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Nietzsche

Friedrich Nietzsche, 1875

Friedrich Wilhelm Nietzsche (1844-1900) fu un filosofo tedesco che ebbe un profondo impatto sulla storia intellettuale moderna. Spesso viene associato al nazismo: fu infatti promotore di un super-individuo (superuomo/oltreuomo, Übermensch) che ha le caratteristiche di un uomo eccellente come descritto dall'ideologia del Führer; tuttavia, la sua filosofia non è politica, Nietzsche non ha mai parlato di forme di Stato, non ha proposto l'autoritarismo e si è occupato esclusivamente della condizione dell'uomo. Le sue soluzioni ai problemi hanno tuttavia come conseguenza il regime. Il reale problema di Nietzsche fu la sorella Elisabeth, che aveva una chiara impronta antisemita, ma Nietzsche era contrario all'antisemitismo e litigò anche con sua sorella per questo. Dopo la sua morte, la sorella che riorganizzò i suoi appunti, creo gli archivi e si fece aiutare da Peter Gast a pubblicare l'opera La volontà di potenza (di notevole successo) fece risultare Nietzsche come ideologicamente affine al nazismo. Peter Gast

Nasce a Röcken, città con pochi sbocchi, presso una famiglia protestante estremamente conservatrice, vide sempre nel padre la figura del “pastore”1) prevalere sul ruolo di padre, e continuò a chiamarlo «pastore» anche dopo la morte. Nietzsche si trasferisce a Naumburg, e con il cambio di vita conseguente vede un intensificazione della propria educazione religiosa. L'infanzia di Nietzsche è dunque totalmente repressa, e l'unica strada che gli si apre davanti sono gli studi di teologia. A Lipsia viene in contatto con vari tipi di intellettuali, non solo quelli che si occupano di teologia, ma in generale tutti quelli che si occupano di cultura (es. filologi, esperti di letteratura classica greca e romana), e ciò è visibile nel primo periodo del suo pensiero. Nel 1865 mentre si trova a Lipsia si reca in gita a Colonia con degli amici, in un luogo dove vi erano le prostitute. Si sente da un lato attratto e dall'altro repulso, ma in questa «casa di tolleranza»2) si reca con l'intenzione. Contrae una malattia venerea degenerativa (sifilide/lue), che può potenzialmente portare alla follia, ma sarà «grazie» a questa malattia che probabilmente le opere di Nietzsche avranno un successo sempre maggiore, in particolare le ultime, pubblicate verso la fine della sua vita.

Le opere che Nietzsche maggiormente apprezza sono quelle della letteratura classica (soprattutto le tragedie greche) e SchopenhauerIl mondo come volontà e rapprsentazione. Per il suo interesse per la letteratura greca ottiene una cattedra di lingua greca a Basilea, dove entra in contatto con molti filosofi, e anche con Wagner. L'incontro con il compositore lo segna profondamente: l'impetuosità dei componimenti di Wagner delineerà il suo pensiero filosofico. Egli si reca spesso in campagna da Bayreuth, lo va a trovare, diventano grandi amici e Nietzsche apprezza particolarmente L'anello dei Nibelunghi, finché il filosofo non si distacca da Wagner, ritenendo le sue successive opere ripetitive una “musica di maniera”, e si affranca al compositore Peter Gast; sarà quest'ultimo a rimaneggiare la sua opera dopo la morte e assistere la sorella nella pubblicazione. In seguito Nietzsche frequenta anche Paul Ree, e Lou Andreas-Salomé; quest'ultima, ballerina ebrea di origine probabilmente russa, che si occupa anche di sedute spiritiche ed esoterismo, è una donna estremamente colta, e Nietzsche se ne innamora; l'amore non è corrisposto, ma Paul Ree, Lou Andreas-Salomé e Nietzsche si frequentano come amici in una sorta di menage a trois. Per la Salomé, Nietzsche litigò a lungo con la madre e la sorella3) e anche una volta scoperto che la stessa era in realtà innamorata di Paul Ree, il filosofo continuò a difenderla. La profonda delusione per l'amore, che lo porterà a vedere Paul Ree come un parassita, metterà in mostra in Nietzsche sempre più segni di squilibrio; è un momento di grande produzione: realizza una serie di produzioni tra cui Gaia scienza (1882), Così parlò Zarathustra, Al di là del bene e del male e una serie di libercoli.

A Torino, Nietzsche ha il famoso «episodio del cavallo»: vede una carrozza trasportata da un cavallo e il cocchiere che frusta il cavallo. Dispiaciuto per la frustrazione del cavallo, litiga e aggredisce il cocchiere. A quel punto la sorella viene chiamata per tenerlo in custodia, riconosciuta la sua condizione di follia. Nietzsche inizia a scrivere a tutti i suoi conoscenti e le varie autorità artistiche una serie di «biglietti della follia» fa giungere la voce ad Elisabeth, che assieme all'amico Overbeck lo porta presso una clinica a Basilea, dove vede un peggioramento. Il marito di Elisabeth muore suicida in Paraguay e lei si occupa esclusivamente del fratello.

Le opere più significative sono:

  • La nascita della tragedia dallo spirito della musica, ovvero grecità e pessimismo (1872) — periodo di amicizia con Wagner
  • Considerazioni inattuali → la più famosa: Sull'utilità e sul danno della storia per la vita — dopo l'abbandono di Wagner
  • Gaia scienza (1882) — periodo “illuministico”
  • Così parlò Zarathustra (1883)
  • Al di là del bene e del male

Le fasi del pensiero di Nietzsche sono:

  • Scritti giovanili / schopenhaueriano
    • La nascita della tragedia
    • Considerazioni inattuali (4 parti, scritto di passaggio tra il primo e il secondo gruppo)
  • Periodo illuministico
    • Umano troppo umano
    • La gaia scienza4)
  • Scritti del meriggio
    • Così parlo Zarathustra
  • Scritti del tramonto
    • Al di là del bene e del male

Nella Nascita della tragedia, Nietzsche cerca l'origine della vita nella contrapposizione tra dionisiaco — elemento irrazionale/passionale dell'uomo — e apollineo — elemento razionale. L'arte primigenia è fonte dell'elemento istintuale dell'uomo: il vero elemento originario nella nascita della vita è il dionisiaco, con dunque una prevalenza delle passioni sulla ragione. L'apollineo, rispetto al dionisiaco, vi ha tarpato le ali, regolando l'elemento irrazionale con la razionalità, offrendo uno sviluppo di civiltà assolutamente sottodimensionato rispetto a ciò che l'uomo poteva diventare, dandoci una vita da schiavi, da succubi, persone che non sanno godere di loro stessi e della loro umanità, ma che si trovano costretti a razionalizzare ogni cosa. È un uomo generalmente migliore quello che esce dalla civilizzazione a causa dell'apollineo, ma nella civiltà contemporanea (specie quella tedesca) si vedono tracce di ritorno del dionisiaco (es. musica di Wagner, con il trionfo di passioni rappresentato in musica, la filosofia di Schopenhauer, segno che il dionisiaco stia per ritornare).

Dioniso, attraverso la bocca di Sileno nel mito del re Mida, celebra la tragicità nella scompostezza della vita. Il poeta lirico greco Archiloco, canta questo tipo di non-senso della vita, ovvero la visione di Schopenhauer: il “bel canto” non è quello misurato di Apollo, ma quello scomposto di Dioniso.

È così che a questo punto bisogna tornare allo scoppio delle passioni, per comprendere come e quando l'apollineo ha sottomesso il dionisiaco. Per fare ciò, Nietzsche si rifà alla tragedia greca di Sofocle, Eschilo ed Euripide. In tutti e tre è presente l'elemento del coro, che vi è anche nelle commedie: essa è preventivata; generalmente serve come commento dell'azione scenica, o può anche essere un'esplicitazione delle passioni (grande dolore, felicità, il trionfo dello spirito ecc.), e può anche essere la voce dell'autore. Come elemento primigenio nel coro di Sofocle ed Eschilo, Nietzsche individua l'esclusiva presenza del dionisiaco; Euripide, tragediografo filosofo, in seguito denatura il coro portandolo nell'ambito apollineo della ragione.

Nasce dunque la filosofia, regno della ragione, che con Socrate propone una dimensione spirituale in cui realizzarci, diversa dal corpo. La nascita della filosofia più nota coincide con la morte dell'uomo vero. La parte del mito, delle cosmogonie e dei riti orfici costituivano tuttavia una tradizione filosofica che traspare dalle opere di questi tragediografi.

Con il passaggio del tempo vediamo la progressiva aggiunta di sovrastrutture alla nostra natura, e uno stolto ottimismo nel miglioramento della nostra condizione. Uno degli aspetti abbandonati subito è il pessimismo di Schopenhauer; l'uomo è protagonista della natura e la usa in maniera sensibile, come fa un animale che regna sugli altri.

In seguito alla tragedia, Nietzsche trova il dionisiaco nella musica, in particolare nell'Anello dei Nibelunghi di Wagner, che tuttavia in seguito percepisce come eccessivamente religioso (la vede come un'involuzione), né tanto meno si identifica nel nazionalismo tedesco.

L'Ottocento è il secolo dello storicismo, in particolare di quello cristiano, volendo vedere nella provvidenza la spiegazione di tutto quanto accade. Deluso dall'arte, Schopenhauer si sposta nella storia: l'eccesso di storia impedisce all'uomo di apprezzare il tempo in cui vive, e lo porta a viverlo in misura minore; se l'uomo pensa di essere parte di un grande sistema in un disegno provvidenziale perde il (non-)senso della vita e l'attimo presente. Nelle quattro Considerazioni inattuali, Nietzsche critica l'eccessivo storicismo nella sua epoca. L'uomo deve impadronirsi del senso della sua vita grazie all'oblio: l'uomo non può viaggiare con l'enorme peso della memoria sulle sue spalle. Il distacco dell'uomo dalla natura causa peraltro la nascita di un'idolatria del fatto: nello stesso modo in cui secondo Marx l'uomo perde il senso delle merci che ha prodotto per via del feticismo delle merci, l'uomo avverte il fatto che ha compiuto come qualcosa di estraneo a sé, operando mediante la storia una sorta di alienazione. Egli non è contro la storia, ma contro l'eccesso, il consumismo della storia: l'uomo deve mantenere una sola memoria critica5) e «biologica»6). Sono teorie non-critiche:

  • il cristianesimo (vedere la storia come la realizzazione della provvidenza)
  • il marxismo (vedere la storia come fatti che si sviluppano in quanto sovrastruttura dell'economia)
  • il positivismo (un eccessivo ottimismo)

Egli è dunque contro ogni base di struttura, che sia cristianesimo, marxismo o la scienza positivista, fissando l'importanza di una visione critica della storia. I «vizi» della storia sono descritti individuano tre «tipi» della storia:

  • Storia monumentale: ricerca dei grandi esempi (“monumenti”) come esempi di ispirazione → non è sbagliata in sé, ma è sbagliato pensare che si possano ripetere in modo uguale un'altra volta, pensando che si possano ripresentare i grandi eventi in maniera quasi uguale; è sbagliato mitizzare le figure, e dove si ripresentano grandi figure seppur non del tutto uguali a quelle passati non riconoscerle
  • Storia antiquaria: trattare esclusivamente «l'antichità», rimanendo vincolati a essa e considerandola paradigmatica, quasi perfetta → essa ignora gli elementi della storia presente
  • Storia critica: quella di suo maggiore interesse → non possiamo sottoporre a critica e revisione tutto ciò che è stato in passato, altrimenti non può proseguire la disciplina della storia, né la nostra vita presente (si cadrebbe nel dubbio iperbolico di Cartesio): è necessario che la storia lasci salvo un punto di partenza. Nietzsche afferma che questo tipo di storia ha la presunzione di “recidere il passato con il coltello”, quando in realtà siamo il risultato delle scelte del passato

Nel secondo periodo del suo pensiero (periodo illuministico), Nietzsche si dedica all'ambito della ragione e pensa di ritrovare all'interno della scienza le risposte che non gli ha saputo dare l'arte. Non è la stessa scienza fornitagli dagli illuministi, ma ricorda quella di Goethe: un approccio nei confronti della natura che va a cercare in essa non solo le sue leggi di sviluppo, ma anche le origini dei sentimenti. Egli trova nella natura tutto ciò che è umano, inclusi i sentimenti e le emozioni. L'opera di riferimento è Umano troppo umano: la prima parte è intitolata “Chimica delle idee e dei sentimenti”, ossia la ricerca del materiale «di risulta» dell'uomo che ne va a formare la parte irrazionale. Si ispira a Voltaire, e inizia a formare un nuovo metodo della scienza: il metodo genealogico, metodo critico/storico che aveva già accennato Paul Riquieu in Marx, ossia il metodo dello sospetto rispetto al modo in cui sono presentate le varie teorie. Nietzsche mira a fare scienza con questo metodo, scoprendo cosa si cela dietro alle teorie in maniera critica, mettendo in luce le materie umane e troppo umane riconducibili all'uomo, seppur frequentemente attribuiti a Dio.

Goethe parla della parte dell'uomo inerente ai sentimenti non nobili (invidia, volontà di potenza, desiderio di dominare la natura). Faust, per brama di diventare sempre più potente e sconfiggere la morte, cerca di adoperarsi per conquistare la vita immortale e per riuscire nell'intento vende la propria anima al diavolo. Faust è colui che va oltre le limitazioni della specie biologica a cui siamo stati assegnati.

Nietzsche apprezza Darwin, non l'interpretazione di carattere sociale, ma nel ritorno alla scienza dove l'essere più forte mangia il più debole.

Questo atteggiamento porta a una filosofia che chiama la “filosofia del mattino”: l'uomo nel senso Schopenhaueriano che si riappropria della propria filosofia è ancora al mattino della sua nuova vita. Una metafora molto usata è quella del viandante, che ha dismesso i panni che aveva prima e ha iniziato il proprio cammino per scoprire chi è.


1)
era un pastore protestante
2)
così erano chiamati questi luoghi
3)
era una persona alternativa, ed era un'ebrea
4)
«gaia» dal greco per “terra”: la scienza della terra
5)
deve smascherare la tentazione di vedere un disegno dietro a ciò che esistito
6)
che deve attenersi alla specie umana