L'infinito
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di lĂ da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensitĂ s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
- Recupero dell'infinito spaziale e temporale
- vv. 1-8: infinito spaziale
- vv. 8-15: infinito temporale
- Uso delle parole “vaghe e indefinite”
- Recanati, raccolta in Canti