Neorealismo è un termine cinematografico, non letterario. Il movimento ha inizio con il film Ossessione. Con questo tipo di film, che si diffonde durante la guerra a partire dal '43, vi è un'esigenza del cinema di tornare alla realtà, mostrando le cose come sono e dando nuovamente una voce al popolo. Dopo la fine della guerra il neorealismo prende un colore antifascista, e vengono riversati sulla piazza una serie di documenti rimasti nascosti durante il Fascismo (es. giornali clandestini, canzoni e storie della resistenza, diari dei condannati), rendendo anche letterario il neorealismo. La produzione è comunque non-letteraria, cronachistica, memorialistica, e ha come fine testimoniare ciò che è successo.
Nel '48 sale al potere la Democrazia Cristiana, che è un Governo di centro; esso ha il fine di attutire le frizioni, e cerca di orientare tutta questa letteratura in maniera più «ageografica»: se fine al '48 si racconta ciò che è stato, anche con i limiti e gli errori della Resistenza, da tale anno in poi si tende a mostrare solo il bello nella storia di quegli anni, raffigurando i Partigiani come perfetti eroi nazionali.
Il neorealismo non fu una scuola o «movimento» (non ha manifesto): fu un “insieme di voci, una molteplice scoperta delle diverse Italie”.