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**Friedrich Wilhelm Nietzsche** (1844-1900) fu un filosofo tedesco che ebbe un profondo impatto sulla storia intellettuale moderna. Spesso viene associato al [[storia:卐|nazismo]]: fu infatti promotore di un super-individuo (superuomo/oltreuomo, Übermensch) che ha le caratteristiche di un uomo eccellente come descritto dall'ideologia del Führer; tuttavia, la sua filosofia non è politica, Nietzsche non ha mai parlato di forme di Stato, non ha proposto l'autoritarismo e si è occupato esclusivamente della condizione dell'uomo. Le sue soluzioni ai problemi hanno tuttavia come conseguenza il regime. Il reale problema di Nietzsche fu la sorella Elisabeth, che aveva una chiara impronta antisemita, ma Nietzsche era contrario all'antisemitismo e litigò anche con sua sorella per questo. Dopo la sua morte, la sorella che riorganizzò i suoi appunti, creo gli archivi e si fece aiutare da Peter Gast a pubblicare l'opera //La volontà di potenza// (di notevole successo) fece risultare Nietzsche come ideologicamente affine al nazismo. Peter Gast | **Friedrich Wilhelm Nietzsche** (1844-1900) fu un filosofo tedesco che ebbe un profondo impatto sulla storia intellettuale moderna. Spesso viene associato al [[storia:卐|nazismo]]: fu infatti promotore di un super-individuo (superuomo/oltreuomo, Übermensch) che ha le caratteristiche di un uomo eccellente come descritto dall'ideologia del Führer; tuttavia, la sua filosofia non è politica, Nietzsche non ha mai parlato di forme di Stato, non ha proposto l'autoritarismo e si è occupato esclusivamente della condizione dell'uomo. Le sue soluzioni ai problemi hanno tuttavia come conseguenza il regime. Il reale problema di Nietzsche fu la sorella Elisabeth, che aveva una chiara impronta antisemita, ma Nietzsche era contrario all'antisemitismo e litigò anche con sua sorella per questo. Dopo la sua morte, la sorella che riorganizzò i suoi appunti, creo gli archivi e si fece aiutare da Peter Gast a pubblicare l'opera //La volontà di potenza// (di notevole successo) fece risultare Nietzsche come ideologicamente affine al nazismo. |
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===== Vita e opere ===== | ===== Vita e opere ===== |
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Nasce a Röcken, città con pochi sbocchi, presso una famiglia protestante estremamente conservatrice, vide sempre nel padre la figura del "pastore"((era un pastore protestante)) prevalere sul ruolo di padre, e continuò a chiamarlo <<pastore>> anche dopo la morte. Nietzsche si trasferisce a Naumburg, e con il cambio di vita conseguente vede un intensificazione della propria educazione religiosa. L'infanzia di Nietzsche è dunque totalmente repressa, e l'unica strada che gli si apre davanti sono gli studi di teologia. A Lipsia viene in contatto con vari tipi di intellettuali, non solo quelli che si occupano di teologia, ma in generale tutti quelli che si occupano di cultura (es. filologi, esperti di letteratura classica greca e romana), e ciò è visibile nel primo periodo del suo pensiero. Nel 1865 mentre si trova a Lipsia si reca in gita a Colonia con degli amici, in un luogo dove vi erano le prostitute. Si sente da un lato attratto e dall'altro repulso, ma in questa <<casa di tolleranza>>((così erano chiamati questi luoghi)) si reca con l'intenzione. Contrae una malattia venerea degenerativa (sifilide/lue), che può potenzialmente portare alla follia, ma sarà <<grazie>> a questa malattia che probabilmente le opere di Nietzsche avranno un successo sempre maggiore, in particolare le ultime, pubblicate verso la fine della sua vita. | Nasce a Röcken, città con pochi sbocchi, presso una famiglia protestante estremamente conservatrice, vide sempre nel padre la figura del "pastore"((era un pastore protestante)) prevalere sul ruolo di padre, e continuò a chiamarlo <<pastore>> anche dopo la morte. Nietzsche si trasferisce a Naumburg, e con il cambio di vita conseguente vede un intensificazione della propria educazione religiosa. L'infanzia di Nietzsche è dunque totalmente repressa, e l'unica strada che gli si apre davanti sono gli studi di teologia. A Lipsia viene in contatto con vari tipi di intellettuali, non solo quelli che si occupano di teologia, ma in generale tutti quelli che si occupano di cultura (es. filologi, esperti di letteratura classica greca e romana), e ciò è visibile nel primo periodo del suo pensiero. Nel 1865 mentre si trova a Lipsia si reca in gita a Colonia con degli amici, in un luogo dove vi erano le prostitute. Si sente da un lato attratto e dall'altro repulso, ma in questa <<casa di tolleranza>>((così erano chiamati questi luoghi)) si reca con l'intenzione di <<diventare uomo>>. Contrae una malattia venerea degenerativa (sifilide/lue), che può potenzialmente portare alla follia, ma sarà <<grazie>> a questa malattia che probabilmente le opere di Nietzsche avranno un successo sempre maggiore, in particolare le ultime, pubblicate verso la fine della sua vita. |
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Le opere che Nietzsche maggiormente apprezza sono quelle della letteratura classica (soprattutto le tragedie greche) e [[filosofia:schopenhauer|Schopenhauer]] -- //Il mondo come volontà e rapprsentazione//. Per il suo interesse per la letteratura greca ottiene una cattedra di lingua greca a Basilea, dove entra in contatto con molti filosofi, e anche con Wagner. L'incontro con il compositore lo segna profondamente: l'impetuosità dei componimenti di Wagner delineerà il suo pensiero filosofico. Egli si reca spesso in campagna da Bayreuth, lo va a trovare, diventano grandi amici e Nietzsche apprezza particolarmente //L'anello dei Nibelunghi//, finché il filosofo non si distacca da Wagner, ritenendo le sue successive opere ripetitive una "musica di maniera", e si affranca al compositore Peter Gast; sarà quest'ultimo a rimaneggiare la sua opera dopo la morte e assistere la sorella nella pubblicazione. In seguito Nietzsche frequenta anche Paul Ree, e Lou Andreas-Salomé; quest'ultima, ballerina ebrea di origine probabilmente russa, che si occupa anche di sedute spiritiche ed esoterismo, è una donna estremamente colta, e Nietzsche se ne innamora; l'amore non è corrisposto, ma Paul Ree, Lou Andreas-Salomé e Nietzsche si frequentano come amici in una sorta di //menage a trois//. Per la Salomé, Nietzsche litigò a lungo con la madre e la sorella((era una persona alternativa, ed era un'ebrea)) e anche una volta scoperto che la stessa era in realtà innamorata di Paul Ree, il filosofo continuò a difenderla. La profonda delusione per l'amore, che lo porterà a vedere Paul Ree come un parassita, metterà in mostra in Nietzsche sempre più segni di squilibrio; è un momento di grande produzione: realizza una serie di produzioni tra cui //Gaia scienza// (1882), //Così parlò Zarathustra//, //Al di là del bene e del male// e una serie di libercoli. | Le opere che Nietzsche maggiormente apprezza sono quelle della letteratura classica (soprattutto le tragedie greche) e [[filosofia:schopenhauer|Schopenhauer]] -- //Il mondo come volontà e rapprsentazione//. Per il suo interesse per la letteratura greca ottiene una cattedra di lingua greca a Basilea, dove entra in contatto con molti filosofi, e anche con Wagner. L'incontro con il compositore lo segna profondamente: l'impetuosità dei componimenti di Wagner delineerà il suo pensiero filosofico. Egli si reca spesso in campagna da Bayreuth, lo va a trovare, diventano grandi amici e Nietzsche apprezza particolarmente //L'anello dei Nibelunghi//, finché il filosofo non si distacca da Wagner, ritenendo le sue successive opere ripetitive una "musica di maniera", e si affranca al compositore Peter Gast; sarà quest'ultimo a rimaneggiare la sua opera dopo la morte e assistere la sorella nella pubblicazione. In seguito Nietzsche frequenta anche Paul Ree, e Lou Andreas-Salomé; quest'ultima, ballerina ebrea di origine probabilmente russa, che si occupa anche di sedute spiritiche ed esoterismo, è una donna estremamente colta, e Nietzsche se ne innamora; l'amore non è corrisposto, ma Paul Ree, Lou Andreas-Salomé e Nietzsche si frequentano come amici in una sorta di //menage a trois//. Per la Salomé, Nietzsche litigò a lungo con la madre e la sorella((era una persona alternativa, ed era un'ebrea)) e anche una volta scoperto che la stessa era in realtà innamorata di Paul Ree, il filosofo continuò a difenderla. La profonda delusione per l'amore, che lo porterà a vedere Paul Ree come un parassita, metterà in mostra in Nietzsche sempre più segni di squilibrio; è un momento di grande produzione: realizza una serie di produzioni tra cui //Gaia scienza// (1882), //Così parlò Zarathustra//, //Al di là del bene e del male// e una serie di libercoli. |
In seguito alla tragedia, Nietzsche trova il dionisiaco nella musica, in particolare nell'//Anello dei Nibelunghi// di Wagner, che tuttavia in seguito percepisce come eccessivamente religioso (la vede come un'involuzione), né tanto meno si identifica nel nazionalismo tedesco. | In seguito alla tragedia, Nietzsche trova il dionisiaco nella musica, in particolare nell'//Anello dei Nibelunghi// di Wagner, che tuttavia in seguito percepisce come eccessivamente religioso (la vede come un'involuzione), né tanto meno si identifica nel nazionalismo tedesco. |
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L'Ottocento è il secolo dello storicismo, in particolare di quello cristiano, volendo vedere nella provvidenza la spiegazione di tutto quanto accade. Deluso dall'arte, Schopenhauer si sposta nella storia: l'eccesso di storia impedisce all'uomo di apprezzare il tempo in cui vive, e lo porta a viverlo in misura minore; se l'uomo pensa di essere parte di un grande sistema in un disegno provvidenziale perde il (non-)senso della vita e l'attimo presente. Nelle quattro //Considerazioni inattuali//, Nietzsche critica l'eccessivo storicismo nella sua epoca. L'uomo deve impadronirsi del senso della sua vita grazie all'oblio: l'uomo non può viaggiare con l'enorme peso della memoria sulle sue spalle. Il distacco dell'uomo dalla natura causa peraltro la nascita di un'idolatria del fatto: nello stesso modo in cui secondo Marx l'uomo perde il senso delle merci che ha prodotto per via del feticismo delle merci, l'uomo avverte il fatto che ha compiuto come qualcosa di estraneo a sé, operando mediante la storia una sorta di alienazione. Egli non è contro la storia, ma contro l'eccesso, il consumismo della storia: l'uomo deve mantenere una sola memoria critica((deve smascherare la tentazione di vedere un disegno dietro a ciò che esistito)) e <<biologica>>((che deve attenersi alla specie umana)). Sono teorie non-critiche: | L'Ottocento è il secolo dello storicismo, in particolare di quello cristiano, volendo vedere nella provvidenza la spiegazione di tutto quanto accade. Deluso dall'arte, Nietsche si sposta nella storia: l'eccesso di storia impedisce all'uomo di apprezzare il tempo in cui vive, e lo porta a viverlo in misura minore; se l'uomo pensa di essere parte di un grande sistema in un disegno provvidenziale perde il (non-)senso della vita e l'attimo presente. Nelle quattro //Considerazioni inattuali//, Nietzsche critica l'eccessivo storicismo nella sua epoca. L'uomo deve impadronirsi del senso della sua vita grazie all'oblio: l'uomo non può viaggiare con l'enorme peso della memoria sulle sue spalle. Il distacco dell'uomo dalla natura causa peraltro la nascita di un'idolatria del fatto: nello stesso modo in cui secondo Marx l'uomo perde il senso delle merci che ha prodotto per via del feticismo delle merci, l'uomo avverte il fatto che ha compiuto come qualcosa di estraneo a sé, operando mediante la storia una sorta di alienazione. Egli non è contro la storia, ma contro l'eccesso, il consumismo della storia: l'uomo deve mantenere una sola memoria critica((deve smascherare la tentazione di vedere un disegno dietro a ciò che esistito)) e <<biologica>>((che deve attenersi alla specie umana)). Sono teorie non-critiche: |
* il cristianesimo (vedere la storia come la realizzazione della provvidenza) | * il cristianesimo (vedere la storia come la realizzazione della provvidenza) |
* il marxismo (vedere la storia come fatti che si sviluppano in quanto sovrastruttura dell'economia) | * il marxismo (vedere la storia come fatti che si sviluppano in quanto sovrastruttura dell'economia) |
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Egli è dunque contro ogni base di struttura, che sia cristianesimo, marxismo o la scienza positivista, fissando l'importanza di una visione critica della storia. I <<vizi>> della storia sono descritti individuano tre <<tipi>> della storia: | Egli è dunque contro ogni base di struttura, che sia cristianesimo, marxismo o la scienza positivista, fissando l'importanza di una visione critica della storia. I <<vizi>> della storia sono descritti individuano tre <<tipi>> della storia: |
* Storia monumentale: ricerca dei grandi esempi ("monumenti") come esempi di ispirazione -> non è sbagliata in sé, ma è sbagliato pensare che si possano ripetere in modo uguale un'altra volta, pensando che si possano ripresentare i grandi eventi in maniera quasi uguale; è sbagliato mitizzare le figure, e dove si ripresentano grandi figure seppur non del tutto uguali a quelle passati non riconoscerle | * Storia monumentale: ricerca dei grandi esempi ("monumenti") come esempi di ispirazione -> non è sbagliata in sé, ma è sbagliato pensare che si possano ripetere in modo uguale un'altra volta, pensando che si possano ripresentare i grandi eventi in maniera quasi uguale; è sbagliato mitizzare le figure, e ciò porta, dove si ripresentano grandi figure seppur non del tutto uguali a quelle passate, a non essere in grado di riconoscerne il pregio |
* Storia antiquaria: trattare esclusivamente <<l'antichità>>, rimanendo vincolati a essa e considerandola paradigmatica, quasi perfetta -> essa ignora gli elementi della storia presente | * Storia antiquaria: trattare esclusivamente <<l'antichità>>, rimanendo vincolati a essa e considerandola paradigmatica, quasi perfetta -> essa ignora gli elementi della storia presente |
* Storia critica: quella di suo maggiore interesse -> non possiamo sottoporre a critica e revisione tutto ciò che è stato in passato, altrimenti non può proseguire la disciplina della storia, né la nostra vita presente (si cadrebbe nel dubbio iperbolico di Cartesio): è necessario che la storia lasci salvo un punto di partenza. Nietzsche afferma che questo tipo di storia ha la presunzione di "recidere il passato con il coltello", quando in realtà siamo il risultato delle scelte del passato | * Storia critica: quella di suo maggiore interesse -> non possiamo sottoporre a critica e revisione tutto ciò che è stato in passato, altrimenti non può proseguire la disciplina della storia, né la nostra vita presente (si cadrebbe nel dubbio iperbolico di Cartesio): è necessario che la storia lasci salvo un punto di partenza. Nietzsche afferma che questo tipo di storia ha la presunzione di "recidere il passato con il coltello", quando in realtà siamo il risultato delle scelte del passato |
==== Così Parlò Zarathustra ==== | ==== Così Parlò Zarathustra ==== |
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Il profeta di Dioniso è Zarathustra, e così come Schopenhauer si rifà alle filosofie indiane, Nietzsche parla di questo profeta indiano. Tale narrazione è incluso in un libro di aforismi: //Così Parlò Zarathustra//. | Il profeta di Dioniso è Zarathustra, e così come Schopenhauer si rifà alle filosofie indiane, Nietzsche parla di questo profeta indiano. Tale narrazione è incluso in un libro di aforismi: //Così Parlò Zarathustra//. È costituito da pensieri più o meno brevi da interpretare per comprendere ciò che si aspetta da noi Zarathustra, il quale predica il ritorno alla terra. In questo momento, abbiamo lasciato la filosofia del mattino e la condizione di nichilismo passivo. Se seguiamo la via fornitaci da Zarathustra, come viandanti fedeli al profeta e alla ricerca della nostra più intima essenza, abbiamo migliorato la nostra condizione, elevandoci alla poesia del meriggio. |
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FIXME x1 2022-04-04 | > Io sono un messaggero del fulmine, e il fulmine si chiama superuomo. |
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| Zarathustra è proprio il profeta del ritorno di Dioniso, rappresentato dall'affermazione della figura del Superuomo: Dioniso non torna in quanto dio od essere sovrannaturale avulso dall'umanità, ma come uomo potente. L'uomo si <<fa Dio>>, ma l'uomo-Dio non è assolutamente quello dell'umanesimo (legislatore del mondo che gestisce il mondo che lo circonda), bensì si fa <<sale della terra>>. |
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| La prima osservazione è che l'Oltreuomo sopprime la morale comune/classica, ed essendo in primo luogo corpo è un uomo capace di esaltare la propria forza fisica: come già constatato da Schopenhauer, l'anima non è che una particella del corpo, quella più importante. L'uomo di Schopenhauer è tuttavia strumento della volontà, mentre in Nietzsche ritorna alla dimensione fisica e diventa governatore della natura. L'uomo opera la <<trasmutazione dei valori>>: laddove ciò che pareva virtù era considerato un buon valore (es. generosità, umiltà, liberalità...), Nietzsche lo vede come difetto, sintomo di un'umanità malata, che non riesce a essere totalmente umanità. Che il Cristianesimo dica agli uomini di accettare una vita di sofferenza è una morale da infermi: i veri valori sono la fierezza (di essere uomini, e di essere prepotenti), la prepotenza, la gioia (da esplicitare fisicamente, con la danza), la buona salute (se per stare bene devo sopprimere qualcun altro, è giusto che io lo faccia), l'amore (anche sessuale), l'amicizia (riconoscendo come amico solo chi ha il coraggio di essere al pari dei superuomini), la guerra (misura di forza), la volontà che si staglia su quella degli altri con la vittoria. Secondo la critica mossa a Nietsche da Heiddeger, il primo non sopprime la morale, ma la sostituisce con una nuova. |
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| Una simile volontà vede la predominanza dei signori sugli schiavi: questi ultimi sono schiavi in quanto vogliono esserlo, poiché hanno paura di ribellarsi e di essere realmente uomini. Chi soccombe lo fa in quanto era destinato a soccombere, e prestare aiuto ai più deboli è un danno sia a sé che a loro, non destinati a salvarsi. Gli stessi deboli devono provare a mettersi in gioco, anche se l'ultimo esito di mettersi in gioco fosse la morte: tale morte ha ragion d'essere. |
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| > Potrei credere solo a un dio che sapesse danzare. |
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| Si danza contro lo spirito di gravità per dileggiare l'abisso((limiti che il corpo stesso ha)), affinché il corpo e il sangue trionfino. Egli pratica una soppressione della morale, anche a livello dello Stato: uno Stato non deve aver paura di muovere guerra verso un altro, anche se ha meno forza bellica. |
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| Zarathustra si esprime soprattutto contro la Metafisica e il Cristianesimo, tuttavia Cristo stesso non è visto come sinonimico del Cristianesimo: nella filosofia del meriggio, Nietzsche afferma che Cristo è stato --- a suo tempo --- un superuomo, un rivoluzionario capace di sovvertire le regole del suo tempo, ha vissuto in modo anarchico e tutti coloro che l'hanno seguito non hanno vissuto una morale della rinuncia, bensì una morale dell'affermazione, del Superuomo; sono stati i suoi seguaci a trasformare la sua religione in una religione della rinuncia. |
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| Nietzsche non vede una natura divina nel Cristo di cui parla: Cristo è un uomo che è //diventato// divino solo in quanto si è riappropriato del significato ultimo dell'essere uomo. Cristo non è morto per salvare alcuno, ma per mostrare all'uomo come si vive. Il Cristianesimo odia invece la vita, la gioia: è una riduzione del divino a un <<Dio dei malati>>, il Vangelo è morto sulla croce in quanto il Cristianesimo travisa Gesù. Così come Nietzsche critica l'antisemitismo, egli critica anche il cristianesimo. |
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| Il <<folle uomo>> annuncia la morte di Dio: egli dà tale annuncio dopo averlo cercato, ed è folle in quanto solo un folle può ritenere che Dio esista. L'uomo deve invece essere <<folle>>((questa volta con una connotazione positiva)) nell'accettare di essere forte e nel porsi "Al di là del bene e del male", giungendo alle radici della natura umana stessa ed esplicitando la sua volontà di potenza. |
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| Non ci sarà più un uomo nel senso diminuito sulla terra, e il superuomo sarà capostipite di una nuova umanità che incarnerà lo spirito della terra. |
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| La morte di Dio rappresenta la fine definitiva del platonismo. Vi sono "più tipi di Dio" che uccidiamo, sia nella vera e propria religione: |
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| * Cristianesimo |
| * Filosofia greca (Platone) |
| * Kantismo -> ridotto a un postulato morale (la formalità del dovere non piace a fine '800) |
| * Positivismo -> "canto del gallo": filosofia del mattino, con il risveglio dell'uomo (introduzione del metodo scientifico) che costituisce un annuncio/presa di consapevolezza da parte del genere umano. La scienza che si forma diventa poi tuttavia un'altra religione a sua volta, a cui Nietzsche e contrapposto in quanto viandante; egli fa un altro tipo di scienza: è la scienza che si ricollega alla vera terra. |
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| La filosofia di Zarathustra descrive come il mondo vero diventa favola. La condizione imprescindibile affinché vi sia l'Oltreuomo è l'uccisione di Dio. Zarathustra, che parla per aforismi, racconta delle tre metamorfosi dell'uomo: per diventare completamente oltreuomo, l'uomo deve appropriarsi della sua libertà (forza di uomo) attraversando varie fasi che corrispondono a vari animali: |
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| - cammello -> uomo che porta i pesi della tradizione, si piega dinanzi a Dio e al <<dovere per il dovere>> kantiano; il peso del bagaglio che porta l'uomo è rappresentato dalla gobba del cammello |
| - leone -> iconografia classica (re della foresta, il più forte): l'uomo uccide Dio, facendo valere la propria volontà di potenza, e passando dall'<<io devo>> kantiano all'<<io voglio>> |
| - fanciullo -> oltreuomo liberatosi del peso della tradizione e della passività, nel massimo delle sue facoltà e dell'entusiasmo per la vita; appare risolto e non deve più affermare sé stesso con violenza; Nietzsche lo definisce <<creatura non risentita>>: l'uomo maturo, anche una volta liberatosi di tutti i suoi legacci, prova comunque risentimento in quanto già sottoposto a metafisica ecc. |
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| Questo tipo di superuomo agevola indubbiamente il culto di un'autorità dittatoriale, anche se Nietzsche non l'ha concettualizzato con intenzioni politiche. Nietzsche denuncia tutti gli idoli politici del suo tempo: non è d'accordo né con lo statalismo, né con la democrazia parlamentare, né con il nazionalismo militarista e nemmeno con il socialismo: tutte queste denominazioni politiche non destano il suo interesse, in quanto è concentrato sulla sua prospettiva individuale e non sulla politica. |
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| L'<<eterno ritorno>> è un concetto introdotto ma mai totalmente definito da Nietzsche: biologicamente esso è contestualizzabile nella gaia scienza. La scienza che interessa è quella dei materiali spregiati della terra: humus, vermi ecc.; il continuo lavoro dell'uomo di recupero della propria dimensione biologica è motivata dalla fedeltà alla terra, e costituisce un aspetto dell'eterno ritorno. |
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| v. pag. 413 (parte finale del testo) |
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| Egli descrive l'<<eterna sanzione>> come il destino di tornare alle proprie radici di ogni uomo, fuggita dalla maggior parte degli uomini vivi, ma accettata con gioia dall'Oltreuomo. Nietzsche non lo esplicita, tuttavia una valida interpretazione è proprio il ciclo biologico con cui l'uomo muore e si dissolve nella terra. La terra è la nostra origine, radice ultima e fine ultima. Anziché una visione dove la nostra linea vitale, in seguito alla morte, si inerpica verso l'alto, Nietzsche propone una visione ciclica della vita, dove ciò che nasce terra si dissolve totalmente e torna alla terra, senza giungere con l'anima a una sorta di iperuranio; l'uomo che accetta e vive gioiosamente questa dimensione come un elemento della condizione umana è un Oltreuomo. |
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| Zarathustra, nel passo "La visione e l'enigma", parla del più solitario tra gli uomini, un filosofo, che si inerpica su un sentiero impervio di montagna e ha a seguito un nano: questo simboleggia la <<gobba>>, il peso della tradizione. L'uomo giunge dinanzi a una porta carraia((porta importante, di passaggio)) su cui è scritta la parola "attimo", e davanti a essa si uniscono due sentieri: uno porta indietro (passato), l'altro porta avanti (futuro), e in quell'attimo si congiungono. Zarathustra chiede al nano se le due vie sono destinate a contraddirsi in eterno, e il nano non specifica ma fa intendere che il tempo è circolare, e che le due vie alla fine debbano congiungersi. |
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| > Tutte le cose dritte mentono. Ogni verità è ricurva. Il tempo stesso è un circolo. |
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| Il ritorno non è di tipo vichiano, in quanto avviene a livello individuale. Per spiegare ulteriormente questo concetto, Nietzsche si avvale dell'immagine del pastore e del serpente: il filosofo si imbatte in un pastore che ha un serpente dentro la bocca e sta per soffocare. Il serpente è il simbolo di ciò che è curvilineo, e il serpente curvo sta mangiando l'uomo da dentro; il filosofo pertanto invita il pastore a mordere la testa del serpente, e in questo modo spezza il corpo dell'animale e se ne libera. Il Superuomo deve domare la circolarità del tempo e non lasciare che essa lo domini, imponendo la sua legge sul tempo circolare. Vivendo l'eterno ritorno in modo consapevole, fiera e orgogliosa, esso è la migliore condizione di vita. |
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| > Ricurvo è il sentiero dell'eternità |
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| ==== Aurora ==== |
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| L'aurora coincide con l'inizio del mattino, ed è dunque l'incipit del viaggio dopo la soppressione di ogni Dio. Questo viaggio vede l'autosoppressione della morale, che porterà a una nuova morale dell'oltreuomo. Questa parte completa la filosofia del mattino. |
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==== Ultimo Nietzsche ==== | ==== Ultimo Nietzsche ==== |
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In Nietzsche, il prospettivismo è il non vedere il sapere come dottrina univoca ma affrontarlo in modo olistico, mettendo ordine nel caos della nostra mente: la scienza è un'illusione. Nietzsche sostiene che non sia opportuna la specializzazione del pensiero filosofico: vede già la volontà di specializzarsi delle varie branche del sapere, e vi si oppone poiché ritiene che ciò faccia dimenticare il punto di riferimento (l'uomo e la vita, che si presentano tutti assieme, non divisi) e la radice unica del sapere. Questa concezione è recuperata da parte dei praticanti della medicina olistica oggi. | In Nietzsche, il prospettivismo è il non vedere il sapere come dottrina univoca ma affrontarlo in modo olistico, mettendo ordine nel caos della nostra mente: la scienza è un'illusione. Nietzsche sostiene che non sia opportuna la specializzazione del pensiero filosofico: vede già la volontà di specializzarsi delle varie branche del sapere, e vi si oppone poiché ritiene che ciò faccia dimenticare il punto di riferimento (l'uomo e la vita, che si presentano tutti assieme, non divisi) e la radice unica del sapere. Questa concezione è recuperata da parte dei praticanti della medicina olistica oggi. |
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==== Ultimo Nietzsche ==== | |
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Nell'ultima fase del suo pensiero, Nietzsche individua nell'ebraismo il primo momento di <<morale della rinuncia>> sul piano religioso: se dal punto di vista filosofico c'è stato un inizio con Socrate, dal punto di vista religioso la prima istanza di morale degli schiavi è proprio l'ebraismo, che ha un dio che punisce. Dio è un'invenzione degli ebrei, che hanno paura di essere autenticamente uomini. La situazione è ancora peggiorata con il cristianesimo: rimanendo come riferimento Cristo (che per Nietzsche non c'entra con il cristianesimo), ha trasformato in valori e virtù ciò che nell'ebraismo era solo paura di una punizione di Dio. In seguito è arrivato Cristo, il cui messaggio è stato modificato dai suoi seguaci. L'uomo di oggi è malato, represso, debole, dotato di una concezione del peccato: il peccato è in realtà quando cerca di riappropriarsi della propria essenza umana. La volontà di potenza altro non è che il ritorno alla morale dei signori di cui ci riappropriamo, e l'oltreuomo è il simbolo di potenza, di questa forza creatrice che uccide Dio, rifonda la morale e si libera dal peccato. È il trionfo della volontà, quella di Schopenhauer, diventando sale del tempo. | Nell'ultima fase del suo pensiero, Nietzsche individua nell'ebraismo il primo momento di <<morale della rinuncia>> sul piano religioso: se dal punto di vista filosofico c'è stato un inizio con Socrate, dal punto di vista religioso la prima istanza di morale degli schiavi è proprio l'ebraismo, che ha un dio che punisce. Dio è un'invenzione degli ebrei, che hanno paura di essere autenticamente uomini. La situazione è ancora peggiorata con il cristianesimo: rimanendo come riferimento Cristo (che per Nietzsche non c'entra con il cristianesimo), ha trasformato in valori e virtù ciò che nell'ebraismo era solo paura di una punizione di Dio. In seguito è arrivato Cristo, il cui messaggio è stato modificato dai suoi seguaci. L'uomo di oggi è malato, represso, debole, dotato di una concezione del peccato: il peccato è in realtà quando cerca di riappropriarsi della propria essenza umana. La volontà di potenza altro non è che il ritorno alla morale dei signori di cui ci riappropriamo, e l'oltreuomo è il simbolo di potenza, di questa forza creatrice che uccide Dio, rifonda la morale e si libera dal peccato. È il trionfo della volontà, quella di Schopenhauer, diventando sale del tempo. |