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filosofia:nietzsche [2022/05/23 21:18] – [Vita e opere] alex2003super | filosofia:nietzsche [2022/05/25 20:43] (versione attuale) – [Ultimo Nietzsche] alex2003super |
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Egli è dunque contro ogni base di struttura, che sia cristianesimo, marxismo o la scienza positivista, fissando l'importanza di una visione critica della storia. I <<vizi>> della storia sono descritti individuano tre <<tipi>> della storia: | Egli è dunque contro ogni base di struttura, che sia cristianesimo, marxismo o la scienza positivista, fissando l'importanza di una visione critica della storia. I <<vizi>> della storia sono descritti individuano tre <<tipi>> della storia: |
* Storia monumentale: ricerca dei grandi esempi ("monumenti") come esempi di ispirazione -> non è sbagliata in sé, ma è sbagliato pensare che si possano ripetere in modo uguale un'altra volta, pensando che si possano ripresentare i grandi eventi in maniera quasi uguale; è sbagliato mitizzare le figure, e dove si ripresentano grandi figure seppur non del tutto uguali a quelle passati non riconoscerle | * Storia monumentale: ricerca dei grandi esempi ("monumenti") come esempi di ispirazione -> non è sbagliata in sé, ma è sbagliato pensare che si possano ripetere in modo uguale un'altra volta, pensando che si possano ripresentare i grandi eventi in maniera quasi uguale; è sbagliato mitizzare le figure, e ciò porta, dove si ripresentano grandi figure seppur non del tutto uguali a quelle passate, a non essere in grado di riconoscerne il pregio |
* Storia antiquaria: trattare esclusivamente <<l'antichità>>, rimanendo vincolati a essa e considerandola paradigmatica, quasi perfetta -> essa ignora gli elementi della storia presente | * Storia antiquaria: trattare esclusivamente <<l'antichità>>, rimanendo vincolati a essa e considerandola paradigmatica, quasi perfetta -> essa ignora gli elementi della storia presente |
* Storia critica: quella di suo maggiore interesse -> non possiamo sottoporre a critica e revisione tutto ciò che è stato in passato, altrimenti non può proseguire la disciplina della storia, né la nostra vita presente (si cadrebbe nel dubbio iperbolico di Cartesio): è necessario che la storia lasci salvo un punto di partenza. Nietzsche afferma che questo tipo di storia ha la presunzione di "recidere il passato con il coltello", quando in realtà siamo il risultato delle scelte del passato | * Storia critica: quella di suo maggiore interesse -> non possiamo sottoporre a critica e revisione tutto ciò che è stato in passato, altrimenti non può proseguire la disciplina della storia, né la nostra vita presente (si cadrebbe nel dubbio iperbolico di Cartesio): è necessario che la storia lasci salvo un punto di partenza. Nietzsche afferma che questo tipo di storia ha la presunzione di "recidere il passato con il coltello", quando in realtà siamo il risultato delle scelte del passato |
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In Nietzsche, il prospettivismo è il non vedere il sapere come dottrina univoca ma affrontarlo in modo olistico, mettendo ordine nel caos della nostra mente: la scienza è un'illusione. Nietzsche sostiene che non sia opportuna la specializzazione del pensiero filosofico: vede già la volontà di specializzarsi delle varie branche del sapere, e vi si oppone poiché ritiene che ciò faccia dimenticare il punto di riferimento (l'uomo e la vita, che si presentano tutti assieme, non divisi) e la radice unica del sapere. Questa concezione è recuperata da parte dei praticanti della medicina olistica oggi. | In Nietzsche, il prospettivismo è il non vedere il sapere come dottrina univoca ma affrontarlo in modo olistico, mettendo ordine nel caos della nostra mente: la scienza è un'illusione. Nietzsche sostiene che non sia opportuna la specializzazione del pensiero filosofico: vede già la volontà di specializzarsi delle varie branche del sapere, e vi si oppone poiché ritiene che ciò faccia dimenticare il punto di riferimento (l'uomo e la vita, che si presentano tutti assieme, non divisi) e la radice unica del sapere. Questa concezione è recuperata da parte dei praticanti della medicina olistica oggi. |
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==== Ultimo Nietzsche ==== | |
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Nell'ultima fase del suo pensiero, Nietzsche individua nell'ebraismo il primo momento di <<morale della rinuncia>> sul piano religioso: se dal punto di vista filosofico c'è stato un inizio con Socrate, dal punto di vista religioso la prima istanza di morale degli schiavi è proprio l'ebraismo, che ha un dio che punisce. Dio è un'invenzione degli ebrei, che hanno paura di essere autenticamente uomini. La situazione è ancora peggiorata con il cristianesimo: rimanendo come riferimento Cristo (che per Nietzsche non c'entra con il cristianesimo), ha trasformato in valori e virtù ciò che nell'ebraismo era solo paura di una punizione di Dio. In seguito è arrivato Cristo, il cui messaggio è stato modificato dai suoi seguaci. L'uomo di oggi è malato, represso, debole, dotato di una concezione del peccato: il peccato è in realtà quando cerca di riappropriarsi della propria essenza umana. La volontà di potenza altro non è che il ritorno alla morale dei signori di cui ci riappropriamo, e l'oltreuomo è il simbolo di potenza, di questa forza creatrice che uccide Dio, rifonda la morale e si libera dal peccato. È il trionfo della volontà, quella di Schopenhauer, diventando sale del tempo. | Nell'ultima fase del suo pensiero, Nietzsche individua nell'ebraismo il primo momento di <<morale della rinuncia>> sul piano religioso: se dal punto di vista filosofico c'è stato un inizio con Socrate, dal punto di vista religioso la prima istanza di morale degli schiavi è proprio l'ebraismo, che ha un dio che punisce. Dio è un'invenzione degli ebrei, che hanno paura di essere autenticamente uomini. La situazione è ancora peggiorata con il cristianesimo: rimanendo come riferimento Cristo (che per Nietzsche non c'entra con il cristianesimo), ha trasformato in valori e virtù ciò che nell'ebraismo era solo paura di una punizione di Dio. In seguito è arrivato Cristo, il cui messaggio è stato modificato dai suoi seguaci. L'uomo di oggi è malato, represso, debole, dotato di una concezione del peccato: il peccato è in realtà quando cerca di riappropriarsi della propria essenza umana. La volontà di potenza altro non è che il ritorno alla morale dei signori di cui ci riappropriamo, e l'oltreuomo è il simbolo di potenza, di questa forza creatrice che uccide Dio, rifonda la morale e si libera dal peccato. È il trionfo della volontà, quella di Schopenhauer, diventando sale del tempo. |