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Avanguardie

Tra fine Ottocento e inizio Novecento, a livello di poetica e poesia vi sono profondi cambiamenti nella lingua, nello stile e nei temi (parallelamente alla prosa che vede la nascita del romanzo moderno). Tra gli elementi principali vi sono il colonialismo e l'industrializzazione dell'Italia. L'Italia con il resto d'Europa uscirĂ  dalla guerra non essendo piĂš la stessa: sia prima dell'intervento italiano in guerra, che durante, e in fine dopo la guerra.

Nell'intervento in guerra, al di là delle motivazioni politiche, subentrano varie dinamiche psicologiche/sociali: l'influenza di un atteggiamento nietzscheano (irrazionale, da “superuomo”), idea secondo cui il mondo uscirà dalla guerra rinnovato.

Un altro atteggiamento, altrettanto irrazionale, è quello del nazionalismo: gli italiani, da sempre frustrati, dal loro ingresso in guerra vedono un'occasione per rivendicare le terre irredenti d'Italia e fare valere il loro coraggio. Gli intellettuali si fanno trascinare da questo entusiasmo; tra questi ricordiamo ovviamente D'Annunzio, e Ungaretti, che decide di arruolarsi volontariamente in guerra per affermare — da nato in Egitto da genitori italiani — la propria italianità. Nascono varie riviste settimanali, a Firenze, Milano ecc., che inneggiano irrazionalmente e aggressivamente all'interventismo. Esse pubblicano nuovi autori, tra cui il giovanissimo Montale, diffondendo una cultura contemporanea in un'Italia profondamente tradizionalista.

L'ultimo nodo ideologico era quello del positivismo e della reazione alla cultura positivista da parte dei decadenti. Questa forma di cultura, posta in pericolo da parte dei decadenti, è messa in crisi anche dal punto di vista scientifico: viene formulata la Teoria della Relatività, ed è introdotta la psicanalisi di Freud: quest'ultima riconosce nella mente dell'uomo processi inconsci/imperscrutabili non individuabili perfettamente o terapizzabili; Bergson, ispirato dalla teoria della relatività, parla della percezione del tempo: in base allo stato d'animo, esso può durare un'infinità o solo pochi secondi.

È questo il periodo delle avanguardie: si vanno a superare le convenzioni in modo provocatorio1), rischiando la propria reputazione e carriera. Nel Novecento il termine avanguardia viene utilizzato per definire movimenti culturali (non necessariamente scuole) che, entusiasmati dal progresso, lasciano la propria impronta sui primi del Novecento, ed è usato anche per riferirsi ad alcuni movimenti pittorici.

Le due grandi avanguardie italiane sono l'una opposta all'altra. Esse sono:

Entrambe hanno in comune un desiderio di rompere con il passato, ponendo fine al gioco della tradizione, l'intero sistema di valori su cui si era retto il mercato della diffusione letteraria finora in Italia; l'arte deve diventare soggettiva e incomprensibile, distogliendosi dall'idea di essere educativa. È finita l'era del messaggio sociale: anche Pascoli e D'Annunzio, che in fondo lo rifiutavano, erano stati comunque presi da uno sfondo di messaggio sociale.


1)
es. futuristi che vogliono abolire la grammatica
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  • Ultima modifica: 2022/03/29 16:23
  • da tiziano_zucchetti