Questa è una vecchia versione del documento!


Kant

Ritratto di Immanuel Kant, 1790 circa

Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me.

Immanuel Kant (Königsberg, 1724) fu un filosofo illuminista tedesco. Il suo pensiero, che costituisce una summa e un punto di arrivo delle diverse correnti filosofiche a lui temporalmente prossime — Illuminismo, Razionalismo, Liberalismo, Empirismo — segna una transizione, tramite la cosiddetta “Rivoluzione Copernicana”, dal dogmatismo metafisico all'idealismo Kantiano, gettando le basi per la filosofia moderna ed effettuando, con l'ultima sua opera (Critica del giudizio) e una parte della penultima (Critica alla ragion pratica), un passo nella direzione del Romanticismo.

Vita e scritti

  • 1724: Immanuel Kant nasce a Königsberg ad aprile, 1724.
  • Viene educato secondo la dottrina pietistica (religione luterana molto rigida), che gli diede un'impostazione filosofica severa.
  • 1840: Si iscrive alla facoltà di Filosofia di Königsberg
    • Conosce la filosofia di Wolff e Newton → Kant si occupa nel suo sistema filosofico di costruire un modello per l'Universo (Kant-Laplace)
    • Rimane a insegnare lì
    • 1770: Ottiene la cattedra di Logica e Metafisica
    • Realizza i testi pre-critici (anteriori alla Critica alla Ragion Pura), con un progressivo passaggio dal dogmatismo ad un approccio più illuministico
  • 1781: Critica della Ragion Pura
    • 1783: Prolegomeni ad ogni metafisica futura che vorrà presentarsi come scienza: spiega la Critica della Ragion Pura
    • 1787: edizione definitiva
  • 1788: Critica della Ragion Pratica
  • 1790: Critica del Giudizio
  • 1793: Religione nei Limiti della Ragione
  • 1795: Per la pace perpetua
  • 1804: Muore nella città natale di Königsberg.
  • Risposta alla domanda “Che cos'è l'Illuminismo” (1784): lo definisce come l'uscita dell'uomo dalla sua colpevole minorità (non servirsi della ragione di cui si è dotati)
  • Unico argomento possibile per dimostrare l'esistenza di Dio: ripreso nelle opere maggiori
  • I sogni di un visionario spiegati coi sogni della metafisica: v. sopra
  • Storia universale della natura e teoria del cielo (1755): contiene il modello cosmologico (razionale) di Kant-Laplace
  • Critica della Ragion Pura (1781)
    • Prolegomeni (1783) - opera di spiegazione
    • 1787: Edizione semplificata della Critica della Ragion Pura
  • Critica della Ragion Pratica (1788) - momento di transizione
  • Critica del Giudizio (1790) - ingresso nel romanticismo
  • Religione nei limiti della ragione (1793): descrive come deve essere la religione
  • Per la pace perpetua (1795): giunge a teorizzare un'Europa federale

Filosofia

La filosofia di Kant si definisce, fondamentalmente, come criticismo. Si tratta dell'uso della ragione (la facoltà di conoscere dell'uomo) per indagare su sé stessa: nel definire i limiti, le modalità le istanze nei quali essa può operare producendo conoscenza vera, viene conferito un maggiore prestigio alle potenzialità della ragione umana. L'intelletto non corrisponde alla ragione: esso è infatti una sola parte delle facoltà conoscitive dell'uomo.

  • Si tratta di una preparazione alla grande soluzione unificatrice Kantiana.
  • Insoddisfazione nel dibattito tra razionalisti ed empiristi (non si arriva a una conclusione compatibile con il suo rigore scientifico)

Il criticismo di Kant con “ragione” intende tutta la facoltà del conoscere, assieme alla facoltà che si occupa di trattare di metafisica. Lui vuole comprendere come funzionano tutte le facoltà del conoscere1) e identificare gli ambiti di validità scientifica delle conoscenze che da esse derivano: nel tribunale di ragione entra la ragione stessa. Nel fare ciò sta rifondando tramite il linguaggio giuridico la filosofia in toto. Kant distingue per primo tra:

  • Conoscenza sensibile
  • Conoscenza intellettiva
  • Conoscenza razionale

La sostanziale differenza sta nella distinzione tra ragione e intelletto.

Sapere aude!

Solo gli uomini sono dotati delle facoltà di ragione, che consentono al singolo di uscire dalla sua condizione di colpevole minorità2). Ma gli uomini che non si avvalgono delle loro facoltà di ragione sono inferiori anche alle bestie irrazionali. Le persone devono pertanto avere il coraggio di “osare di sapere” (“Sapere aude!”). La metafisica, nell'ambito della trattazione sull'illuminismo, viene posta sullo stesso piano della religione poiché tutti i sistemi metafisici (costruiti da razionalisti) mancano di un riscontro nella realtà.

Criticando il filosofo razionalista Emanuel Swedenborg (di relativamente ridotta importanza) sta criticando le teorie campate per aria e senza riscontro scientifico e fisico nei sistemi metafisici dei razionalisti, anche di filosofi ben più significativi. Vuole mandare un messaggio a tutti i razionalisti, ma lo fa attaccando il “pesce più piccolo”. Le teorie sono così distanti dalla realtà che sono equiparate a sogni.

Secondo Kant, i metafisici usano il solo intelletto al posto della ragione. Questo è in verità una facoltà parziale rispetto all'intera sfera della ragione: è in grado di conoscere solo l'aspetto a priori della realtà, e da solo non può dunque arrivare a una conoscenza prettamente scientifica.

L'opera smonta in modo empirico l'argomento ontologico3): “Non è che se penso di avere in tasca cento talleri immediatamente li ho davvero”, l'argomento cosmologico4): “L'uomo non ha la prova che tutto è causato da Dio”, l'argomento teleologico5) poiché non esiste una prova di ciò.

In ogni caso, Kant non è affatto ateo, ma come argomento per l'esistenza di Dio ammette solamente la prova ex contingentia mundi: “Visto che nel mondo tutto appare come contingente, è necessario ipotizzare che qualcos'altro di esistente sia necessario; questo necessario è Dio”.

Essa contiene la teoria di Kant-Laplace, che scientificamente descrive l'inizio dei tempi (teoria della nebulosa), con la materia soggetta alla forza centrifuga e centripeta, che avrebbe determinato la nascita della Via Lattea e dell'Universo nella sua attuale forma. Secondo Kant, come il Sistema Solare, con simili meccanismi sono nati numerosi sistemi analoghi al nostro.

Il fenomeno (dal greco “phainesthai” — “apparire”, “manifestarsi”6)) definisce la parte della realtà che è sensibile; secondo Kant questa viene conosciuta in modo soggettivo perché è percepita da ciascuno come appare all'individuo. In Kant, vi è perfetta sovrapposizione tra realtà sensibile e fenomenica: si tratta in ogni caso della realtà come appare rappresentata tramite i sensi. Con il concetto di realtà fenomenica/ è messo in primo piano il soggetto che conosce.

Kant ha intenzione di studiare il meccanismo della conoscenza a priori. La Ragione, secondo Kant, si distingue in:

  • Sensibilità (ricettiva, passiva)
  • Intelletto (a-prioristico, attivo)

Le conoscenze a posteriori sono quelle provenienti dall'esperienza. Inizialmente, nel dibattito tra razionalisti ed empiristi, Kant sembra condividere la posizione dei secondi: nessuna conoscenza precede l'esperienza7). Il rimando a Hume è particolarmente rilevante perché era già consapevole di quella stessa dimensione soggettiva del conoscere, che Kant fa propria nella realtà fenomenica. Tutte le conoscenze ottenute soggettivamente non possono essere scientifiche (la scienza deve essere legittimata dall'oggettività).

Le istanze dei razionalisti al contempo prese in esame: esse sono oggettive, scientifiche, certe, ma ben poco dicono della realtà fenomenica.

Vi è dunque una generale osservazione:

  • Gli empiristi sono prigionieri della loro visione soggettiva
  • I razionalisti sono prigionieri della loro filosofia astratta

Dal punto di vista logico, Kant riprende da Aristotele la categoria di giudizio8). Analizzando i giudizi degli empiristi, essi sono sempre sintetici, a posteriori (il predicato non è contenuto nel soggetto – vi è una prosecuzione della conoscenza), mentre quelli dei razionalisti sono analitici, a priori (il predicato è contenuto nel soggetto concettualmente, il passaggio con cui il predicato è attribuito al soggetto avviene senza alcuna esperienza). Kant cerca di mettere assieme i pregi di entrambi senza i difetti: nascono così i giudizi sintetici a priori.

I giudizi sintetici a priori presentano contenuti empirici, tratti dall'esperienza (che dunque fanno procedere nella conoscenza), ordinati e sistematizzati da categorie mentali (es. spazio, tempo, forma…) — forme a priori che ogni soggetto possiede. Secondo Kant, non abbiamo delle idee innate contenutisticamente, ma un modo mentale di sistematizzare la nostra conoscenza secondo categorie; tali forme a priori sono dette «trascendentali»9). Non hanno origine empirica ma hanno valore solo nell'ambito dell'esperienza. Esse possono essere utilizzate sia per le conoscenze sensibili, sia per le conoscenze intellettuali, che per quelle razionali. Solo l'uomo possiede le facoltà di ragione e dunque i trascendentali.

È trascendentale ciò che pur non avendo un'origine empirica ha valore solo nei limiti dell'esperienza.

I trascendentali senza un contenuto sorretto dall'esperienza sono mero flatus vocis. Dalla categoria di trascendentale emerge una conclusione: si definire scienze solo le discipline che proseguono per giudizi sintetici soggettivi, il resto è sogno o religione.

La critica della ragion pura è l'analisi trascendentale, ossia gli elementi fondamentali a priori della conoscenza e dei loro possibili ambiti d'uso. Come precedentemente espresso, i trascendentali stanno sia in ordine alle conoscenze sensibili, sia a quelle intellettuali, sia a quelle razionali. La disciplina più alta di ciascun ambito è:

  • Matematica per quanto riguarda la sensibilità
  • Fisica per quanto riguarda la conoscenza intellettuale
  • Metafisica per quanto riguarda la conoscenza razionale

Riguardo a queste discipline, Kant si pone due interrogativi

  1. Si chiede come funzionino la Matematica e la Fisica (entrambe nella loro concezione a priori) — domanda di diritto10)
  2. Si chiede se sia possibile una scienza esatta con la Metafisica — domanda di fatto
    • Non ci sono dati sensibili dalla realtà fenomenica, quindi è dubbio se può essere classificata come scienza

L'Estetica trascendentale è la dissertazione sulla domanda di diritto: come è possibile la Matematica a priori, i.e. come scienza, avente come oggetto l'ambito del sensibile? L'ambito è quello della conoscenza sensibile (non della semplice sensibilità), e sono quindi rilevanti i trascendentali.

La facoltà di acquisire conoscenze sensibili è, in primo luogo, recettiva: la sensibilità non crea contenuti (come invece fa l'intelletto), ma li recepisce dalla realtà sensibile. Nell'attività (ridotta ma esistente) della sensibilità entrano in gioco i trascendentali — spazio e tempo.

I trascendentali di spazio e tempo sono:

  • Forme a priori
  • Funzioni costitutive della nostra mente
  • Necessari
  • Universali

L'operazione con cui si riconducono le cose alle categorie universali, categorizzando e astraendo i loro attributi, prende il nome di sussumere. Viene sussunto sotto di sé il molteplice, ossia tramite i trascendentali si assumono i dati iniziali già esistenti, senza crearli ex novo. La conoscenza che così ci giunge è fenomenica e dunque soggettiva; tale soggettività non la invalida come scienza11), ma trova scientificità basandosi su elementi a priori che tutti possediamo.

Kant vuole dunque arrivare a indagare sulla condizione di scienza della Geometria e della Matematica:

  • La Geometria è la “scienza dello spazio”, pertanto vi arriviamo tramite il trascendentale
  • La Matematica è la “scienza del tempo”, anch'essa raggiunta tramite un trascendentale

Entrambe sono scienze sintetiche a priori, perché traggono i loro dati (es. in aritmetica: 1, 2, 3) dal mondo sensibile ma questi vengono categorizzati per mezzo dei trascendentali.

Se noi sommiamo 7 + 5, necessariamente troviamo 12. Un bambino potrebbe risolvere l'operazione contando la somma di sette giocattoli e cinque matite, mentre un uomo potrebbe sommare in modo astratto e razionale. In entrambi i casi si giunge allo stesso numero, perché si possiede la medesima categoria temporale a priori. Dodici è diverso sia da sette che da cinque (non vi è identità), quindi la conoscenza è progredita pur rimanendo nell'ambito della ragion pura. Essendo questo un esempio di giudizio sintetico a priori, la Matematica è indubbiamente una scienza.

Con l'estetica trascendentale viene dimostrato da Kant come la matematica e la geometria siano scienze sintetiche a priori, e tale a-priorità è costruita da una prospettiva completamente fenomenica. L'inveramento di queste discipline come scienze è dunque di tipo soggettivo. Per dichiarare qualcosa scienza ci vogliono facoltà razionali che ha solo l'uomo, riassunte nei trascendentali.

La logica trascendentale è divisa in:

  1. Analitica trascendentale → si riferisce all'intelletto (Fisica)
  2. Dialettica trascendentale → ragion pura per eccellenza

Analitica trascendentale

Si vanno a studiare le condizioni a priori della conoscenza intellettiva. L'analitica trascendentale si occupa quindi di studiare le forme trascendentali relative alla conoscenza dell'intelletto, e scoprire quali categorie sono funzionali all'uso dell'intelletto. Non sono più spazio e tempo a compiere l'elaborazione trascendentale della conoscenza sensibile. La soggettività delle conoscenze trascendentali su cui lavora l'intelletto ha una connotazione positiva.

L'analitica è ripartita in:

  1. Analitica dei concetti: grandi raggruppamenti del sensibile compiuti dall'intelletto, lasciando l'ambito delle conoscenze del sensibile
  2. Analitica dei principi: studia i grandi principi

Questo ambito studia come l'intelletto costruisce delle leggi universali, scientifiche. Finora nella filosofia si era cercato l'elemento a priori al di fuori della mente12). In Kant esso è invece direttamente derivato dal soggetto pensante, tramite le forme trascendentali, che donano agli uomini la facoltà di giungere a conoscenza scientifica. Il concetto di causa non è empirico13), ma ha un soggetto: ogni pensiero ha il concetto trascendentale di causa in cui noi inseriamo il contenuto empirico.

Se io do un calcio a tre oggetti e ne determino il movimento, posso estrinsecare da tale considerazione del senso dello spazio anche una categorizzazione entro il trascendentale di causa: ogni movimento è causato da qualcos'altro.

Ho formato così una legge scientifica, servendomi della conoscenza sensibile formata dalla sensibilità e dell'intelletto.

L'idea di giudizio in Kant è leggermente diversa da quella in Aristotele14), ma concettualmente è affine: il giudizio è un collegamento tra concetti in cui viene sussunto tutto il molteplice sensibile nel giudizio tramite una proposizione. Dalla logica Aristotelica viene recuperata la categoria: ciascun giudizio deve corrispondere a una categoria. Vi sono:

  • Tavola dei giudizi
  • Tavola delle categorie
Classe Ambito principale Categoria Giudizio
Quantità Matematica Unità Singolare
Pluralità Particolare
Totalità Universale
Qualità Realtà Affermativo
Negazione Negativo
Limitazione Infinito
Relazione Dinamica Sostanza/accidente Categorico
Causa/effetto Ipotetico
Azione reciproca Disgiuntivo
Modalità Realtà Assertorio
Possibilità Problematico
Necessità Apodittico
  • Nella logica formale di Aristotele non vi era distinzione tra conoscenza sensibile e intellettiva: in Kant si parla dell'a-priorità della conoscenza
  • La concezione delle categorie di Aristotele viene reinterpretata nella concezione trascendentale

Per avere la certezza che quanto derivato scientificamente sia vero, Kant si avvale dell'Io penso: tutta l'attività che l'intelletto fa sui dati provenienti dall'esperienza. La garanzia della scientificità della conoscenza sta proprio nell'attività dell'io che sfrutta gli Universali per trarre conclusioni. Tutti gli uomini si servono degli stessi giudizi e delle stesse categorie (i.e. degli stessi trascendentali) nel processo scientifico; è innata la capacità di usare l'intelletto attivo, detta schematismo dell'intelletto. Non esiste soggettività negativa, ma solo soggettività positiva, e se si parte da una base empirica e si hanno gli stessi trascendentali di ogni altro uomo si arriverà alla stessa legge scientifica. L'unitarietà della coscienza non è riproduttiva, ma produttiva, e la produzione dipende dall'ambito (es. principi matematici o dinamici).

Nessuna conoscenza a priori, ossia al di fuori della realtà fenomenica, è possibile: sono a priori solo i trascendentali. L'arké o, come definito da Kant, il noumeno (la cosa pensabile) non si può conoscere mai perché gli uomini non sono dotati di intuizione intellettuale, solo quella sensibile. Il noumeno va ben oltre il fenomeno e diventa quindi il limite irraggiungibile di tutto lo scibile, un'illusione della ragione.

Nella concezione gnoseologica di Kant, l'Io che conosce è al centro (non più il dato empirico) ed è il legislatore della natura. È questa la Rivoluzione Copernicana, in cui cambia il centro del mondo sensibile, ora residente nel conoscitore. Siccome la metafisica tratta della cosa in sé, in questa nuova concezione non è più possibile come scienza.

Dialettica trascendentale

La dialettica trascendentale è la seconda parte della logica trascendentale15) e studia il metodo di conoscere della Ragion Pura, ossia della metafisica. Essa affronta la domanda di fatto: “È possibile la metafisica come scienza?”, giungendo a una conclusione negativa in concordanza con la Rivoluzione Copernicana.

  • Il fenomeno può essere rappresentato ed essere quindi oggetto della sensibilità
  • Il noumeno non è rappresentabile e resta quindi nel solo pensiero; è oggetto della metafisica

La ragione si differenzia dall'intelletto perché ambisce a formare categorie non solo ad uso trascendentale, ma ad uso trascendente. Essa fa diventare le sue categorie degli enti ideali/verità eterne a sé stanti, anziché riempirle di contenuti empirici. L'oggetto della metafisica è l'incondizionato, ciò che non è toccato dalla realtà. Esso è ripartito in tre elementi:

  1. L'anima (come essenza del singolo individuo) – ente incondizionato
    1. L'anima dell'uomo è trascendente (e quindi immortale)?
  2. Il mondo (l'idea di mondo come totalità astratta — non come mondo sensibile — e della sua creazione) – anch'esso ente incondizionato
  3. Dio (totalità incondizionata, più di ogni altra)

I sillogismi si compongono di tre termini: termine maggiore, termine minore e termine medio.

Per Kant, lo studio dell'anima si chiama psicologia razionale, ossia studio dell'anima secondo ragione — (anima e mente coincidono). Non potendo studiare in modo empirico l'anima, non possiamo fare sillogismi scientifici di psicologia. Dunque, la ragione è capace solo di compiere «sillogismi sbagliati», detti paralogismi. Nei paralogismi, uno dei tre termini — il medio — viene preso con due sensi diversi. Il paralogismo, pertanto, sembra un valido ragionamento, ma non lo è; i sofisti erano maestri del paralogismo per eccellenza16).

Un esempio di inferenza logica sbagliata ma apparentemente corretta, che vede il passaggio dal punto di vista logico al punto di vista ontologico è:

Ciò che non può essere pensato che come soggetto non può esistere che come soggetto; è dunque sostanza.

Cartesio stesso compie questo sbaglio nel parlare della Res cogitans e nel dimostrare l'esistenza dell'Io penso. La psicologia razionale è quindi impossibile, ma ciò non vuol dire che l'anima non esista: semplicemente a livello scientifico non si dimostra né il no né il sì riguardo all'anima.

La cosmologia razionale, anziché i paralogismi, vede le antinomie: sono due giudizi17) una il contrario dell'altra; di solito una è quella dei razionalisti, l'altra quella degli empiristi. Noi non riusciamo a dimostrare né l'una e né l'altra.

Antinomie matematiche
Il mondo ha origine nel tempo ed è finito. (Empiristi)
Il mondo non ha origine nel tempo ed è infinito. (Razionalisti)
Ogni sostanza composta nel mondo consta di parti semplici. (E)
Nessuna cosa composta consta di parti semplici. (R)
Antinomie dinamiche
La causalità secondo le leggi naturali non è la sola, ve n'è anche una secondo la libertà (E)
Non c'è nessuna libertà ma tutto accade secondo una legge — la necessità delle leggi naturali18) (R)
Al mondo appartiene qualcosa che o come sua parte o come sua causa è un essere assolutamente necessario (E)
Non vi è nessun essere assolutamente necessario (R)

L'opera si conclude con la constatazione dell'impossibilità di fare scienza sui dati della Metafisica: dal punto di vista della ragione a priori, non si può dimostrare l'esistenza dei dati metafisici (al di là del fisico), solo di quelli matematici e fisici, le vere scienze. In realtà, parlare della metafisica pura sarebbe come parlare di scienza della scienza, in chiave totalmente tautologica, enunciando il semplice principio d'identità.

La Critica alla Ragion Pura rimane dunque un'opera esplicitamente inconclusa.

Media


1)
ne identifica 3, v. sotto
2)
Ossia l'affidamento alle credenze, alla religione, al fanatismo, in altre parole ogni disuso della ragione
3)
se Dio può essere pensato con tutti i suoi attributi, allora esiste
4)
Dio è la causa di tutto, quindi esiste in quanto esiste il cosmo
5)
Tutto l'Universo ha come fine Dio
6)
v. Epifania — i.e. manifestazione dello spirito
7)
v. Hume, Locke
8)
Proposizione, in cui si attribuisce un attributo/predicato a un soggetto
9)
Non sono immanenti, né trascendenti, ma trascendentali
10)
Esempio di gergo giuridico nel “tribunale della ragione”
11)
Come invece accade in Hume, dove la soggettività implica l'arbitrarietà
12)
O al limite in Cartesio, come innate ma separate comunque dall'intelletto pensante e poste nella mente da Dio
13)
Universale e necessario
14)
Assegnazione di un attributo alla sostanza, i.e. sinolo
15)
Dopo l'analitica trascendentale — analisi del modo di conoscere dell'intelletto
16)
v. dimostrazione di Gorgia dell'inesistenza dell'essere
17)
proposizioni
18)
meccanicismo