Nell'antico colonialismo, i primi a conquistare le coste dell'Africa per proseguire il commercio delle spezie erano stati i Portoghesi. Successivamente alla perdita dell'influenza politica del Portogallo, erano subentrate, nell'800, l'Inghilterra e l'Olanda, quest'ultima aveva stabilito un commercio degli schiavi particolarmente redditizio. Le ragioni principali per la colonizzazione nel XIX secolo furono due: l'espansione dei mercati (vista come ragione principale in ottica marxista) e la condotta di una politica di potenza. Le potenze coloniali più potenti nell'800 furono Francia e Regno Unito, che in Africa si espansero in direzioni differenti: i Francesi colonizzarono il nord Africa da Ovest verso Est, mentre gli Inglesi colonizzarono soprattutto la costa orientale, ciò comportò l'inevitabile incontro tra le due potenze, che avvenne a Fashoda, in Sudan (si evitò una guerra grazie alla diplomazia). L'Impero Britannico era talmente vasto che non veniva governato direttamente nella sua interezza, così si formo il Commonwealth ossia l'insieme dei territori controllati da Londra, che si dividevano in protettorati e dominions, in entrambi i casi la politica estera era controllata dall'Inghilterra mentre la politica interna era relativamente autonoma. L'interesse principale era controllare le coste (l'entroterra non veniva particolarmente esplorato). La Compagnia delle Indie Orientali (olandese) era una società privata che rispondeva allo Stato. Mentre la Compagnia delle Indie Occidentali (inglese) era profondamente legata alla corona, la partecipazione statale nella Compagnia delle Indie Orientali era minima.
I Boeri, agricoltori olandesi, erano fissi in Sud Africa presso Capo di Buona Speranza per garantire il commercio con la Compagnia; erano tenuti a commerciare esclusivamente con la Compagnia delle Indie Orientali nonostante un'assidua presenza dei mercanti inglesi e una presenza sporadica di Francesi e Tedeschi in quelle zone. I Boeri, pertanto, si spostano per la prima volta all'interno dell'Africa per guadagnare maggiore indipendenza; incontrarono così alcune popolazioni di indigeni: Ottentotti (per via del loro modo di parlare, visto dagli europei come un balbettio), Boscimani (da un termine olandese che significa “Uomini della boscaglia”) e Bantu, particolarmente difficili da soggiogare. Nell'iconografia olandese abbiamo una valutazione estremamente dispregiativa dei nativi africani, che vengono equiparati a scimmie; è qui che nasce per la prima volta l'idea di apartheid1).
In Sud Africa si iniziano a scoprire dei giacimenti minerari molto interessanti quali oro, diamanti e smeraldi. In questo ambito di pressoché totale liberismo, gli inglesi vogliono sfruttare il Sud Africa, e vedendo lo stato in cui versano le varie etnie native di quelle zone criticano profondamente l'istituto della schiavitù: viene emanato un editto che la abolisce2), privando così anche i boeri degli schiavi nelle loro zone. I boeri vengono ricompensati per gli schiavi sottratti, ma per riscattare il loro premio devono recarsi a Londra, dove non possono arrivare; affidandosi ai mercanti inglesi per riscuotere quanto gli spettava, viene loro sottratta una significativa quota dalla compensazione: i boeri si sentono ingannati e nasce così una tensione tra Inghilterra e boeri. Scoppia pertanto un conflitto: la Guerra Anglo-Boera3) (1899-1902).
Dopo questa guerra, vinta dagli Inglesi, i Boeri si spostano, dando vita a due regni: il Transvaal (ricco d'oro) e l'Orange, riconosciuti dall'Inghilterra come Stati sovrani. Provano a spostarsi anche nel Natal, dove tuttavia gli inglesi non li lasciano transitare. I Boeri si paragonano agli Ebrei, la nazione “eletta” che dopo il suo «esodo» non deve mischiarsi con gli indigeni, andando a cercare delle giustificazioni anche di tipo religioso nelle Sacre Scritture.
Per inserirsi nel contesto della colonia del Capo, anche gli inglesi devono sconfiggere degli indigeni: gli Zulu; all'inizio sottovalutano le loro doti belliche, e vengono sconfitti.
L'inglese Henry Molton Stanley, in una spedizione, esplora la zona attorno al fiume Congo; tutta questa regione viene offerta al Re Leopoldo I del Belgio, e diventa una proprietà privata e personale4) di Re Leopoldo dove il sovrano non si attiene ad alcuna legge: nasce così il Congo Belga. È proprio nel Congo che avvengono le maggiori crudeltà nei confronti degli indigeni schiavizzati, in particolare nelle carovane di schiavi che, spostandosi a piedi, esportano la gomma5).