Differenze

Queste sono le differenze tra la revisione selezionata e la versione attuale della pagina.

Link a questa pagina di confronto

Entrambe le parti precedenti la revisione Revisione precedente
latino:metamorfosi [2022/03/16 17:14] alex2003superlatino:metamorfosi [2022/03/16 17:31] (versione attuale) alex2003super
Linea 38: Linea 38:
   * Il dio è ritratto nella sua immobilità e bellezza folgorante (supera la lue della lucerna), in contrasto con l’inquietudine e la dinamicità di Psiche   * Il dio è ritratto nella sua immobilità e bellezza folgorante (supera la lue della lucerna), in contrasto con l’inquietudine e la dinamicità di Psiche
  
-<color #6600cc>È ormai sfinita, spossata da morire, mentre ammira continuamente la bellezza del volto divino si riprende nell’animo, vede la bella chioma del biondo capo impregnata di ambrosia e sul collo bianco e le guance rosate su cui corrono le ciocche dei capelli e si intrecciano con grazia, alcuni vanno in avanti, altri vanno indietro, al cui splendore troppo folgorante lo stesso lume della lucerna vacillava;</color>+<color #6600cc>ormai sfinita, spossata da morire, mentre ammira continuamente la bellezza del volto divino si riprende nell’animo, vede la bella chioma del biondo capo impregnata di ambrosia e sul collo bianco e le guance rosate su cui corrono le ciocche dei capelli e si intrecciano con grazia, alcuni vanno in avanti, altri vanno indietro, al cui splendore troppo folgorante lo stesso lume della lucerna vacillava;</color>
  
 > per umeros pinnae roscide dei volatilis candicant micanti flore, et quamvis alis quiescentibus exitmae plumae tenellae ac delicatae resultantes tremule inquieta lasciviunt; ceterum corpus glabellum atque luculentum et quale Venerem non paeniteret peperisse. Ante pedes lectuli iacebat arcus et pharetra et sagittae, propitia tela magni dei. > per umeros pinnae roscide dei volatilis candicant micanti flore, et quamvis alis quiescentibus exitmae plumae tenellae ac delicatae resultantes tremule inquieta lasciviunt; ceterum corpus glabellum atque luculentum et quale Venerem non paeniteret peperisse. Ante pedes lectuli iacebat arcus et pharetra et sagittae, propitia tela magni dei.