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Schelling

Schelling

Friedrich Wilhelm Joseph von Schelling fu un filosofo idealista tedesco. Dei tre, è l'idealista più tipicamente romantico. Dove Fichte aveva ben presente la Critica della Ragion Pratica di Kant, Schelling considerava maggiormente la Critica del Giudizio. L'idealismo di Schelling, principlamente basato sull'arte e sul sentimento, è pertanto «oggettivo» ed «estetico». Si tratta, come per Hegel, di un idealismo antitetico e assoluto, in contrapposizione all'idealismo sintetico di Fichte.

Caroline Schlegel - ritratto di Johann Friedrich August

Vita e Opere

Schelling nacque a Leonberg nel 1775. FIXME inserire vita FIXME Fece parte del circolo filosofico di Jena. Lì strinse amicizia con Caroline Schlegel, che divenne in seguito sua moglie. La filosofia di Schelling fu aspramente criticata da Hegel, come nel caso di molti altri filosofi del periodo; ciò compromise la sua immagine pubblica nell'ambito della filosofia, ma anche la vita privata. Alla morte di Hegel, Schelling fu pertanto uno dei principali critici di Hegel. Nell'ultimo periodo della vita, ebbe una torsione della filosofia in direzione religiosa, che danneggiò la sua considerazione in Accademia.

Lo scritto principale è Il sistema dell'idealismo trascendentale — così è anche detta la sua teoria filosofica, racchiusa all'interno di quest'opera.

Filosofia

Schelling riprende l'idea di Natura come produzione dell'Io, tuttavia critica la visione della Natura come mera specifica dell'Io infinito: non è contrapposta all'io come «non-io», ma è degna di una sua specificità e di uno statuto proprio. Tale critica viene anche ripresa da Hegel, che definisce l'Io di Fichte «Cattivo Infinito», ossia il fatto che l'Io è inarticolato: una filosofia incompleta.

Dà dignità alla natura, e non parla dunque di “infinito”, ma di “Io assoluto”. Passano sullo stesso piano L'Io e il Non-Io, lo Spirito e la Natura. La Natura ha sua dignità perché in essa si sviluppa lo spirito, il quale ha propria dignità in quanto sviluppa la Natura con la propria attività. Vi è assoluta identità tra Natura e Spirito: lo Spirito altro non è che la Natura che si rende invisibile; allo stesso modo lo Spirito diventa visibile nella Natura. La Natura, in quanto Spirito visibile, si sviluppa razionalmente, pertanto nulla in Natura opera in modo irrazionale. A differenza della filosofia di Fichte, non si ha una produzione della Natura da parte dello Spirito, bensì un'estrinsecazione dell'Io in Natura.

La filosofia di Schelling è pertanto un punto di vista organicistico1), finalistico e immanentistico: la Natura si comporta come un grande organismo che si sviluppa secondo un ordine razionale; ogni evento, per quanto incomprensibile o apparentemente negativo, è funzionale al compimento di questo organismo — non possiamo ammettere l'imperfezione dello Spirito.

Lo Spirito non è consapevole di produrre poiché si tratta di una forma inconscia di creazione. Quella che Fichte chiama “Immaginazione produttiva” è l'Intuizione intellettiva-produttiva.

Schelling unisce le leggi tipiche dell'accoppiamento dei contrari e le teorie della Grecia classica a nuovi ambiti di studio scientifico come Magnetismo, Elettricità e Chimismo. Da quest'ultimo, che contiene il mondo organico, scaturisce l'uomo e pertanto lo Spirito. La filosofia della Natura è pertanto definita da Schelling «L'odissea dello Spirito»: si tratta del lungo viaggio dello Spirito affinché diventi completamente visibile all'ultimo anello del mondo comprensibile. Il passaggio da Magnetismo a Elettricità a Chimismo non è di tipo evoluzionistico nell'ottica positivistica del progresso della specie, bensì in un'ottica idealistica e nell'istanza dell'identità tra Spirito e Natura.

Mentre in Kant la Natura era rimasta come limite all'interno dell'assoluto, nella dialettica tra Natura e Spirito, ci accorgiamo che se passiamo da un piano reale (oggettivo) al piano ideale (soggettivo) la natura non appare più come un ostacolo ma come sua creazione.

Con le tre epoche dell'Io, Schelling spiega come avviene l'attività ideale dell'Io:

  1. Epoca della sensazione: il dato viene patito dal soggetto come limite, avvertito come estraneo; dal punto di vista dell'oggetto, il soggetto non ha funzione attiva, ma solo passiva, e non vi è attività conoscitiva da parte dell'Io. È in questa fase che si attua l'intuizione produttiva: nello stesso momento in cui l'Io ha funzione passiva2), ha funzione attiva3) in quanto senziente e attivamente subendo l'oggetto. Grazie all'intuizione produttiva l'Io riesce a dominare l'oggetto
  2. Epoca della riflessione: l'Io riflette su sé stesso: il focus non è più sull'oggetto. Con l'attenzione esclusiva sulla nostra attività (auto-coscienza), l'Io si eleva e si allontana da percepirsi come «perdente», accortosi di essere attivo e non essere più ostacolato dall'oggetto.
  3. Epoca della volontà: la volontà è la facoltà fondamentale per l'Io per percepirsi come produttore della Natura. La volontà è consapevolezza: non si può volere qualcosa di cui non si è consapevole. La volontà si esprime in determinate categorie:
    • Spazio: lo spazio è il senso esterno dell'Io
    • Tempo: in questa fase, Schelling riprende da Agostino il tempo come senso interno dell'Io
      Le successive tre modalità di conoscenza subentrano dopo tempo e spazio
    • Qualità
    • Quantità
    • Relazione

Mentre in Fichte avevamo l'Io finito come parte dell'Io infinito, qui l'Io è infinito e si manifesta in tante realtà finite.

Schelling, pur avendo risolto il problema della Natura creata dall'Io, non si sente completamente libero: la necessità è vista come l'opposto della libertà. Schelling introduce pertanto la Filosofia Pratica, che configura:

Anche se non lo percepiamo, siamo comunque libertà e volontà nel mondo, poiché esso si sviluppa secondo una legge (è la «provvidenza») che porta la Natura ad essere perfetta così com'è. Quando ci accorgiamo di non saper esprimere la nostra libertà, in verità la stiamo esercitando al massimo delle sue facoltà in concordanza con una legge divina che ordina del mondo, pur non avendo noi una consapevolezza dello spirito a livello macroscopico.

La storia è ripartita in tre periodi:

  1. Periodo in cui ci si affida al destino (epoca tragica)
  2. Periodo in cui si parla di meccanicismo (grande attenzione alla natura, legalità meccanica); un esempio è la Repubblica Romana
  3. Periodo in cui si ha la consapevolezza della provvidenza e della non estraneità della Natura allo Spirito

Lo Spirito totalmente libero è quello fichtiano, poiché non tiene per nulla conto la natura. Lo Spirito di Schelling è anch'esso libero, ma si fa natura e tiene conto dell'elemento oggettivo/naturale nella sua operazione. Fichte attribuisce all'Io l'attributo di «infinito», mentre Schelling descrive lo Spirito come «assoluto». L'assoluto è Spirito + Natura

Quando si capirà che non vi è diversità tra gli uomini e si riconosceranno tutti come volontà singola e creatori della Natura, non sarà più necessaria la guerra e la società funzionerà in modo assolutamente armonioso. I romantici e gli idealisti, secondo Schelling, sono i primi a percepire questa realtà.

Secondo la Teoria dell'Arte, che si configura nell'Idealismo Estetico, l'esperienza artistica diventa la testimonianza definitiva dell'atto dello Spirito Creatore. Nel creare un'opera d'arte, l'artista agisce come lo Spirito nel creare la Natura. L'esistenza dello Spirito per Schelling è, infatti, un postulato, tuttavia ne vediamo una traccia nell'arte.

La sua filosofia della religione […] è orribile Prof. Spadaro, 1 ott 2021

Nella sua ultima flessione filosofica in direzione religiosa, lo Spirito è il Dio Assoluto che crea a partire dai prototipi che possiede in senso ideale-platonico. Questa filosofia devolve in un panteismo e un emanazionismo immanentista di stampo plotiniano.

L'idea di Spirito che produce, l'idea di Natura in cui è presente lo Spirito in maniera panteistica, la filosofia della Natura e l'incrocio con l'Arte in cui esprime la tendenza dell'uomo all'Assoluto, verranno ripresi da molti dei filosofi di questo periodo.

1)
Non in senso politico, ovvero con l'accezione che dava Hobbes
2)
Dal punto di vista dell'oggetto
3)
Dal punto di vista del soggetto