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 ====== Tesi di aprile ====== ====== Tesi di aprile ======
  
-Al suo ritorno, il 16 aprile (3 aprile nel nostro calendario) 1917, Lenin pubblica una serie di direttive politiche in cui descrive la sua visione per una rivoluzione proletaria in Russia: le cosiddette //**Tesi di aprile**//.+[{{ :storia:lenin_tauride_palace.jpg?250|Lenin pronuncia le sue //Tesi// presso la sede del Soviet di Pietrogrado}}]
  
-Escludendo le piccole realtà industriali, la Russia è un grande paese contadinodove manca un grande proletariato operaiorendendo apparentemente impossibile una rivoluzione comunista secondo la visione marxiana.+Al suo ritorno in Russia, il 16 aprile (3 aprile nel nostro calendario) 1917Lenin pubblica una serie di direttive politiche in cui descrive la sua visione per una rivoluzione proletaria in Russia: le cosiddette //**Tesi di aprile**//.
  
-Visto che la situazione di tensione all'interno dello Stato non era più tra proletariato e capitalisti (Marx non aveva potuto prevedere la situazione globale nel Novecento) si era giunti a una guerra, massima espressione del capitalismo, a cui necessariamente segue una rivoluzione in cui le classi meno abbienti prendono il potere. Per Lenin decade il motivo della società economica, dell'analisi del profitto ecc., snaturando la natura marxiana e portandola a essere <<marxismo>>: diventa così il motore della storia ma perde la giustificazione economico-scientifica (rimane il fine economico dell'abolizione della proprietà privata, ma in un'ottica prettamente politica). Lenin si aggancia a Marx, affermando necessaria la rivoluzione, e affrancandosi a un'avanguardia sparuta di persone con le idee ben chiare: il proletariato. In una nazione dove la maggior parte della sofferente popolazione è contadina e risente ancora delle condizioni di servitù della gleba (appena abolita), la rivoluzione avverrà per mano del piccolo gruppo di proletariati guidati dai soviet (consigli operai, che in seguito da entità <<politicizzate>> diventano autentici organi politici, centri di potere); essi, secondo le idee di Lenin, devono essere il traino della rivoluzione.+Escludendo le piccole realtà industriali, la Russia è un grande paese contadino, dove manca un grande proletariato operaio, rendendo apparentemente impossibile una rivoluzione comunista secondo la visione marxiana. Visto che la situazione di tensione all'interno dello Stato non era più tra proletariato e capitalisti (Marx non aveva potuto prevedere la situazione globale nel Novecento) si era giunti a una guerra, massima espressione del capitalismo, a cui necessariamente segue una rivoluzione in cui le classi meno abbienti prendono il potere. Per Lenin decade il motivo della società economica, dell'analisi del profitto ecc., snaturando la natura marxiana e portandola a essere <<marxismo>>: diventa così il motore della storia ma perde la giustificazione economico-scientifica (rimane il fine economico dell'abolizione della proprietà privata, ma in un'ottica prettamente politica). 
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 +Lenin si aggancia a Marx, affermando necessaria la rivoluzione, e affrancandosi a un'avanguardia sparuta di persone con le idee ben chiare: il proletariato. In una nazione dove la maggior parte della sofferente popolazione è contadina e risente ancora delle condizioni di servitù della gleba (appena abolita), la rivoluzione avverrà per mano del piccolo gruppo di proletariati guidati dai soviet (consigli operai di fabbrica, e da una prevalenza di operai bolscevichi, che in seguito da entità <<politicizzate>> diventano autentici organi politici, centri di potere); essi, secondo le idee di Lenin, devono essere il traino della rivoluzione.