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Italia nel ventennio fascista
Due figure di riferimento, Gramsci e Gobetti, risultano gli intellettuali di opposizione, che pagheranno con le loro vite il loro contrasto con il regime. Ignazio Silone, Cesare Pavese e Carlo Levi (autore di Cristo si è fermato a Eboli) sono altri intellettuali non fascisti, che vengono mandati al confino.
All'avvento del fascismo, gli intellettuali in un primo tempo aderiscono: aderisce ad esempio D'Annunzio, che tuttavia è in una grande concorrenza con D'Annunzio, Pirandello e i Futuristi, che vedono nel fascismo un cambiamento di struttura, e alcuni poeti come Ungaretti, che non si legano al fascismo ma all'inizio vi si affrancano, per poi abbandonarlo.