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Italia nel ventennio fascista

Due figure di riferimento, Gramsci e Gobetti, risultano gli intellettuali di opposizione, che pagheranno con le loro vite il loro contrasto con il regime. Ignazio Silone, Cesare Pavese e Carlo Levi (autore di Cristo si è fermato a Eboli) sono altri intellettuali non fascisti, che vengono mandati al confino.

All'avvento del fascismo, gli intellettuali in un primo tempo aderiscono: aderisce ad esempio D'Annunzio, che tuttavia è in una grande concorrenza con D'Annunzio, Pirandello e i Futuristi, che vedono nel fascismo un cambiamento di struttura, e alcuni poeti come Ungaretti, che non si legano al fascismo ma all'inizio vi si affrancano, per poi abbandonarlo.

Nei confronti della lingua, il fascismo attua un regime di italianizzazione forzata, eliminando tutti i vocaboli stranieri e tentando di rimuovere anche i dialetti. Il fascismo impone una sua lingua attraverso gli strumenti della propaganda: il cinema e la radio.

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  • Ultima modifica: 2022/04/09 06:24
  • da alex2003super