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Grande Depressione
Il dollaro ha una discesa vorticosa, e anche chi possedeva contante si ritrova con nulla in mano: l'America mantiene tutt'oggi una memoria di questo tempo.
In questo momento si assiste a una prima globalizzazione da parte degli Stati Uniti. Nel 1932, al repubblicano Hoover segue un nuovo presidente: viene eletto il democratico Franklin Delano Roosevelt, che morirà alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Egli sostiene che non è sempre giusto attuare una politica deflazionistica: un minimo di inflazione e di debito pubblico sono necessari – questa è la testimonianza di uno Stato che investe, e che è protagonista della propria economia. Contenere il debito pubblico non vuol dire eliminarlo. Egli mette a lavoro il brain trust (un'associazione di «cervelli») la cui punta di diamante è l'economista John Maynard Keynes. Roosevelt capisce che lo Stato deve intervenire nell'economia, valorizzando anche i privati e le loro imprese: ha così inizio un connubio tra privato e intervento statale, che esalta il valore del singolo uomo. Lo Stato, che si inventa le imprese migliorando il “volto” dell'America, pertanto deve entrare in debito, riassumendo i disoccupati dalla crisi del '29-'30, dando lavoro agli imprenditori e reimmettendo nel mercato tutti: Stato, imprenditori privati, operai. Questo sistema prende il nome di New Deal.
La prima azione di Roosevelt è quella di sfruttare mediante una centrale idroelettrica il fiume Tennessee, con una serie di agenzie che fanno rinascere l'economia in determinati settori del paese. Vi è un piano per fare risollevare l'agricoltura, che rifinanzia gli agricoltori che si trovavano in miseria, dando loro un limite di produzione.
Negli anni '30 si ha una crisi a livello internazionale: in particolare, rimangono anni di crisi anche per l'Europa. Se dal '34-'35 negli USA la situazione si riprende, in Europa sono anni di disperazione: gli Stati Uniti hanno la struttura adatta per riprendersi da una simile catastrofe, mentre l'Europa passa difficilmente da un sistema all'altro come gli USA, avendo istituzioni secolari ed essendo stata un teatro di guerra. Tutti gli Stati in Europa iniziano ad assumere posizioni protezionistiche (prima di tutte l'Inghilterra, sempre stata l'origine del liberismo, che ora rientra in un regime isolazionistico), e ad avvertire uno stato di precarietà e di miseria, che impedirà una grande reazione nei confronti della politica espansionistica di potenza di Hitler, per evitare di opporsi a questi.
Vengono pertanto fatte ripetute concessioni a Hitler, per paura di entrare in guerra e ripetere il martirio della WW1 con ingenti perdite di soldati e un'economia che affonda nuovamente. La Prima Guerra Mondiale, che ha visto un numero tanto significativo di soldati sul campo, paradossalmente ha comportato proporzionalmente molte meno vittime civili di conflitti anche recenti (es. la Guerra ucraina).
La Società delle Nazioni sarebbe dovuta intervenire in qualunque territorio venissero attuati cambiamenti ai confini, per ristabilire la legge: gli USA pertanto decidono di non firmare, riconoscendo gli affari dell'Europa come tali e rifiutandosi di partecipare in questo ambito.
La Cina dei primi del Novecento è molto debole, e l'ultimo imperatore è un bambino piccolo1). In questo momento storico, la Cina cerca di fare partecipare le potenze straniere alla gestione economica; vi è un contrasto tra un partito nazionalista e uno comunista, e il regime è incredibilmente debole. Il Giappone, che è in ascesa, occupa la Manciuria; teoricamente le Società delle Nazioni sarebbero dovute intervenire, anche se di fatto non lo fa poiché il Giappone imperiale è forte e difficile da contrastare, nonostante le sanzioni economiche applicate che il Giappone riesce ad aggirare. Bisognerà aspettare a lungo affinché la Cina diventi una superpotenza, spodestando il Giappone.
Nel '22 c'è un trattato tra Germania e URSS: è un altro Trattato di Rapallo2). La Germania riconosce come proprio nemico in questo momento storico non la Russia, ma la Polonia, poiché con la rinascita di questa, la Germania aveva perso parecchi territori. In funzione anti-polacca, URSS e Germania si alleano sfruttando il sentimento di rabbia e frustrazione che entrambe le forza statali hanno nei confronti delle clausole del Trattato di Versailles; la Germania si impegna in un commercio con la Russia e a permettere l'apertura del mercato tedesco all'URSS, e in cambio l'Unione Sovietica diventa il gigantesco campo di addestramento delle forze militari tedesche. I tedeschi, già all'epoca della Repubblica di Weimar, capiscono l'importanza dell'industria pesante, e in particolare quella delle armi. Tra la seconda metà degli anni '20 e gli anni '30 si producono armi sempre più performanti. I tedeschi realizzano che se non si fossero specializzati nella produzione di nuove armi, non sarebbero stati preparati a una futura guerra. All'accordo prendono parte Tukhachevsky, che nel '37 viene ucciso in una purga, e Walther Rathenau, che essendo di origine ebraica viene ucciso in un attentato antisemita, il 24 giugno, giorno del solstizio d'estate, nonché giornata “simbolo della luminosa razza ariana”.
Nel '25 viene firmato il Trattato di Locarno: è percepito l'inizio di un periodo di tregua (che durerà una decina di anni). La Germania accetta di rinunciare definitivamente all'Alsazia-Lorena3) e l'assetto di Versailles, e in cambio la Germania ottiene il disarmo della Renania; sembra, apparentemente, svanito il mito della pugnalata alle spalle.
Illegalmente la Germania inizia invece il riarmo, e sembra iniziare a guardare con sospetto e cupidigia i confini orientali con la Russia, iniziando a individuare nell'Unione Sovietica un rivale. Nel '34 viene firmato un patto di non aggressione tra Polonia e Germania.
La Germania viene ammessa nel '26 nella Società delle Nazioni.