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italiano:montale [2022/05/06 07:58] – alex2003super | italiano:montale [2022/05/12 06:51] (versione attuale) – [La bufera] alex2003super |
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Gli oggetti sono al centro di tutto, e hanno in loro significato esistenziale. | Gli oggetti sono al centro di tutto, e hanno in loro significato esistenziale. |
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| ===== Le occasioni ===== |
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| Nel 1939 Montale pubblica //Le occasioni//, sull'orlo della Seconda Guerra Mondiale: è convinto che l'intellettuale si possa rifugiare sulla torre d'avorio della letteratura per salvarsi dalla bruttura della guerra. È un'opera non democratica, rivolta a pochi intellettuali, che porta un messaggio direzionato ed esoterico. La bellezza del messaggio dell'opera è portata da Clizia((inizialmente è presente anche Arletta, alla quale si alterna Clizia; in seguito vince quest'ultima nella bufera)), che assume le caratteristiche proprie della donna-angelo, una <<nuova Beatrice>> (nell'ottica dantesca) intelligente che scende sulla terra per salvare l'uomo dal brutto. Non è un salvataggio di tipo religioso. I temi principali sono la paura della guerra, la banalizzazione e massificazione del sapere, il male di vivere, la paura per la persecuzione razziale. Il "varco" è ancora presente, ma è prevalente un desiderio di salvezza, di un'epifania che porta ad avere una chiarezza intellettuale con cui sfuggire dalla follia terrena della guerra. |
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| Dove Ungaretti parla della sue esperienze di vita personali, Montale non si dilunga nel raccontarle: "l'occasione va taciuta". Se in //Ossi di Seppia// il correlativo oggettivo è implicito, esso diventa molto più visibile come "poetica degli oggetti", staccandosi da Elliot, nelle opere successive, che mostrano un "male di vivere materializzato". |
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| //Le occasioni// presenta un monolinguismo alto, con uno stile essenziale (non quanto Ungaretti), in cui il poeta si fa oscuro, tace i dati che colleghino la poesia all'esperienza: è una poesia assai più difficile rispetto a //Ossi di seppia//. Il titolo viene dal latino, da <<occasum>> (tramonto/morte): è presente un fortissimo risentimento. |
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| ===== La bufera ===== |
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| Montale supera il concetto della cultura elitaria, possibilità di salvezza professata nelle Occasioni. //La bufera// simbolicamente distrugge tutte le certezze politiche, nazionali, culturali, e toglie ogni certezza. La bufera è innanzitutto politica: gli anni '50 sono anni di ricostruzione, e Montale aveva aderito, dopo la guerra, al Partito d'Azione; quegli ideali di miglioramento in cui credeva, diffusi nei primi mesi dopo la guerra, vengono a vanificarsi. La politica degli anni '50 viene riassunta nell'antagonismo tra Democrazia Cristiana e PCI. Montale non è di estrema sinistra, ma potrebbe entrare nel novero del liberalismo; credeva nei cambiamenti concreti, che in questo periodo non accadono affatto: è il terrore nucleare della Guerra Fredda negli anni '50. |
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| Nel suo terzo periodo, Montale torna nel privato, persa la speranza nella cultura come strumento di miglioramento collettivo. Tale ritorno è ulteriormente confermato dal fatto che in questo momento ha situazione difficili a casa (muore la madre, l'amante Irma Brandeis torna negli Stati Uniti). |
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| //La bufera// (1940-1954), pubblicata nel 1956, riflette questa delusione pubblica: anche se Montale non parla mai di dati biografici, alcuni temi sono di carattere personale. I temi sono più privati, riprendendo l'infanzia, la madre, la casa sul madre. La donna a comparire è ancora Clizia, che risulta modificata: con la fine della guerra, la donna-angelo non può salvare l'uomo, diminuisce la sua prevalenza nelle poesie di Montale, e ne appare una nuova -- Volpe. Quest'ultima è puramente sensuale, fisica. Negli ultimi anni subentrerà la figura di Mosca, che ha una capacità eccezionale: il senso pratico nel guidare il poeta nelle tortuosità dell'esistenza, della quotidiana. |
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| Delle due poesie, intitolate //conclusioni provvisorie//, una è //Piccolo Testamento//, la più sofferta e personale poesia, con un messaggio poetico lasciato dal poeta ai suoi lettori, mostrando la rassegnazione ma anche la maturazione di Montale. |
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| Torna la mescolanza di termini provenienti dai registri linguistici anche più bassi, plurilinguismo tipico anche di Ossi di Seppia. |
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| ===== Satura ===== |
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| Per dieci anni dopo //La bufera// Montale smette di scrivere, fino a pubblicare //Satura// nel 1971. Il termine latino <<satura>> non si riferisce solo alla poesia satirica, ma viene da //lanx satura// ossia un piatto molto ricco. L'atteggiamento poetico è sprezzante nei confronti della cultura di massa. La condanna, anche se ironica, è molto forte: egli capisce che la cultura ha preso una direzione irrefrenabile, e gli anni del secondo dopoguerra hanno avuto una conseguenza drammatica sui "veri" valori culturali. Ciò che produce Montale porta avanti la poesia come genere riflessivo dei valori dell'umanità. La poesia è non-poetica, con linguaggio duro/quotidiano, stile prosastico/cronachistico, e un uso del registro linguistico più in voga con fine parodico, mostrando la massificazione della cultura, in contraddizione rispetto alla concezione elitaria della poesia di Montale. |
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| Queste poesie mostrano un tentativo dell'autore di entrare in contatto con la moglie morta. |
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| * [[https://www.larecherche.it/testo.asp?Id=986&Tabella=Proposta_Poesia|Sulla spiaggia]] |
| * [[https://www.poesiedautore.it/eugenio-montale/piove|Piove]] |