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Rivoluzione di febbraio

La Rivoluzione di febbraio1) del 19172) è inserita nel contesto della Prima Guerra Mondiale, in seguito al fallimento del Piano Schlieffen. La Russia era in difficoltà, nonostante la numerosità del popolo russo, e la maggioranza della popolazione rurale che era stata costretta a lasciare il proprio lavoro e le rendite dai propri possedimenti era in dure condizioni di vita; la Russia era inoltre obsoleta: aveva ancora il sistema dei ranghi, la servitù della gleba3) e la condizione della guerra, con grandi generali che avanzavano inesorabilmente e soldati male equipaggiati, rispecchiava questo sistema.

Sebbene venga spesso considerata la prima, il termine «Prima Rivoluzione Russa» (1905) si riferisce in realtà a quella appena successiva alla guerra russo-giapponese. In questa occasione era stata concessa la duma: nata come parlamento con cui lo zar deve dividersi il potere, era a poco a poco (dopo la rivolta di San Pietroburgo in cui tutti scendono in piazza) divenuta sempre più elitaria elitaria, incrementando i requisiti per farne parte; ha pertanto solo funzione consultiva, e ciò fa ripiombare la Russia nella sua condizione dell'Ottocento.

Molti contadini, che non volevano essere più comandati e lavorare per loro stessi, erano usciti dalla servitù della gleba. Questi erano andati ad ingrossare le file del Partito Socialista Rivoluzionario, che afferisce al novero delle ideologie anarchiche; ma si tratta di un anarchismo privo del concetto dell'attentato del singolo, che pone una grande enfasi sul diritto al possesso di un piccolo terreno, con cui vivere in modo umile ma «autarchico» nei campi. Il motto di questo movimento è «Terra e libertà».

La riforma agraria proposta da Stolipyn aveva fatto sì che alcuni latifondi venissero tolti ai latifondisti e messi in vendita. I più poveri non si sarebbero mai potuti permettere quei terreni, ma se non altro questa riforma diede origine alla classe media agricola: i kulaki. Ha pertanto inizio un capitalismo delle campagne che va a smuovere un'istituzione russa secolare, quella dei mir: comunità rurali di aiuto mutuale4) che nel vastissimo territorio russo, talvolta non sotto il diretto e totale controllo dello zar, avevano una loro indipendenza. Questo modello sarà estremamente simile ai kibutz israeliani.

San Pietroburgo era nata per la volontà di copiare il dispotismo illuminato tedesco. In questa città risiede lo zar Nicola II, tradizionalista e convinto assertore del valore della Russia; era costume avere relazioni con l'Europa e a corte si parlava francese; questo internazionalismo era mostrato anche dalla desinenza -burg di più città, fatte a immagine del modello tedesco. A inizio della guerra decise di fare modificare la desinenza di tali nomi di città in -grad: San Pietroburgo diventa Pietrogrado. Non vi erano molti segnali che avrebbero fatto pensare a una probabile rivoluzione di stampo marxista.

Le poche industrie russe, situate prevalentemente a Pietrogrado, erano gestite con lo stesso piglio autoritario del resto della società russa. Il nucleo degli operai di Pietrogrado aveva così avviato le proprie manifestazioni, spinti dal Partito Socialdemocratico Russo (che diventerà, dopo la Rivoluzione di ottobre, il Partito Comunista): erano state effettuate da soviet, e fomentate dai bolscevichi.

Il Partito Socialdemocratico russo, nato a metà Ottocento nell'ambito della Seconda Internazionale, aveva una maggioranza (bolscevichi) e una minoranza (menscevichi): questi ultimi ritenevano impossibile una rivoluzione di stampo marxista poiché il sistema capitalistico della borghesia non era arrivato alla maturazione che avrebbe causato uno spontaneo rafforzamento della classe proletaria con conseguente crollo del capitalismo. Per i bolscevichi era invece importante effettuare immediatamente la rivoluzione, e porre a capo un'élite proletaria che avrebbe guidato la rimostranza del proletariato.

La maggioranza iniziale nel Partito Socialdemocratico, nel 1898, era dei bolscevichi; durante la Prima Guerra Mondiale prevalgono i menscevichi, ma all'interno dei soviet, che danno l'avvio dei disordini nel 1917, prevalgono i bolscevichi.


1)
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2)
Avvenuta in realtà a marzo, in quanto il calendario russo è sfasato rispetto a quello Europeo
3)
abolita formalmente nel '68, ma ancora attuata de facto
4)
Una sorta di comunismo utopistico/primitivo di stampo agricolo