storia:comunismo_di_guerra

Comunismo di guerra e Comintern

Simbolo del Congresso Internazionale del Comintern

Lenin, a un certo punto ordina il «Comunismo di guerra»: requisizione forzata dei frutti della terra da parte dello Stato, che li avrebbe tolti ai contadini e redistribuiti soprattutto alla popolazione urbana (specie gli operai e i soldati). Questa dichiarazione di guerra contro i contadini vede un principale destinatario: la classe media contadina formatasi dopo la riforma di Stolypin. Si crea una contrapposizione tra la classe sociale media contadina e lo Stato. I kulaki1) sono i più colpiti dalla requisizione, e non essendo d'accordo con questa politica, devono giungere a un accordo. Trotskij ordina all'Armata Rossa di rapire mogli e figli dei kulaki perché fossero costretti a dare le loro derrate agricole per il sostentamento dei soldati. Ciò porterà ad alcune rivolte contadine nel 1920, tra cui quella di Tambov, repressa nel sangue da parte del generale Tukhachevsky.

Nel marzo del 1919 si tiene l'internazionale comunista di Lenin, Comintern, diversa profondamente dall'internazionale socialista (ve ne sono state due, e hanno fallito entrambe) e a cui prendono parte pochissimi stranieri socialisti. In Germania si era alzata una voce critica nei confronti dell'operato di Lenin, specialmente da parte di Karl Kautsky, uno degli intellettuali di maggiore spicco nella germania democratica pre-nazista2); visto che l'economia russa era estremamente arretrata, sembra che l'avvento del socialismo sia solo una volontà dei capi, non un processo spontaneo come quello descritto da Marx. Kautsky viene denominato da Lenin come «rinnegato».

Lenin pone 21 rigide condizioni. È nel Comintern che viene definita rigidamente la distinzione tra Comunismo, Socialismo e Socialdemocrazia. Ovunque vi è un sistema parlamentare, democratico/rappresentativo, con divisione dei poteri e proprietà privata, non può esistere un regime totalitario, pertanto la socialdemocrazia sarà vista come la più grande minaccia di tutti i regimi del Novecento. I regimi totalitari sono quelli in cui si ha identità totale tra capo e organi di partito, e capo e organi di Stato. La socialdemocrazia è invece la matrice su cui si fonda la società liberale in cui viviamo oggi, vista come una minaccia non solo da Lenin, ma anche da Mussolini e in seguito Hitler.

  • Comunismo → Lenin: rivoluzione, raggiunta in tempi brevi
  • Socialismo → rivoluzione, raggiunta con le riforme
  • Socialdemocrazia → società borghese, autoregolazione del mercato

È proprio qui che nasce la scissione ideologica e semantica tra socialismo e comunismo.


1)
In realtà il termine è un insulto, vuol dire «strozzino», «usuraio»
2)
la Repubblica di Weimar
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  • Ultima modifica: 2022/06/16 12:23
  • da alex2003super