Nel 1877 il Generale MacMahon tentò con un colpo di Stato di portare la Repubblica Francese a un governo simile a quello prussiano/tedesco; questo colpo di Stato non ebbe un reale successo. Un altro tentativo fu quello nel 1889 da parte di Boulanger, molto più competente di MacMahon, che ottenne il consenso della folla, ma anche il suo tentativo fu fallimentare. La terza Repubblica Francese così rimasta era debole, danneggiata dalle pressioni sia da sinistra che da destra e come avviene in ogni circostanza dove il governo è in crisi, viene cercato il capro espiatorio. Tale elemento fu individuato nella sconfitta da parte della Prussia: la potenza prussiana era in parte vista con ammirazione, in quanto in grado di organizzare le proprie istituzioni senza le inefficienze del Repubblicanesimo, in parte con odio, per via della sconfitta di Sedan del 1870. L'obiettivo fu quello di portare questo sentimento verso un singolo soggetto: gli ebrei; la Francia fu il luogo dove ebbe inizio una grande corrente di intellettuali politici antisemiti; contemporaneamente vi fu un fallimento nella costruzione del canale di Panama a opera di una compagnia composta prevalentemente da ebrei, dovuta a uno scandalo finanziario in cui molti francesi persero i propri capitali.
L'ufficiale e la spia (2019)
In questo clima di antisemitismo e di mancanza di una classe dirigente ben definita1) si ebbe anche il Caso Dreyfus. Alfred Dreyfus era un capitano francese di origine ebraica, che venne accusato di aver delato importanti segreti ai tedeschi. In effetti vi fu una fuga non particolarmente grave di informazioni in Germania, ma Dreyfus non era coinvolto. Egli fu sottoposto a un processo in cui fu incriminato usando prove falsificate, per salvare altri ufficiali — i reali autori della fuga di notizie — nonché per aumentare la tensione in Francia, esacerbando gli animi e portando a una militarizzazione dello Stato.
L'affare Dreyfus fu l'esemplificazione dello scontro delle due anime politiche nella Francia (e nel resto dell'Europa) di quel periodo. Da un lato vi erano i reazionari, nazionalisti e nostalgici della monarchia, dall'altro vi era tutto il mondo delle masse che desideravano cambiamenti sociali. Zola, scrittore e giornalista, si prese a cuore la vicenda pubblicando il suo celebre articolo, J'accuse, in cui affermava che Dreyfus fosse diventato capro espiatorio di una tensione politica in Francia e Europa che non vedeva l'ora di venire fuori. Con un conflitto di tale portata, solo una guerra ne sarebbe potuta risultare. Al termine del processo, Dreyfus fu riabilitato totalmente e venne messo il luce l'inganno che lo aveva ingiustamente accusato, mostrando come la vittoria dei dreyfusards sugli antidreyfusards aveva palesato l'esistenza di uno spiraglio di apertura alla sinistra. Ad alimentare ulteriormente il conflitto furono i Protocolli dei Savi di Sion, scritti realizzati da antisemiti dell'impero zarista nel 1903 riguardo un piano segreto degli Ebrei di conquistare il mondo2).
La sinistra radicale, con al suo interno elementi antisemiti, insoddisfatta della sinistra liberale, trova il suo rifugio nel sindacalismo rivoluzionario: non tanto portavoce dei diritti dei lavoratori, quanto entità politica alla stregua di un partito di massa. Secondo questa corrente, lo sciopero generale dev'essere uno strumento di lotta per avviare la rivoluzione per il proletariato. Una volta che tutti i lavoratori paralizzano l'operatività di uno Stato, esso è costretto a venire a patti con la classe dei lavoratori, concedendo loro tutto ciò che richiedono. I diritti per cui lottavano erano il suffragio universale, una regolamentazione sulle ore di lavoro (a un massimo di otto) e sulla paga, e una più giusta distribuzione delle tasse. Il sindacalismo sfocia a volte nell'estremo opposto, come nel caso di Charles Mauras che fomentò un nazionalismo prettamente di destra, basato su rivendicazioni monarchiche vagamente cattoliche.