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Positivismo

La concezione filosofica del Positivismo permane tutt'ora anche in Italia, ad esempio con Ardigò1). Il Positivismo propone sempre un punto di vista scientifico2). Comte, fondatore del pensiero positivista, definisce la Matematica come la base di tutte le scienze. Un'esaltazione tale della scienza porta con sé la concezione della metafisica come inosservabile e pertanto non più oggetto di studio. La filosofia esaltata dai positivisti è quella che costituisce un sapere unificatore di tutte le scienze, e deve procedere in modo matematico.

Il trionfo del positivismo, una «filosofia della borghesia», avviene nel contesto della rivoluzione industriale, a cui corrisponde l'esaltazione della produzione con tecniche sviluppate scientificamente. Dal punto di vista della mentalità collettiva, il positivismo induce all'ottimismo legato alla scienza: tutto ciò che è scientifico è buono, e procedendo scientificamente le condizioni generali dell'umanità andranno a migliorare. La visione della vita proposta è laica, e la religione non è contemplata, tranne che dal fondatore del pensiero positivista.

Comte, francese, non ebbe un grande successo: la visione da lui proposta era in grande contrasto con la visione idealistica hegeliana: egli non riuscì a ottenere nemmeno una cattedra universitaria.

La scienza di cui parla il positivismo è profondamente legata alla tecnica, con un certo riverbero baconiano.

Pensatori positivisti

In Letteratura

Rispetto al naturalismo, il verismo è molto più pessimista: non è convinto che i governi abbiano la facoltà di apportare cambiamenti (come invece lo erano i naturalisti francesi).

1)
morto nel 1920
2)
nell'ambito della scienza applicata