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Svevo
Italo Svevo (nato come Ettore Schmiz) era di famiglia ebraica. I letterati italiani finora avevano studiato nelle università o da autodidatti. Svevo prende un diploma di tipo commerciali, senza uno studio classico, senza studiare greco o latino: è un letterato atipico. Mentre è alle commerciali studia una serie di autori tedeschi. In seguito scrive articoli di varia natura per il giornale L'indipendenza: è una rivista che inneggia all'irredentismo. Nel 1980 il padre, commerciante, fallisce: Svevo sperimenta sulla propria pelle cosa significa declassarsi. Ettore si fa assumere presso una banca a Trieste, e per 20 anni vi lavora. È in questo periodo che si documenta leggendo i classici italiani e scrive il primo romanzo Una vita.
Si sposa; la moglie è ricchissima: viene da una dinastia di veneziani che producevano vernici antiruggine, molto richiesti per uso militare. Quando negli anni '20 prende il posto del suocero nell'azienda, Svevo smette di scrivere e anzi rinnega la sua arte letteraria: sente già il conflitto tra l'intellettuale e l'imprenditore.