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L'Asia nell'Ottocento

Gli inglesi sono liberisti, pertanto aboliscono tutti i sistemi di sopravvivenza che l'India aveva sviluppato per i suoi periodi di carestia. Gli inglesi sono convinti in una spontanea ri-equilibrazione del mercato, che non avviene: gli indiani si sono impoveriti e non possono acquistare i nuovi beni. La delocalizzazione della manodopera in India. Come sul territorio inglese, nascono le workhouses, dove il lavoro viene direttamente scambiato con viveri. In questo periodo emergono i primi scioperi, anticipando il movimento avviato in seguito da Gandhi.

Il Giappone possiede un modello di feudalesimo molto più solido di quello della Cina: gli shogun, signori della guerra. Il ruolo più importante assunto da questi è quello del governatore militare; le fughe di potere sono molto presenti nella società giapponese, dove i governatori militari erano più potenti dell'Imperatore. Nell'Ottocento nasce un nuovo ordinamento della società, dove viene abolita l'istituzione degli shogun e l'Imperatore prende il controllo; vi è un rinnovato orgoglio nazionale.

L'economia Giapponese diventa completamente chiusa (commerciano solo con qualche mercante olandese), non sottoponendosi alla dominazione occidentale.

La Guerra Russo-Giapponese (1904-1905) portò alla Prima Rivoluzione Russa.

La Cina era diventato un territorio succube, spartito tra più dominatori stranieri. Su imitazione del Giappone, in Cina nasce il movimento nazionalista dei boxer, che ha motivazioni xenofobe. Sarà questa la destra estrema dei vari partiti nazionalisti cinesi nel corso del Novecento.