filosofia:idealismo

Idealismo

Viandante sul mare di nebbia (1818), Caspar David Friedrich

L'Idealismo è la massima espressione filosofica del periodo romantico. Nell'Idealismo trionfa lo spirito, che comprende la ragione e la religione. I tre rappresentanti principali dell'Idealismo sono Fichte, Schelling ed Hegel. Nello specifico, secondo il tipico schema triadico di Hegel, in Fichte vi è un'evoluzione del pensiero di Kant, Schelling è una contrapposizione al pensiero di Fichte ed Hegel supera ed evolve il pensiero di entrambi, in contrapposizione a Kant.

Gli idealisti sono coloro che affermano che ogni forma valida di conoscenza sia ideale, ossia conoscenza delle idee stesse. È contrapposta a una conoscenza di tipo puramente esperienziale. Platone può essere considerato come il primo vero idealista.

Reinhold, Schulze, Maimon e Beck furono i principali kantiani che per primi fecero critiche al concetto di noumeno. Tutti gli intellettuali tedeschi del periodo sottolineano come la visione di Kant dell'io che conosce rappresentando a sé la realtà lasci in sospeso l'indagine sul noumeno: non essendo pensabile né scibile, resta come un ostacolo invalicabile ma indefinito al pensiero, ed è dunque lecito pensare che non esista. L'io penso kantiano dà una forma alla realtà esterna così da riuscire a conoscerla al meglio in modo oggettivo1). Il soggetto che conosce, ha i propri trascendentali e di conseguenza conosce la realtà.2). In Kant, il noumeno costituisce il limite della conoscenza dell'Io, che quindi è limitato. Ciò è inaccettabile per la mentalità romantica e proprio questo spinge gli Idealisti a superare il criticismo Kantiano. La stessa passività dell'Io penso Kantiano che, tramite i trascendentali, conosce una realtà già data costituisce un limite inaccettabile: per questo3) gli Idealisti ritengono che l'Io produca attivamente la realtà.

L'io kantiano è solo principio formale del conoscere, invece l'io fichtiano diventa il principio formale e materiale della realtà.

Gli idealisti affermano che il soggetto che conosce produce la stessa realtà che conosce4), a differenza dell'io di Kant che agisce in modo passivo rispetto alla realtà. Se ciò non avvenisse l'io penso sarebbe limitato dalla realtà, in contrapposizione alla mentalità romantica e idealista secondo cui lo spirito è illimitato e infinito, e non può essere vincolato da un oggetto materiale.

Secondo Kant, nella prima edizione della Critica alla Ragion Pura, il lavoro formale dell'io penso (conoscere la realtà formale tramite i trascendentali) era più essenziale e quasi costitutivo e condizionante della realtà oggettiva. Nella seconda edizione, tuttavia, vi è un distaccamento da questo principio. I romantici vanno a riprendere quell'idea presentata implicitamente nella prima edizione della Critica alla Ragion Pura di Kant.

Secondo gli idealisti, non solo tutto ciò che esiste è pensato dallo spirito, ma tutto è spirito. I vari idealisti differiscono per la giustificazione che danno di questa condizione, ma ciò che hanno in comune è la promozione della dimensione fisica a un piano di valore più alto. In Hegel, tutto acquisisce valore come mezzo di cui si serve lo spirito: non è togliere materialità alla natura, ma riconoscerla come compresa nello spirito.


1)
Il soggettivismo si unisce all'oggettivismo
2)
v. pag. 385 — l'Infinitizzazione dell'Io
3)
e solo per questo, come disse HannaH
4)
È il principio formale e materiale, ossia fornisce sia forma che sostanza a quanto conosciuto
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  • Ultima modifica: 2022/06/24 08:10
  • da fra.don03