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Linea 9: Linea 9:
 L'unica conoscenza che si può possedere come umani risiede nell'esperienza; l'esperienza che noi umani abbiamo è riferita alla nostra natura, che è fortemente limitata. Le conoscenze a cui si giunge tramite l'esperienza umana sono pertanto fortemente incerte. Esse hanno valore solo nel momento dell'atto((v. Aristotele, atto/potenza)), ossia nell'//attualità//. Le idee non hanno quindi più valore, poiché sono immagini illanguidite dai ricordi. La nostra mente contiene pertanto solo le impressioni, lontane temporalmente e/o spazialmente. L'unica conoscenza che si può possedere come umani risiede nell'esperienza; l'esperienza che noi umani abbiamo è riferita alla nostra natura, che è fortemente limitata. Le conoscenze a cui si giunge tramite l'esperienza umana sono pertanto fortemente incerte. Esse hanno valore solo nel momento dell'atto((v. Aristotele, atto/potenza)), ossia nell'//attualità//. Le idee non hanno quindi più valore, poiché sono immagini illanguidite dai ricordi. La nostra mente contiene pertanto solo le impressioni, lontane temporalmente e/o spazialmente.
  
-Le idee astratte sono quelle particolari che simbolicamente rappresentano tante altre idee particolari simili, e hanno l'utile funzione di aiutare a pensare. L'abitudine di pensare per idee astratte e generali non deve illuderci della loro reale esistenza a prescindere((Diretta negazione del realismo ideale)). La facoltà di stabilire relazioni tra idee è chiamata "immaginazione" e il principio di associazione delle idee è una forza che si impone secondo tre criteri:+Le idee astratte sono quelle particolari che simbolicamente rappresentano tante altre idee particolari simili((in semiotica ne sono //segno//), e hanno l'utile funzione di aiutare a pensare. L'abitudine di pensare per idee astratte e generali non deve illuderci della loro reale esistenza a prescindere((Diretta negazione del realismo ideale)). La facoltà di stabilire relazioni tra idee è chiamata "immaginazione" e il principio di associazione delle idee è una forza che si impone secondo tre criteri:
  
   - Somiglianza (due idee si assomigliano, pertanto sono collegate)   - Somiglianza (due idee si assomigliano, pertanto sono collegate)
Linea 15: Linea 15:
   - Causalità (una cosa è causata da un'altra)   - Causalità (una cosa è causata da un'altra)
  
-La connessione causa-effetto non è mai determinata //a priori// (non vi si può arrivare ragionando), ma solo tramite l'esperienza((v. John Locke)). In quanto scettico, Hume mantiene viva l'idea che anche una volta formata la relazione causa-effetto tramite l'esperienza essa sia comunque arbitraria e che l'uomo non sia in grado di prevedere gli eventi futuri; restano plausibili tutti gli esiti di cause che non sono in auto-contraddizione: la causalità non è dimostrabile nemmeno //a posteriori//. A differenza di altri scettici successivi, Hume salva comunque (almeno linguisticamente) la categoria di causalità, seppur privandola di grande significanza.+La connessione causa-effetto non è mai determinata in modo universale né //a priori// (non vi si può arrivare ragionando) né a posteriori, ma solo soggettivamente tramite l'esperienza((v. John Locke)). In quanto scettico, Hume mantiene viva l'idea che anche una volta formata la relazione causa-effetto tramite l'esperienza essa sia comunque arbitraria e che l'uomo non sia in grado di prevedere gli eventi futuri; restano plausibili tutti gli esiti di cause che non sono in auto-contraddizione: la causalità non è dimostrabile nemmeno //a posteriori//. A differenza di altri scettici successivi, Hume salva comunque (almeno linguisticamente) la categoria di causalità, seppur privandola di grande significanza, declassandola all'ambito dell'abitudine soggettiva.
  
-Ogni opinione circa la realtà, che si insedia nella nostra mente come atto istintuale di ragione, prende il nome di "credenza". Essa pertiene sempre al dominio della //probabilità//, non della certezza((v. Platone, credenza come //pistis//)).+Ogni opinione circa la realtà, che si insedia nella nostra mente come atto istintuale di ragione, prende il nome di "credenza". Essa pertiene sempre al dominio della //probabilità//, non della certezza((v. Platone, credenza come //pistis//)). È dunque il momento in cui si crede di conoscere la verità((Nel mito della caverna di Platone, il momento in cui il prigioniero si gira e vede le statuette, scambiandole per oggetti reali)). La credenza non riguarda solo il mondo delle idee, ma è anche riferita al mondo della natura: siccome tutta la conoscenza dell'uomo è soggettiva, ogni esempio di esperienza del mondo esterno sensibile negli uomini è credenziale; è solo per abitudine che gli uomini credono all'impressione più vivida e soggettiva del mondo sensibile: la credenza. <color purple>**L'Io di Hume è ridotto a un fascio di impressioni**</color>((v. Idola Theatri di Bacone)): un teatro interiore in cui visualizziamo e richiamiamo tutto, secondo il nostro punto di vista.