistema sociale stesso deve rispondere ed esaudire questi bisogni. La prima cosa che enuclea sono i bisogni di tipo pratico, i primi di cui l'uomo fa presente di aver bisogno, tutto ciò che segue è un <<di più>>. Il primo bisogno ha carattere materiale/economico: Marx è soprattutto attratto dallo scoprire in quali modi nel tempo è stata data una risposta all'individuo e alla società nei propri bisogni economici. I punti cardine del marxismo sono:
  
-  - La prassi (l'uomo torna sulla terra con i suoi bisongi pratici; l'interesse è l'uomo, non più lo spirito)+  - La prassi scientifica (l'uomo torna sulla terra con i suoi bisongi pratici; l'interesse è l'uomo, non più lo spirito)
   - I bisogni dell'uomo, specie quelli di carattere economico   - I bisogni dell'uomo, specie quelli di carattere economico
   - La società come //focus//, in un'ottica storica   - La società come //focus//, in un'ottica storica
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 ==== Critica ad Hegel ==== ==== Critica ad Hegel ====
  
-Ad [[filosofia:hegel|Hegel]] ripropone la medesima critica operata da Feuerbach: Hegel aveva rovesciato i rapporti soggetto/predicato; l'idea che doveva essere predicato è divenuta soggetto. Degli uomini, in realtà il soggetto, aveva fatto predicato. Dal punto di vista di Marx, Hegel non solo ha rovesciato i rapporti logici, rendendoli peraltro ontologici, ma ha anche preso manifestazioni concrete della società e le ha fatte diventare spirituali, assolute e universali, <<assolutizzandole>>, facendo loro così perdere il riferimento all'evoluzione storico-sociale a cui appartengono. Hegel ha affermato che lo stato nella forma monarchico-costituzionale fosse l'espressione dello spirito assoluto, ha cristallizzato quell'espressione monarchica portandola fuori dall'ambito del concreto e l'ha spostata nel cielo dello spirito, operazione assolutamente sbagliata per tutte le manifestazioni istituzionali dei vari stati, poiché qualunque tipo di ordinamento è contestualizzato in un dato periodo storico, Hegel ha invece spacciato come universali verità giuste solo nel tempo e nello spazio delle società in cui si esprimono.+Ad [[filosofia:hegel|Hegel]] ripropone la medesima critica operata da Feuerbach: Hegel aveva rovesciato i rapporti soggetto/predicato; l'idea che doveva essere predicato è divenuta soggetto. Degli uomini, in realtà il soggetto, aveva fatto predicato. Dal punto di vista di Marx, Hegel non solo ha rovesciato i rapporti logici, rendendoli peraltro ontologici, ma ha anche preso manifestazioni concrete della società e le ha fatte diventare spirituali, assolute e universali, <<assolutizzandole>>((cristallizzandole)), facendo loro così perdere il riferimento all'evoluzione storico-sociale a cui appartengono. Hegel ha affermato che lo stato nella forma monarchico-costituzionale fosse l'espressione dello spirito assoluto, ha cristallizzato quell'espressione monarchica portandola fuori dall'ambito del concreto e l'ha spostata nel cielo dello spirito, operazione assolutamente sbagliata per tutte le manifestazioni istituzionali dei vari stati, poiché qualunque tipo di ordinamento è contestualizzato in un dato periodo storico, Hegel ha invece spacciato come universali verità giuste solo nel tempo e nello spazio delle società in cui si esprimono.
  
-Lo stratagemma di Hegel è proprio quello di universalizzare le manifestazioni empiriche, contingenti, rendendole universali, necessarie((ricordiamo la distinzione tra contingente e universale)), con un misticismo logico, ossia capovolgimento soggetto-predicato, che Marx denomina <<Metodo trasformativo>>((pag. 96)). Marx porta a riflettere su quanto sia reazionario Hegel: cristallizzando nel paradiso delle istituzioni perfette la monarchia costituzionale, si afferma che a quella bisogna aspirare e niente più pretendere o volere, riconoscendola come forma di stato perfetto; i cittadini dello stato perfetto ne accettano pienamente le conseguenze, inclusa una tassazione ingiusta, un trattamento civile in base alla posizione sociale ricoperta dai vari cittadini ecc.+Lo stratagemma di Hegel è proprio quello di universalizzare le manifestazioni empiriche, contingenti, rendendole universali, necessarie((ricordiamo la distinzione tra contingente e universale)), con un misticismo logico, ossia capovolgimento soggetto-predicato. La risposta di Marxun ulteriore capovolgimento che ripristina il vero soggetto e predicato, è il cosiddetto <<Metodo trasformativo>>((pag. 96)). Marx porta a riflettere su quanto sia reazionario Hegel: cristallizzando nel paradiso delle istituzioni perfette la monarchia costituzionale, si afferma che a quella bisogna aspirare e niente più pretendere o volere, riconoscendola come forma di stato perfetto; i cittadini dello stato perfetto ne accettano pienamente le conseguenze, inclusa una tassazione ingiusta, un trattamento civile in base alla posizione sociale ricoperta dai vari cittadini ecc.
  
-Lo scopo di Marx è proprio una demistificazione dell'hegelismo, prendendone la parte migliore: oltre ad aver isolato la società rispetto allo stato, Hegel ha soprattutto saputo mettere in luce il metodo dialettico, che sostiene che ciò che viviamo si sviluppa secondo una serie di contrapposizioni dialettiche, tra opposti, che poi vengono superate in una data maniera, portando allo sviluppo del mondo. La dialettica assume ancora maggiormente un'importanza storica nel contesto del tempo. La storia per Hegel era già importante, e per Marx lo è ancora di più. Lo sviluppo dei rapporti dialettici nella contrapposizione tra due parti opposte e la sua realizzazione ed il progresso della società sono gli ambiti di cui si occupa Marx. Ma essendo questi sviluppi storicizzati, essi non vanno studiati in modo ideale, cristallizzandoli, bensì in modo materiale secondo la prassi, in cui tutti siamo immersi. Lo scontro non è sofistico, ma concreto.+Lo scopo di Marx è proprio una demistificazione dell'hegelismo, prendendone la parte migliore: oltre ad aver isolato la società rispetto allo stato, Hegel ha soprattutto saputo mettere in luce il metodo dialettico, che sostiene che ciò che viviamo si sviluppa secondo una serie di contrapposizioni dialettiche, tra opposti, che poi vengono superate in una data maniera, portando allo sviluppo del mondo. La dialettica assume ancora maggiormente un'importanza storica nel contesto del tempo. La storia per Hegel era già importante, e per Marx lo è ancora di più. Lo sviluppo dei rapporti dialettici nella contrapposizione tra due parti oppostee la sua realizzazione, nonché il progresso della società sono gli ambiti di cui si occupa Marx. Ma essendo questi sviluppi storicizzati, essi non vanno studiati in modo ideale, cristallizzandoli, bensì in modo materiale secondo la prassi, in cui tutti siamo immersi. Lo scontro non è sofistico, ma concreto.
  
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 Paul Ricoeur, francese, dice che Marx, [[Nietzsche]] e [[Freud]] sono i <<maestri del sospetto>>: questa definizione li qualifica come coloro che mettono in luce in maniera chiara che dietro le cose come appaiono c'è sempre altro, e bisogna avere sospetto della realtà come appare per scoprire i meccanismi nascosti. Marx, in particolare, rivela il sistema della produzione economica, che prima di lui nessuno aveva così profondamente analizzato e in cui nessuno entrerà tanto a fondo dopo di lui. Se gli esiti della teoria marxiana sono oggetti di critica, __la sua analisi dei metodi di produzione rimane scientificamente del tutto condivisibile__<sup>[citazione necessaria]</sup>. Il target della sua critica è lo stato liberale. Paul Ricoeur, francese, dice che Marx, [[Nietzsche]] e [[Freud]] sono i <<maestri del sospetto>>: questa definizione li qualifica come coloro che mettono in luce in maniera chiara che dietro le cose come appaiono c'è sempre altro, e bisogna avere sospetto della realtà come appare per scoprire i meccanismi nascosti. Marx, in particolare, rivela il sistema della produzione economica, che prima di lui nessuno aveva così profondamente analizzato e in cui nessuno entrerà tanto a fondo dopo di lui. Se gli esiti della teoria marxiana sono oggetti di critica, __la sua analisi dei metodi di produzione rimane scientificamente del tutto condivisibile__<sup>[citazione necessaria]</sup>. Il target della sua critica è lo stato liberale.
  
-Dove Hegel afferma che la società è il luogo delle tensioni e delle opposizioni, e che queste opposizioni tenute a bada dalla polizia delle corporazioni, Marx sostiene che esse non possono essere affrontate dalla società, in quanto le corporazioni rappresentano un interesse corporativo. Questa scissione da Hegel mostra come Marx ritiene che la società delle tensioni sia quella attuale, liberale, epoca in cui si è persa l'unitarietà e armonia della società iniziale, la polis greca, la cosiddetta <<bella vita etica>>, con armonia tra società stato. In quella società, secondo Marx, i cittadini avevano i diritti, ma non solo nominalmente (come accade nelle democrazie rappresentative e negli stati liberali), bensì anche sostanzialmente, come accade in tutte le democrazie dirette. In una democrazia rappresentativa, che propone il sistema liberale, ogni cittadino dotato di diritti non li esercita direttamente ma vota qualcuno che li eserciti al posto suo nel Parlamento.+Dove Hegel afferma che la società è il luogo delle tensioni e delle opposizioni, e che queste opposizioni devono essere tenute a bada dalla polizia delle corporazioni, Marx sostiene che esse non possono essere affrontate dalla società, in quanto le corporazioni rappresentano un interesse corporativo. Questa scissione da Hegel mostra come Marx ritiene che la società delle tensioni sia quella attuale, liberale, epoca in cui si è persa l'unitarietà e armonia della società iniziale, la polis greca, la cosiddetta <<bella vita etica>>, con armonia tra Società Stato. In quella società, secondo Marx, i cittadini avevano i diritti, ma non solo nominalmente (come accade nelle democrazie rappresentative e negli stati liberali), bensì anche sostanzialmente, come accade in tutte le democrazie dirette. In una democrazia rappresentativa, che propone il sistema liberale, ogni cittadino dotato di diritti non li esercita direttamente ma vota qualcuno che li eserciti al posto suo nel Parlamento.
  
 Nella società che Marx osserva, capitalistica e liberale, non vi è più corrispondenza tra il cittadino ideale che esibisce i suoi desideri nel cielo empireo dello Stato e il cittadino che vive nella società. Non esiste un cittadino teorico, ma esistono i cittadini reali, calati nella società, che vivono le continue contrapposizioni e la sostanziale disuguaglianza della loro esistenza. Vi è inoltre un grande atomismo (ognuno vive scisso, pensa per sé) e individualismo: ciò è fisiologico del liberalismo, che tutela prima di tutto la proprietà privata. Marx rifiuta pertanto tutti i presupposti della democrazia rappresentativa e del liberalismo, che mettono in mano di un rappresentante un'accumulazione di potere. Marx è contro la libertà del singolo, sinonimo di individualismo, che può altrimenti fare ciò che vuole, compreso sovrastare tutti gli altri uomini. Affinché una democrazia davvero sostanziale si possa realizzare, bisogna abolire la proprietà privata, fornire a tutti i cittadini la possibilità di votare, e bisogna che ci sia una rivoluzione sociale guidata dal proletariato, con un'emancipazione politica e una liberazione dei cittadini, che devono sentirsi parte del popolo, e corrisponde a una reale emancipazione umana. //I Manoscritti// spiegano il meccanismo economico che sta dietro all'alienazione. Nella società che Marx osserva, capitalistica e liberale, non vi è più corrispondenza tra il cittadino ideale che esibisce i suoi desideri nel cielo empireo dello Stato e il cittadino che vive nella società. Non esiste un cittadino teorico, ma esistono i cittadini reali, calati nella società, che vivono le continue contrapposizioni e la sostanziale disuguaglianza della loro esistenza. Vi è inoltre un grande atomismo (ognuno vive scisso, pensa per sé) e individualismo: ciò è fisiologico del liberalismo, che tutela prima di tutto la proprietà privata. Marx rifiuta pertanto tutti i presupposti della democrazia rappresentativa e del liberalismo, che mettono in mano di un rappresentante un'accumulazione di potere. Marx è contro la libertà del singolo, sinonimo di individualismo, che può altrimenti fare ciò che vuole, compreso sovrastare tutti gli altri uomini. Affinché una democrazia davvero sostanziale si possa realizzare, bisogna abolire la proprietà privata, fornire a tutti i cittadini la possibilità di votare, e bisogna che ci sia una rivoluzione sociale guidata dal proletariato, con un'emancipazione politica e una liberazione dei cittadini, che devono sentirsi parte del popolo, e corrisponde a una reale emancipazione umana. //I Manoscritti// spiegano il meccanismo economico che sta dietro all'alienazione.
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 I proletari fanno andare avanti l'attività economica del capitalista, e sono dunque necessari ad egli. Loro subiscono un'alienazione, una perdita di sé stessi, e anche il salario loro retribuito è infinitamente più basso rispetto a ciò che investono nel proprio lavoro presso la fabbrica. Loro si fanno altro da sé, e questa cosa che tolgono a loro stessi la danno al capitalista. Si cristallizza in più cose: I proletari fanno andare avanti l'attività economica del capitalista, e sono dunque necessari ad egli. Loro subiscono un'alienazione, una perdita di sé stessi, e anche il salario loro retribuito è infinitamente più basso rispetto a ciò che investono nel proprio lavoro presso la fabbrica. Loro si fanno altro da sé, e questa cosa che tolgono a loro stessi la danno al capitalista. Si cristallizza in più cose:
-  * il prodotto del loro lavoro -> producono un oggetto in cui mettono la loro maestria, ma di questo oggetto non rimarrà loro nulla, né avranno buona parte del profitto loro stesi+  * il prodotto del loro lavoro -> producono un oggetto in cui mettono la loro maestria, ma di questo oggetto non rimarrà loro nulla, né avranno buona parte del profitto loro stessi
  
 Marx immagina l'operaio come una persona che è in sofferenza, che non è più protagonista della propria azione produttiva, perché mentre in passato l'artigiano produceva un oggetto, ne seguiva le fasi produttive da inizio a fine. Un calzolaio, ad esempio, concettualizzava il //design// di una scarpa e la realizzava partendo dalla propria idea, realizzandone tutte le parti. Quando produce la scarpa fatta e finita, essa è sua, e lui può decidere se venderla o meno, e vendendola ottiene il proprio ricavato. Un operaio, invece, è l'addetto a produrre una sola parte del prodotto, e non sa dove verrà applicata o come si presenterà il prodotto finale, ma si limita a seguire le istruzioni del proprio reparto. Si perde così il senso del proprio lavoro, e di conseguenza il senso di ciò che dà all'uomo la sua dignità. Il lavoratore viene dunque alienato rispetto al lavoro della sua attività perché produce un oggetto che non gli appartiene e ha una potenza dominatrice nei suoi confronti: producendo un qualcosa in modo non intenzionale, l'oggetto domina il suo produttore. Ciò è amplificato quando del prodotto si realizza una sola parte. Marx immagina l'operaio come una persona che è in sofferenza, che non è più protagonista della propria azione produttiva, perché mentre in passato l'artigiano produceva un oggetto, ne seguiva le fasi produttive da inizio a fine. Un calzolaio, ad esempio, concettualizzava il //design// di una scarpa e la realizzava partendo dalla propria idea, realizzandone tutte le parti. Quando produce la scarpa fatta e finita, essa è sua, e lui può decidere se venderla o meno, e vendendola ottiene il proprio ricavato. Un operaio, invece, è l'addetto a produrre una sola parte del prodotto, e non sa dove verrà applicata o come si presenterà il prodotto finale, ma si limita a seguire le istruzioni del proprio reparto. Si perde così il senso del proprio lavoro, e di conseguenza il senso di ciò che dà all'uomo la sua dignità. Il lavoratore viene dunque alienato rispetto al lavoro della sua attività perché produce un oggetto che non gli appartiene e ha una potenza dominatrice nei suoi confronti: producendo un qualcosa in modo non intenzionale, l'oggetto domina il suo produttore. Ciò è amplificato quando del prodotto si realizza una sola parte.
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 Inoltre, il prodotto che viene venduto genera un ricavo che non viene redistribuito in modo onesto, ma il capitalista genera un plusvalore che intasca in virtù del possesso dei mezzi di produzione, anche se in quel plusvalore vi è la produttività, la creatività e lo sforzo dell'operaio, a cui realmente esso spetta. Ciò porta a un rovesciamento del : mentre l'operaio dovrebbe trovare la sua realizzazione di uomo nel lavoro che compie, realizzandosi come persona che ha diritti e un'intenzione nell'azione, se l'uomo non si realizza intellettualmente nel lavoro che compie, esso diventa solo un mezzo per vivere e per supportare il tempo della vita che è fuori dal lavoro (il tempo libero). Il capitalista ha saputo vendere al lavoratore proprio quest'idea che il lavoro è solo un mezzo per ottenere materialmente il denaro per divertirsi, e non il momento stesso in cui ci si arricchisce come individuo. Inoltre, il prodotto che viene venduto genera un ricavo che non viene redistribuito in modo onesto, ma il capitalista genera un plusvalore che intasca in virtù del possesso dei mezzi di produzione, anche se in quel plusvalore vi è la produttività, la creatività e lo sforzo dell'operaio, a cui realmente esso spetta. Ciò porta a un rovesciamento del : mentre l'operaio dovrebbe trovare la sua realizzazione di uomo nel lavoro che compie, realizzandosi come persona che ha diritti e un'intenzione nell'azione, se l'uomo non si realizza intellettualmente nel lavoro che compie, esso diventa solo un mezzo per vivere e per supportare il tempo della vita che è fuori dal lavoro (il tempo libero). Il capitalista ha saputo vendere al lavoratore proprio quest'idea che il lavoro è solo un mezzo per ottenere materialmente il denaro per divertirsi, e non il momento stesso in cui ci si arricchisce come individuo.
  
-Un'ulteriore alienazione è rispetto alla propria essenza //Wesen//l'essenza dell'uomo è quella del lavoro creativo, mentre nel capitalismo il lavoro è ripetitivo e alienante.+Un'ulteriore alienazione è rispetto alla propria essenza: il //Wesen//l'essenza dell'uomo è quella del lavoro creativo, mentre nel capitalismo il lavoro è ripetitivo e alienante.
  
-Il prossimo, nei quali confronti siamo alienati, è il capitalista, che ruba il profitto del proprio lavoro. La causa dell'alienazione è la proprietà privata dei mezzi di produzione, pubblica e collettiva.+Il prossimo, nei quali confronti siamo alienati, è il capitalista, che ruba il profitto del lavoro dell'operaio. La causa dell'alienazione è la proprietà privata dei mezzi di produzione, che secondo Marx, per eliminare questa forma di alienazione, deve essere pubblica e collettiva.
  
 ==== Critica a Feuerbach ==== ==== Critica a Feuerbach ====
  
-L'alienazione è spiegata nelle //Tesi su Feuerbach//, in particolare nella sesta e nella settima. Marx si sente distante dall'alienazione secondo Feuerbach: entrambi rovesciano la prassi, e ciò che per Hegel era soggetto deve essere predicato, e ciò che era oggetto deve diventare soggetto, con lo spirito come sola conseguenza della realtà effettuale. Ma, come Marx esprime nella sesta tesi, la differenza tra lui e Feuerbach è che il rovesciamento per Feuerbach è religioso, e pertanto si vira sull'antropologia, e la necessità di riacquistare le qualità che l'uomo si è tolto mettendole nel culto di Dio: si ha quindi un passaggio al culto dell'uomo. Per Marx, l'uomo deve vivere ed essere sempre in un contesto sociale e storico. Non è un uomo che vive nell'iperuranio, ed è frutto e conseguenza di un determinato contesto storico-sociale. Parlare di antropologia e sfociare nella fisiologia (<<l'uomo è ciò che mangia>>) non libera l'uomo dalla costitutiva alienazione: lo fa vivere meglio ma non lo toglie dalla condizione di essere sfruttato e alienato. La disalienazione proposta da Feuerbach è teorica, spirituale, e aver individuato il difetto fondamentale di Hegel non ha alcun frutto, se ciò non porta a una riflessione di carattere storico-sociale.+L'alienazione è citata anche nelle //Tesi su Feuerbach//, e le più famose sono la sesta e la settima. Marx si sente distante dall'alienazione secondo Feuerbach: entrambi rovesciano la prassi, e ciò che per Hegel era soggetto deve essere predicato, e ciò che era oggetto deve diventare soggetto, con lo spirito come sola conseguenza della realtà effettuale. Ma, come Marx esprime nella sesta tesi, la differenza tra lui e Feuerbach è che il rovesciamento per Feuerbach è religioso, e pertanto si vira sull'antropologia, e la necessità di riacquistare le qualità che l'uomo si è tolto attribuendole a Dio: si ha quindi un passaggio al culto dell'uomo (infatti, come dice Feuerbach, la teologia è un' antropologia capovolta). Per Marx, invece, l'uomo deve vivere ed essere sempre in un contesto sociale e storico. Non è un uomo che vive nell'iperuranio, ed è frutto e conseguenza di un determinato contesto storico-sociale. Parlare di antropologia e sfociare nella fisiologia (<<l'uomo è ciò che mangia>>) non libera l'uomo dalla costitutiva alienazione: lo fa vivere meglio ma non lo toglie dalla condizione di essere sfruttato e alienato. La disalienazione proposta da Feuerbach è teorica, spirituale, e aver individuato il difetto fondamentale di Hegel non ha alcun frutto, se ciò non porta a una riflessione di carattere storico-sociale.
  
 Nella settima tesi, Marx afferma che la religione accusata da Feuerbach di privarci delle nostre prerogative in quanto esseri umani potenti, non ha alcuna base di verità, è un prodotto inesistente, spirituale, dello stesso uomo socialmente contestualizzato nel tempo e nello spazio. Non esiste religione indipendente dalla società in cui la si pratica, ed è uno specchio di essa. Nella settima tesi, Marx afferma che la religione accusata da Feuerbach di privarci delle nostre prerogative in quanto esseri umani potenti, non ha alcuna base di verità, è un prodotto inesistente, spirituale, dello stesso uomo socialmente contestualizzato nel tempo e nello spazio. Non esiste religione indipendente dalla società in cui la si pratica, ed è uno specchio di essa.
  
-Negli //Annali Franco-Tedeschi//, così come nel Manifesto, la religione è descritta come l'oppio dei poveri, modo di sopprimere la volontà del popolo oppresso. Essa è prodotta dalla classe sociale egemone nel contesto storico-sociale in cui viene praticata, in quanto è funzionale al mantenimento dello //status quo// in una data società. L'ambito religioso è intrinsecamente alienante, e la disalienazione dell'uomo non può avvenire con una diversa considerazione della religione, ossia trasformandola da religione ad antropologia, ma eliminandola in toto.+Negli //Annali Franco-Tedeschi//, così come nel Manifesto, la religione è descritta come l'oppio dei popoli, modo di sopprimere la volontà del popolo oppresso. Essa è prodotta dalla classe sociale egemone nel contesto storico-sociale in cui viene praticata, in quanto è funzionale al mantenimento dello //status quo// in una data società. L'ambito religioso è intrinsecamente alienante, e la disalienazione dell'uomo non può avvenire con una diversa considerazione della religione, ossia trasformandola da religione ad antropologia, ma eliminandola in toto.
  
 ==== La Storia e le Ideologie ==== ==== La Storia e le Ideologie ====
Linea 108: Linea 108:
 Marx descrive in un'ottica tutto sommato positiva le rivoluzioni borghesi, che hanno eliminato il sistema feudale. Tuttavia, la borghesia è diventata in seguito classe dominante e di conseguenza oppressore. Marx descrive in un'ottica tutto sommato positiva le rivoluzioni borghesi, che hanno eliminato il sistema feudale. Tuttavia, la borghesia è diventata in seguito classe dominante e di conseguenza oppressore.
  
-Marx va ad analizzare le varie società con le varie forme di produzione: arcaica, asiatica, antica, feudale e infine quella socialista, a cui la società dovrà tendere. Non vi è un provvidenzialismo storico, né dal punto di vista cristiano, né da quello idealista dello Stato che deve realizzarsi. Lo Stato non esiste come entità superiore, ed è formato dalla comunità degli esseri umani suoi cittadini che ne fanno parte e che vengono oppressi: nel Cristianesimo infatti gli uomini, in quanto creature di Dio, sono strumenti nelle mani del Signore, la medesima prospettiva dell'Idealismo.+Marx va ad analizzare le varie società con le varie forme di produzione: arcaica, asiatica, antica, feudale e infine quella futura comunista, a cui la società dovrà tendere. Non vi è un provvidenzialismo storico, né dal punto di vista cristiano, né da quello idealista dello Stato che deve realizzarsi. Lo Stato non esiste come entità superiore, ed è formato dalla comunità degli esseri umani suoi cittadini che ne fanno parte e che vengono oppressi: nel Cristianesimo infatti gli uomini, in quanto creature di Dio, sono strumenti nelle mani del Signore, la medesima prospettiva dell'Idealismo.
  
 Solo coloro che abbatteranno il regime capitalista, realizzando il comunismo, saranno liberi. L'abbattimento non sarà frutto di una rivoluzione, ma avverrà spontaneamente, poiché il capitalismo ha dentro di sé un baco che ne causerà il crollo. Nell'Ottocento, la società in sviluppo è la società capitalistica, che si sviluppa in vari luoghi; ciò ha come conseguenza lo sviluppo del sistema capitalistico, che porta allo sviluppo della classe antagonista ai capitalisti: la classe proletaria. Quando i proletari acquisiranno consapevolezza della propria condizione di oppressi e quando il processo di sviluppo capitalistico sarà giunto a maturazione, e al suo conseguente collasso, i proletari di tutto il mondo si uniranno per compiere la rivoluzione e prendere il potere, l'avanguardia di tutti gli oppressi che riescono a essere in virtù della loro consapevolezza. Tale presa di coscienza si conquista tramite il processo produttivo, qualcosa che il contadino non può percepire, quindi l'avanguardia che guida tutto il processo rivoluzionario avverrà solo nel sistema capitalistico, ed essendo internazionale non può avere bandiere. Solo coloro che abbatteranno il regime capitalista, realizzando il comunismo, saranno liberi. L'abbattimento non sarà frutto di una rivoluzione, ma avverrà spontaneamente, poiché il capitalismo ha dentro di sé un baco che ne causerà il crollo. Nell'Ottocento, la società in sviluppo è la società capitalistica, che si sviluppa in vari luoghi; ciò ha come conseguenza lo sviluppo del sistema capitalistico, che porta allo sviluppo della classe antagonista ai capitalisti: la classe proletaria. Quando i proletari acquisiranno consapevolezza della propria condizione di oppressi e quando il processo di sviluppo capitalistico sarà giunto a maturazione, e al suo conseguente collasso, i proletari di tutto il mondo si uniranno per compiere la rivoluzione e prendere il potere, l'avanguardia di tutti gli oppressi che riescono a essere in virtù della loro consapevolezza. Tale presa di coscienza si conquista tramite il processo produttivo, qualcosa che il contadino non può percepire, quindi l'avanguardia che guida tutto il processo rivoluzionario avverrà solo nel sistema capitalistico, ed essendo internazionale non può avere bandiere.
Linea 128: Linea 128:
 ==== Teoria del Valore ==== ==== Teoria del Valore ====
  
-Il primo dato da cui parte Marx è l'elemento fondamentale dell'economia: la merce. La merce, oltre al valore di mercato dell'economia classica, ha un valore d'uso e un valore di scambio. Il primo, il lavoro d'uso, afferisce a ciò che la merce serve, il secondo si aggiunge al valore d'uso, ma è disgiunto da esso: il valore di scambio dipende dal lavoro socialmente necessario per realizzare una merce. Si aggiunge a questi valori principali, inerentemente al valore di scambio, il valore che si dà ad una merce nell'ambito del mercato, conseguentemente alla domanda e all'offerta.+Il primo dato da cui parte Marx è l'elemento fondamentale dell'economia: la merce. La merce, oltre al valore di mercato dell'economia classica, ha un valore d'uso e un valore di scambio. Il primo, il valore d'uso, afferisce a ciò che la merce serve, il secondo si aggiunge al valore d'uso, ma è disgiunto da esso: il valore di scambio dipende dal lavoro socialmente necessario per realizzare una merce. Si aggiunge a questi valori principali, inerentemente al valore di scambio, il valore che si dà ad una merce nell'ambito del mercato, conseguentemente alla domanda e all'offerta.
  
 Il rischio in cui si incorre è il feticismo delle merci, che oggi esiste nella forma del consumismo. Il rischio in cui si incorre è il feticismo delle merci, che oggi esiste nella forma del consumismo.
Linea 134: Linea 134:
 Analizzato il valore della merce in sé, Marx confronta l'economia classica e quella capitalistica: Analizzato il valore della merce in sé, Marx confronta l'economia classica e quella capitalistica:
  
-  * Nell'economia classica, a base prevalentemente agricola, vi è uno schema "**M-D-M**":\\ Si produce e accumula **M**erce (es. grano), si vende ottenendo **D**enaro, il quale a sua volta si usa per acquistare **M**erce per vivere +  * Nell'economia classica, a base prevalentemente agricola, vi è uno schema "**M-D-M**": \\ Si produce e accumula **M**erce (es. grano), si vende ottenendo **D**enaro, il quale a sua volta si usa per acquistare **M**erce per vivere 
-  * Nel capitalismo, lo schema è "**D-M-D<sup>1</sup>**":\\ il **D**enaro viene investito per produrre **M**erce, e così si riottiene il **D**enaro originale **maggiorato** da un plusvalore (valore maggiorato); la merce in questione comprende anche il lavoro salariato degli operai, che comprende un pluslavoro corrispondente al lavoro necessario a produrre il pluslavore stesso, e il salario originale è il denaro.\\ Il plusvalore è dunque espresso dalla formula $D - D^{1}$+  * Nel capitalismo, lo schema è "**D-M-D<sup>1</sup>**": \\ il **D**enaro viene investito per produrre **M**erce, e così si riottiene il **D**enaro originale **maggiorato** da un plusvalore (valore maggiorato); la merce in questione comprende anche il lavoro salariato degli operai, che comprende un pluslavoro corrispondente al lavoro necessario a produrre il pluslavore stesso, e il salario originale è il denaro.\\ Il plusvalore è dunque espresso dalla formula $D - D^{1}$
  
 Il plusvalore non è il <<profitto>> del capitalista. Il capitale è infatti costituito da capitale variabile (i salari) e capitale costante (i mezzi di produzione). Mentre il plusvalore è solo un valore netto, quasi teorico, bisogna effettuare un'inferenza((pag. 119)), la tendenza del plusvalore, che lo riporta nella realtà effettiva: si tratta del saggio del plusvalore, che va misurato con una frazione: Il plusvalore non è il <<profitto>> del capitalista. Il capitale è infatti costituito da capitale variabile (i salari) e capitale costante (i mezzi di produzione). Mentre il plusvalore è solo un valore netto, quasi teorico, bisogna effettuare un'inferenza((pag. 119)), la tendenza del plusvalore, che lo riporta nella realtà effettiva: si tratta del saggio del plusvalore, che va misurato con una frazione: