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 +===== Ultimo periodo: il Pirandellismo =====
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 +Il <<pirandellismo>> è l'implosione dall'interno del teatro di Pirandello: tutto l'arrovellarsi dei personaggi è portato all'estremo, al punto che anche lo spettatore si trova a in crisi, non riuscendo più a seguire il continuo ragionamento. Esso ha inizio verso il 1920: i brani interpretati magistralmente da Marta Abba, un'attrice che era probabilmente la compagna di Pirandello, mostrano il frantumarsi del personaggio. Il continuo raziocinio giunge al punto in cui tutto ciò che avviene diventa quasi simbolico, e lo spettatore non riesce a seguire un filo logico, portando all'estremo la corrosione razionale. Questo periodo è chiamato "periodo dei miti": nella tematica di Pirandello, che era sempre stata orientata sulla realtà borghese, Pirandello si sposta sulla tematica mitica, lontana dalla realtà, per vertere su situazioni del tutto esotiche; emergono elementi religiosi, visioni e fortissime componenti quasi misticheggianti. Esempi di questo periodo sono:
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 +  * //La nuova colonia//
 +  * //Lazzaro//
 +  * //I giganti della montagna// (non riesce a terminarla)
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 +Anche negli anni '30, Pirandello continua a pubblicare: in questo periodo vi sono novelle che riprendono il tema della condizione sociale e del fatto che gli uomini devono indossare una maschera che non li definisce. Le novelle di questo periodo spiazzano totalmente, come del resto le altre di Pirandello.
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 +==== I giganti della montagna ====
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 +Quest'opera contiene un messaggio politico. Vi è un gruppo di attori che vuole portare tra la gente un messaggio di bellezza, del quale si fa portavoce l'attrice Ilse: questa vuole sempre rappresentare il pezzo teatrale <<La figlia del figlio cambiato>>. Il pubblico non capisce il messaggio, e gli attori tornano dalla scena sempre più depressi. A un certo punto del mago Cotrone, uno degli attori, è convinto non si possa portare l'arte sul mondo e che l'arte debba stare su un piano superiore, nel piano dell'inconscio, e non abbassarsi al livello del pubblico. Le due posizioni si scontrano, e Ilse, non convinta, si reca presso i giganti della montagna: questi giganti (che simboleggiano il potere fascista) hanno la capacità di muovere la nostra società, facendo piacere ciò che ritengono. Il messaggio è che in quel tempo l'arte non può sopravvivere se non appoggiandosi al potere fascista, e che una volta che si ha il sostegno del potere non importa realmente ciò che si propone, perché il potere centrale può dirigere la cultura.
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 +Il figlio di Pirandello conclude l'opera, dichiarando di aver fatto ciò esattamente come l'avrebbe conclusa il padre: Ilse recita la commedia in prova davanti ai giganti, a cui non piace, e i servi dei giganti, che non capiscono ma si sentono offesi, sbranano la compagnia.
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